
Habemus Jashari! La telenovela è finita dopo solo 2 mesi, cioè molto prima di quanto prevedessi. E alla fine un milione rispetto alle richieste iniziali del Bruges l’abbiamo risparmiato. Tanta roba per i nostri gagliardi contabili. Devo confessare che, checché ne sentissi dire, io non ci credevo. La mia fiducia in certa gentaglia è tale che i sogni in orbita Milan li ripongo nel cassonetto. Oddio, Ardon non lo conoscevo proprio. Esattamente come Archie Brown. Però, a differenza del nuovo acquisto del Fenerbahçe, informandomi un pochino, ero arrivata alla conclusione che Jashari fosse un giocatore adatto a dare sostanza al nostro centrocampo. Già, il centrocampo. Il reparto nevralgico trascurato e bistrattato dai geni che ci ritroviamo in Società. Questi fini intenditori di calcio, innamorati del Milan, facevano raccolta di mezze ali date in mano a pseudo allenatori che, nelle loro raffinate concezioni tattiche, neanche prevedevano il ruolo di mezz’ala. Una corazzata Potemkin, insomma. Con l’onestà intellettuale che mi contraddistingue devo dire che ora il centrocampo mi sembra costruito con una certa logica. Della partita con il Leeds ho visto abbastanza bene solo il primo tempo. Ardon mi è piaciuto un sacco. Sa stare bene in campo e due o tre passaggi geniali in verticale mi hanno fatto illuminare gli occhi. Ardon, vacci piano, che io non sono abituata a quelle cose lì. Ho sofferto per una fase difensiva carente nella prima parte. Eh, la lingua batte dove il dente duole. Mi pare che, a differenza delle passate stagioni, ci sia qualche schema nello sviluppo dell’azione offensiva. Non possono essere casuali alcune belle trame di gioco tessute a sinistra. Sono contenta per il gol di Santi, che io non ho mai ritenuto scarso. Mi sembra che Okafor adesso abbia una bella silhouette.
Il termine silhouette mi piace, perché ha un’etimologia molto singolare. La silhouette è un’ immagine in cui è definito solo il profilo dei contorni. Etienne de Silhouette era il controllore generale delle finanze di Luigi XV 30 anni prima della rivoluzione. Si impegnò a risanare la voragine del debito della corona francese. Pertanto scodellò misure poco apprezzate. Voleva ridurre le spese di corte e tassare i nobili e l’alta borghesia. Venne licenziato in malo modo. Il suo cognome divenne sinonimo di grettezza e tirchieria. Fu perfino utilizzato per indicare dei pantaloni senza tasche dove mettere il denaro. Ma poi ci fu il riscatto. Oggi l’accezione è positiva. La silhouette di una persona o di un oggetto di design ci restituisce l’idea di qualcosa di armonioso. I ritratti alla silhouette sono quelli fatti ponendo davanti al soggetto un telo bianco e illuminandolo da dietro. Un po’ stile ombre cinesi. I ritratti venivano poi realizzati con schizzi essenziali, ricalcando i contorni del viso o del corpo. Etienne de Silhouette si era appassionato a questa forma d’arte. Faceva sedere i suoi ospiti dietro uno schermo di pergamena , illuminandoli con una lampada di sua invenzione e delineandone i contorni.

Non vedrò più la silhouette di Thiaw. La cosa non mi fa felice. Malik ci ha rimesso un tendine nella macelleria Pioli. Ha subito critiche feroci e ingiuste. E’ stato utilizzato in un contesto tattico demenziale, atto a mortificarne i pregi e mettere in luce i difetti. Era stato venduto al Como per 25 milioni. Pare che dal Newcastle ne possano arrivare una quarantina. Fosse così, dovresti ringraziare il ragazzo che ha rifiutato la destinazione lariana, piccolo Napoleone di ‘sta ceppa. Guarda, rispetto a te Etienne de Silhouette fa un figurone. A me basta vedere la tua silhouette per imbufalirmi. Io ti auguro ogni bene, Malik. Non mi sembra un’ideona vendere un centrale a meno di due settimane dall’inizio del campionato. Il problema è sempre il solito. Chi prendiamo al suo posto adesso o chissà quando, viste le antipatiche abitudini della casa? Senza contare il fatto che, se si volesse giocare a 3 dietro, di acquisti ne andrebbero fatti 2. Un giovane in gamba alla Leoni e un uomo di esperienza, un bucaniere temprato da mille battaglie? Io penso che non prenderanno Leoni, ma uno che costi molto meno. E nel bilancio aumenterà ancora la vorace voce “ servizi”. Povero Max. E povera Chiara. Spero di sbagliarmi. Però…. Thiaw, poi, era l’unico dei difensori in grado di dare del tu alla palla. Bah! Io sono stanca di sentire discorsi del tipo “ Bisogna aspettare, prima di giudicare”. Del senno del poi son pieni le fosse e gli ammennicoli di gente malnata come me. Bisogna intervenire prima, se si vogliono indirizzare le cose per il meglio. Dopo è troppo tardi, perché quando la frittata è fatta, si può solo leccarsi le ferite. Io non conosco Athekame. Ma, andando a prendere qualche informazione, mi sembra una corazzata Potemkim. Ammetto che, l’avessero scelto Maldini e Massara, avrei nutrito qualche speranza. Tare? Allegri? In loro avrei un briciolo in più di fiducia. Non credo, però, che Igli e Max abbiano voce significativa in capitolo. A decidere è l’uomo che incarna alla perfezione la massima “ Più piccola è la mente, più grande è la presunzione.” E lui è di una superbia, di un’arroganza inarrivabili. Quando se ne andrà, insieme a squallidi datori di lavoro e imbarazzanti compagni di merende, per me sarà festa grande.

