Angeli e demoni

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Questo è un mondo ostilo e viulende. Sapete perché? Perchè manca drammaticamente la sensibilità. Qualcuno esponeva una teoria interessante. Le persone sensibili sono angeli che, prima di nascere, non hanno fatto in tempo a finire il corso di sopravvivenza. Ecco, l’arbitro Oliver, invece, se l’è fatto tutto. E ha frequentato pure il Master. Mica come creaturine a modo, tipo Bertini, Tagliavento e tanti altri i cui nomi sono incisi dolorosamente a fuoco sulla nostra pelle. Ma gli arbitri sono le scuse dei perdenti, dicevano loro. E adesso? Parliamoci chiaro. Il rigore ci stava. E come! Quando intervieni da dietro, spingendo e calciando con con un piede che sbuca da sotto l’ascella e va contro il petto, ci vuole la faccia tosta di un ex addetto ai lavori, modello Cesari, per urlare allo scandalo. Io ho visto cose che voi umani…. Tifosi Gobbi che al Bernabeu cantavano : “ Come la Juve! Voi siete come la Juve!” Presidenti, contrari al Var in patria, che si fanno paladini dell’italianità. E invocano le nuove tecnologie anche in Champions. Ma il contatto tra Benatia e Vazquez c’è stato. Il Var, quindi, non sarebbe intervenuto, non potendo smentire ciò che il miope Cesari non ha visto. L’avrebbe fatto in caso contrario, se Oliver non avesse fischiato. E allora sarebbe scattato pure il secondo giallo per Benatia. Invece è saltato fuori il rosso per l’imbufalito Buffon. Caro Gigi, la tua rabbia ci sta. Non sono certo tra quelli che si scandalizzano. Ciò che mi dà più fastidio al mondo sono i sepolcri imbiancati. Ma non eri tu quello dottorale ed ecumenico sulle proteste degli

Ma cosa vai dicendo, Gigi?

avversari? Non hai sorvolato con imperturbabile non challance su una palla entrata nella tua porta di almeno un metro? E su altre, come quella con il Chievo, che avevano superato la linea solo di poche decine di centimetri? E lì non si trattava di episodi dubbi, ma di furti oggettivi. E allora? Almeno hai avuto lo scrupolo di parlare di dubbio e non di certezze, dai. La faccenda del cuore e del bidone dell’immondizia, però, è davvero esilarante. Mai rilasciare interviste, quando si è in preda all’ira e all’amarezza. Si rischiano brutte figure di livello cosmico.

Ehi, ragazzi, smettetela di sghignazzare! Vi vedo, eh! Siete angeli che di corsi di sopravvivenza ne hanno finiti almeno due, monellacci. E siete pure demoni, senza scomodare Dan Brown. Ma qui vi perdono. Noi siamo diavoli… Però dovete prendere esempio da me. Dall’ammirevole pacatezza con cui guardo una partita. Mi fa molto piacere il miracolo della Roma. Di più. Entro in tensione, quando, con il secondo gol, l’impossibile sembra potersi materializzare. E sul terzo di Manolas esplodo. Daje, Maggica! Campanelli d’allarme in funzione Madrid? Nessuno. Anzi. I miracoli si chiamano così, perché avvengono rarissimamente. Figuriamoci se ne possono accadere due di seguito. Mi chiamano alcuni amici assaliti da angosce. Non sono tranquilli. Cristiano poteva e doveva mettergliene dentro altri due. Li derido. La svantaggio accumulato è irrecuperabile anche per chi gioca a colori. E poi c’è la legge del Bernabeu. Io spero nel tracollo bianconero, ma, siccome non sono esosa, mi accontento anche di una loro vittoria di misura. Insomma, bla bla bla. Sono tranquillissima. Neppure il gol a freddo mi scuote più di tanto. Solo un leggero fastidio. E qui cominciano a squillarmi le linee sia mobili che fisse. Tranquilli, ragazzi. Insomma, che fifoni siete. Ecco, a dire il vero non ho detto proprio fifoni ma una parola che finiva per sotto. Sul secondo gol perdo un filino della mia imperturbabilità. Le linee diventano incandescenti. Mi viene rinfacciata senza pietà tutta la mia tracotante sicurezza. Con elegante garbo mi dicono che non capisco niente di calcio. Sulla paperona di Keylor Navas divento del colore delle maglie del Real. Col cappero che un portiere conta poco nell’economia di una squadra. Questi stavolta vincono la Champions. Baratri cupi e profondi si aprono davanti a me. Annaspo. Brancolo nel buio di una paura folle. Mannaggia, svegliati, Real! Sei invidioso del Barça? Cammino nervosamente per la stanza. Mi dico che devo chiudere con il calcio. Urlo al telefono. Penso con terrore ai supplementari. Quando, all’ultimo secondo…. Rigore per il Real! Sìììììììììì!!!!!! Rosso per Buffon. Sìììììììì. Leggo il labiale del Gigi nazionale di fronte al cartellino. Manda a ca…ntare l’arbitro. Figurati. Magari è pure stonato. Ma ho paura che Cr7 sbagli dagli undici metri. In campo c’è un parapiglia incredibile. Passano tanti lunghi minuti prima della battuta. E’ la condizione peggiore per il tiratore. Sono tesissima. Ti prego, Cristiano. Gooolllll!!!!! Sìììììììì!!!!!!!! E vai!

Insomma, sono stata di una signorilità impeccabile. Mica come voi, birichini. D’altra parte, la classe non è acqua. E il calcio muove passioni e sentimenti, dai più nobili ai più meschini, che la ragione non può capire. Però, ragazzi, cerchiamo di non accapigliarci fra noi per Mirabelli, Suso o Calha. E’ chiaro che siamo tutti filati sulla stessa rocca, anche se abbiamo opinioni diverse. Sai che noia se fossimo tutti uguali? La rabbia e la frustrazione spingono a volte ad andare oltre con le parole. E’ umano che sia così. In ognuno di noi ci sono angeli e demoni. Ma vediamo di non esagerare e di non chiuderci in rancori che non hanno ragione d’essere. Io mi impegno a superare il fastidio che mi procurano i disfattisti, i critici feroci di Mira e Fax. Gli altri, che invece vedono una gestione fallimentare e nessun progresso, facciano altrettanto. Domenica sarà durissima senza i nostri due centrali. Io sarei pure contenta di perdere, se i tre punti servissero al Napoli per lo scudetto. Ma non sarebbe così. I gobbi al Bernabeu hanno dimostrato di essere molto forti. Tra noi e loro ci sono anni luce, purtroppo. Coltivo la mia tenue speranziella di non perdere in funzione sesto posto e… amen. La Roma non può oggettivamente vincere la Champions, ma io farò un tifo sfrenato per lei. Alzala, Daniele. Alzala! Sai come ci resterebbero i Gobbi? Real, non ti ringrazio perché mi hai fatto soffrire troppo. Quanta nostalgia ho per quella Musichetta, ragazzi. Ora finisco, perché gli angeli e i demoni che ci sono in me si agitano e non so cosa potrebbe uscire dalla mia penna. Magari fate così anche voi, quando vi capita. E ricordate che nessuno ha in tasca la verità rivelata. Forse neanch’io. Serve non prendersi troppo sul serio e scherzare anche su se stessi, a volte. Ciao, Gigi. Datti una calmata pure tu, dai. Forza Roma! Forza Milan!

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.