Ibra, l’ultima spiaggia

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È sabato sera, sono arrivato lungo per scrivere il pezzo, domani è domenica, siamo nelle feste natalizie e onestamente, mi capirete, di voglia di scrivere dei debosciati che giocano nella nostra squadra ne ho ben poca. Domenica – i casi della vita – mi trovavo a Bergamo: sapendolo con anticipo, mi sarei potuto informare su come andare a vedere la partita, per sostenere i ragazzi in trasferta. Da anni, tuttavia, non ho la benché minima voglia di “dar soldi” al Milan, figuriamoci all’Atalanta; oltre questa motivazione, però, anche un’altra, perché sapevo perfettamente a cosa sarei andato incontro. Come detto una settimana fa, l’Atalanta è una squadra che sa giocare a pallone e come valorizzare le proprie risorse, il Milan il contrario di tutto ciò. Il 5 a 0 partorito domenica è stato il risultato più adatto a quanto entrambe le squadre hanno mostrato negli ultimi anni.

Offensiva a dir poco la prestazione dei rossoneri, che hanno prodotto l’ennesima umiliazione del decennio per i propri tifosi. Una prova ridicola e senza la minima volontà di reagire offerta dai soliti noti, giocatori che ancora oggi vengono valutati dai tifosi, o almeno da alcuni di essi, come dei veri gioielli. In particolare Suso e Bonaventura, ma aggiungerei lo stesso Romagnoli, sono i tre elementi simbolo del Milan degli anni ‘10, un’accozzaglia di sopravvalutati e arroganti, uomini che non riescono a incidere sulla nostra classifica, ma che si considerano (o vengono considerati) fenomeni o quasi.

Ed ecco, quindi, l’aspetto positivo dell’arrivo di Ibrahimovic, che per il resto avrei personalmente evitato per ragioni di opportunità: ora sì che il Milan ha tra le proprie fila un vero fenomeno (o forse sarebbe meglio dire ex, forse, vista l’età… ma mai dire mai). Oltre questo, il Milan ha finalmente in squadra un leader fatto e finito, certamente più del capitanetto laziale, del finto campione sosia di Allegri e del dribblomane. Se nemmeno Ibrahimovic, pur con i suoi anni e i suoi acciacchi, riuscirà a stimolare anche solo parzialmente questi debosciati, allora davvero l’unica soluzione è quella di cedere tutti o quasi i vergognosi componenti del peggior Milan che ci sia mai capitato di vedere.

Chiedo scusa, ma più di questi pensierini banali non ho intenzione di produrre. Il piacere di conversare in questo spazio c’è e ci sarà sempre, ma di tanto in tanto trovo questo esercizio frustrante, specie quando più che da commentare ci sarebbe da piangere. Buon anno, sperando che dal 2020 si torni a vedere una squadra almeno decorosa.

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.