La legge di Boyle

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Sgombriamo il campo da ogni dubbio. Con i chiari di luna che mi ritrovo, della Nazionale non mi frega niente. Ma proprio niente, eh! Non sfiorerò nemmeno, quindi, l’argomento. Però mi chiedo una cosa. Perchè i nostri acciaccati, tipo Calha e Kessie, partono gioiosamente e gioiosamente rimangono nei loro ritiri, mentre altri, come Bernardeschi e Milinkovic Savic, ritornano tranquillamente all’ovile? Perchè? E’ anche da questi non proprio trascurabili dettagli che, secondo me, si valuta la forza di una Società. Prova fallita. Insomma, siamo pieni di infortunati. Fatichiamo a mettere in piedi una formazione per la Lazio. Vogliamo correre pure il rischio di aggiungere Franck e Hakan all’interminabile lista dei lungo degenti? Tutto questo, mentre SMS può tranquillamente preparare la gara contro di noi? Non capisco. E non mi adeguo. A me sembra che siamo gli scemi del villaggio. E la cosa mi fa imbufalire. Nessuno senza le fette di prosciutto sugli occhi può negare l’evidente superiorità tecnica dei Gobbi. Ma perché dobbiamo sorbirci senza fiatare le angherie di ineffabili Robin Hood alla rovescia come Mazzoleni? Voglio sperare che Leo e Maldini evitino le uscite pubbliche, ma si rivolgano con parole appropriate e chiare a chi di dovere. E’ inaccettabile notare quanto Mazzoleni sia stato restio ad andare a vedere le immagini del Var. Inaccettabile! Non voleva essere costretto a fischiare il clamoroso rigore. Figuriamoci se poteva tirare fuori il secondo giallo. E il fallo di Chiellini in area su Romagnoli invertito? Non si può andare avanti in questo modo. La mediocrità tecnica non può giustificare ogni tipo di sopruso. Così non va bene, maledizione al secchio! Si ha un bel dire che dobbiamo uscire dalla nostra situazione, comprando dei campioni. E’ la scoperta dell’acqua calda. Non lo possiamo fare. E allora sbrachiamo? Ci arrendiamo? No!

Ecco una foto recente da Milanello

La legge di Boyle afferma che il volume occupato da un gas, in condizione di temperatura costante, è inversamente proporzionale alla pressione alla quale il gas è sottoposto. In formula : PxV= k. La mia personale legge di Boyle recita così : Il prodotto tra la pressione delle frustrazioni che mi provoca il Milan e il volume dei miei sogni rimane costante. Essendo grandi le prime, sono ridotti al lumicino i secondi. Questa è l’amara realtà. Ma le realtà amare vanno combattute. Non accettate supinamente. Mi viene in mente una frase di Rita Levi Montalcini. “ Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “ zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva.” Ecco, mi sembra che noi siamo precipitati in questo clima. Non può essere solo colpa del fato avverso l’incredibile serie di infortuni che ci sono capitati. Ora si deve operare anche Bonaventura. Si parlava di infiammazione al ginocchio. Un po’ di terapia conservativa e recupero. Col cappero! Stagione finita anche per lui. C’è qualcosa che non va nel nostro staff medico e atletico. E’ così difficile da capire? Infortuni traumatici. Possono capitare, per carità. Ma, se a noi succedono in quantità industriale e agli altri no, significa che i giocatori non sono attrezzati per affrontare gli sforzi e i traumi che l’attività agonistica comporta. Tutti geneticamente fragili i nostri e super atleti gli altri? Oppure sono sfortunati? Hanno fratture anche all’indice del loro libro preferito? Ma fatemi il piacere…E come vengono curati? Male, visto che occorrono secoli, prima che si riprendano. Il problema è endemico fin dai tempi del primo Giannino. Società, vogliamo affrontarlo, prendendolo di petto o preferiamo rifugiarci nell’alveo della sfortuna?