Mentre mi trastullo con i miei pensieri, vengo raggiunta da una notiziona! Moncada ha conseguito il diploma da Ds ed è stato abilitato al dalla Figc. Mamma mia, che bello! Non ho sentito nulla riguardo a Kirovski. Che lui sia stato bocciato? Caro Geoffrey, adesso che sei abile e arruolato non potresti andare ad esercitare da un’altra parte? Io non ne posso più di te! Già, ma sei il braccio destro dell’amichetto Giorgio. Per assonanza con silhouette, potrei chiamarlo Furlanette. Come mi piacerebbe cacciarvi tutti e due a pedate. Bando alle utopie, che si avvicina il Chelsea. Certo che la mente umana è strana. La mia, forse, ancora di più. Siccome i maledetti mi hanno ferito a morte, io non ribollo più di entusiasmo. Però, vedendo la silhouette di Jashari, qualche bollicina in me l’ho sentita. Non lo posso negare. Bah! Mi viene in aiuto la Fisica, per spiegare lo strano fenomeno. Sarà come la faccenda della pompa da vuoto. L’acqua, messa sotto vuoto, bolle anche a 20 gradi. Sta a voi, ragazzi, scoprire il perché. Mica posso spiegarvi tutto. Sì, la mia temperatura è calata, perché quei maledetti individui mi hanno svuotato. Potrà risalire?
Vediamo come reagisco con il Chelsea, la cui silhouette si staglia all’orizzonte. Nel frattempo pongo un quesito matematico. Scoprite la logica che sta sotto queste strane uguaglianze : 4444 = 8; 2222 =0; 6666= 24? Avete capito? Allora 5555= ? Ma bando alle quisquilie, che devo vedere la partita. Oddio, non si vede. Le immagini sono quelle di tifosi allo stadio. Poco male, dai. La formazione è più che sperimentale. D’altra parte giocare due partite in due giorni…. Le immagini compaiono al settimo minuto. In sovrapposizione il risultato: Chelsea 1 Milan 0. Non faccio in tempo a dire mannaggia, che buschiamo il secondo. Poi Coubis da ultimo uomo si fa superare e abbranca l’avversario. Rosso. Cappero, qui va a finire tanti a pochi. E’ vero che Coubis è un ragazzo che ha sbagliato sport. Però mi dà enormemente fastidio la fragilità della fase difensiva. In particolare le occasioni in cui, come nel secondo gol, i cross dall’esterno dell’area trovano avversari liberi. Vengo assalita da dolorosi dejà vu. Cose belle? Il couling break e qualche sprazzo di Leao. D’accordo, sarò anche scontrosa. Ma mi si può biasimare se, invece di guardare il secondo tempo, io vado a fare un lunghissimo e godibilissimo bagno? Bene, dai. Abbiamo perso 4 a 1. Credevo peggio. E non è il risultato di un’amichevole che mi preoccupa. C’è ben altro. Chi arriverà al posto di Thiaw? Chissà che silhouette avrà. Forse quella non particolarmente stuzzicante di De Winter? W inter non si può sentire, eh! Chissà cosa combinerà il piccolo Napoleone. Quello, se arriva una buona offerta, è capace di vendere pure Saele. S. Lorenzo, quali sogni posso coltivare nella tua magica notte di stelle? Eh, con la silhouette di Furlanette è dura. Durissima. Io lo detesto e lo temo, perché…. Je suis Paolo Maldini. Je suis Zvonimir Boban.
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