Ed ecco una foto un po’ più vecchia sempre da Milanello

Il mio pensiero va allo scudetto del 2012. L’abbiamo perso, perché Allegri era una capra? No. Mi ricordo che scrissi un pezzo dal titolo apparentemente criptico :“ La dumazione” Che senso aveva? Semplice. Il termine “decimazione” deriva dal fatto che i comandanti romani punivano in modo sbrigativo le legioni accusate di vigliaccheria. Facevano schierare in fila i soldati e poi ne uccidevano uno ogni dieci. Noi avevamo un infortunato su due ed ecco spiegata la ragione di un neologismo che è purtroppo tremendamente attuale. Oddio, anche la faccenduola del gol di Muntari, una cosa davvero vergognosa, ebbe la sua importanza, eh! Insomma, quali furono le chiavi della vittoria gobba? Avevano uno squadrone? No. C’erano un allenatore capace, bravo anche nel lamentarsi degli arbitri, e uno staff atletico e medico all’altezza. Ricordo che l’anno prima erano pieni di infortuni e davano addirittura la colpa al clima di Vinovo. Se penso a come è stato rovinato Pato, mi parte ancora l’embolo. Meglio non pensarci.

E’ inutile invocare campioni che non possiamo permetterci. Ne abbiamo uno. Sgridiamolo in privato,multiamolo , perché ha sbagliato. Sarà durissima a Roma e non facile neppure con il Parma senza di lui. Tuteliamolo e difendiamolo in pubblico, però. Me ne faccio un baffo delle dichiarazioni di personaggi famosi. Gonzalo è caduto nelle provocazioni di una giacchetta nera, abboccando come un pesce all’amo. Benissimo fa, secondo me, la Società a inoltrare il ricorso. E benissimo farebbe, se chiedesse con forza alle alte sfere di bloccare Mazzoleni per un periodo almeno doppio rispetto a quello di Higuain. Che la finiscano di prenderci in giro, puntando sulla nostra mediocrità. Checchè ne pensino molti, secondo me noi abbiamo diversi buoni giocatori. Non mi convincerò mai del fatto che Calha sia una schiappa, anche se sta giocando male. E non credo che, per dirne uno, Laxalt sia la pippa delle ultime prestazioni. Facciamo in modo che possano rendere al massimo e non al minimo, preparandoli e curandoli come Dio comanda e schierandoli in un giusto canovaccio tattico. Ridotti come siamo, occorre qualche acquisto a Gennaio.Su questo non ci piove. FPF o non FPF, lì avremo la prova di quel che vale e che vuole la nostra proprietà. Nel frattempo occorre stringere i denti e cercare di non staccarsi troppo dalla Lazio. E pure dalla Roma. In quest’ottica avrei tanto gradito che Caha e Kessie rimanessero a Milanello. Piaccia o non piaccia, bisogna essere, purtroppo, realisti. L’obiettivo è il quarto posto. Non il primo. Il divario con gli altri è troppo grande. Ma, se non cominciamo mai a risalire la china, resteremo inferiori anche a Roma e Lazio. E’ vero che per tornare in alto occorre avere prima di tutto una grande Società. Risulta, però, paradossale e induce ad un’amara ironia vedere più dirigenti autorevoli in tribuna che giocatori arruolabili. E , se tra questi spiccano campioni come Montolivo, Abate, Josè Mauri e Bertolacci…. Be’, allora la legge di Boyle risulta impietosa con le mie pressioni e i miei volumi. Ma lei è corretta. Bisognerebbe semplicemente ridurre le prime e aumentare i secondi. E non ci vorrebbe poi molto, eh! A me basta poco per sognare. Sono conscia di limiti e difficoltà. Non pretendo la luna. Gradirei, per esempio, un’analisi accurata sull’operato dello staff medico e atletico. Un confronto con la guida tecnica. Un mercato di Gennaio fatto non di campioni ma di buoni giocatori da scegliere cum grano salis. Astenersi da mezze punte, per favore. Vorrei una Società in grado di far sentire le proprie ragioni in alto loco. Una Società che pretenda rispetto. Non possiamo farci irridere e pagare dazio anche con un arbitro della Primavera. Non va bene concedere giocatori acciaccati alle Nazionali. Se tornano infortunati, sarà solo colpa nostra. Non del destino cinico e baro. Il quarto posto è fondamentale per il presente e per il futuro. Io non lo vedo come un’utopia. La mediocrità non è una condizione irreversibile per chi ha voglia di sconfiggerla. La legge di Boyle mi guarda sogghignando. Mi ribello. Hai poco da ridere, tu! Lascia che una Società in gamba faccia diminuire la pressione delle mie frustrazioni e vedrai come aumenta il volume dei miei sogni. Forza Milan!

Chiara

P. S. Grazie, Jodis, per il link alla splendida poesia del Carducci letta dalla Villoresi. Mi hai fatto un regalo che mi ha emozionato. Anch’io ho attraversato la Maremma toscana. Mi è piaciuta un sacco.

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.