Antichi o nuovi scenari?

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Proviamo a parlare di calcio in questo terribile momento per tutti noi con i cimiteri stracolmi di bare di cari che non ci sono più. Non mi addentro più di tanto, lascio alla sensibilità di ognuno cercare di trovare la forza di guardare avanti o di ripiegare su stesso, allontanandosi da ogni futile argomento. Non è possibile, a parer mio, parlare specificatamente di Milan, se prima non si tenti di capire lo scenario che ci attende. Riporto qui un articolo di Calcio & Finanza sulla ricaduta economica di questa peste sul nostro calcio.

Lo stop al calcio a seguito dell’emergenza Coronavirus impone ai club e alle Federazioni un ragionamento sul danno economico che deriva dall’impossibilità di scendere in campo per disputare le partite. Dalla Premier League alla Serie A, tutti si trovano a dover fare i conti con una potenziale flessione dei ricavi. A tal proposito, KPMG Football Benchmark ha studiato per ognuno dei top 5 campionati europei – Premier League, Liga, Serie A, Ligue 1 e Bundesliga – l’impatto economico dello scenario peggiore: stop definitivo alle partite e stagione 2019/20 conclusa anzitempo. Il primo effetto analizzato è quello sui ricavi da stadio. Secondo KPMG la Premier League potrebbe perdere tra i 170 e i 180 milioni di euro, mentre la Liga spagnola segue al secondo posto con potenziali ricavi mancati per 150-170 milioni.Terza la Bundesliga, con i club che in caso di stop definitivo non incasserebbero tra i 130 e i 140 milioni di euro. Penultimo posto per la Serie A, che potrebbe perdere intorno ai 90-100 milioni (Calcio e Finanza aveva stimato una perdita di 30 milioni circa per il mese di marzo), mentre la quota per la Ligue 1 è pari a 50-60 milioni. Per quanto riguarda i diritti Tv, il rischio di una contrazione dei ricavi va dai 700-800 milioni della Premier League fino ai 100-200 milioni della Ligue 1. Per la Serie A, al terzo posto per quanto concerne i diritti Tv, il danno sarebbe pari a 350-450 milioni di euro. Infine, la parte commerciale e quella relativa agli sponsor in generale. In questo caso è più difficile stimare gli eventuali mancati ricavi, che secondo KPMG si aggirano attorno ai 250-300 milioni per la Premier League. La cifra scende fino ai 100-150 milioni della Serie A e ai 100-140 milioni della Ligue 1. In totale, si va da oltre un miliardo di euro di danno per il massimo campionato inglese, fino al minimo di 300-400 milioni per la Ligue 1. In totale, i top 5 campionati europei subirebbero un danno quantificabile tra i 3,5 e i 4 miliardi di euro. Per un ragionamento più preciso bisognerà ovviamente capire anche come si evolveranno i costi dei club e se saranno presi provvedimenti in relazione agli stipendi o altre misure volte ad alleggerire le perdite che si potrebbero subire. Perdite che sarebbero sicuramente meno ingenti qualora la stagione dovesse riprendere nel giro di poco tempo.

Fonte Calcio & Finanza

Alla luce di quanto riportato in questo articolo anche il calcio, e non poteva essere diversamente, avrà una ricaduta economica molto pesante a causa della pandemia in corso. Le perdite stimate sono tra i 3,5 e i 4 miliardi di euro per i 5 campionati principali europei; tenendo presente che molte squadre hanno i conti in rosso, e per portare un bilancio decente organizzano artifici finanziari che sfiorano l’illegalità, diventa lecito chiedersi quali scenari ci saranno al termine di questo sciagurato periodo. La Fifa e i governi stanno già pensando di mettere in campo delle risorse per aiutare i club, cosa che mi atterrisce se penso all’intera economia mondiale che sta per andare a scatafascio, ma ormai non mi faccio alcuna meraviglia. Chi vi scrive è stato contattato in settimana dalla propria azienda per una decurtazione dei propri emolumenti per superare il momento complesso. Voi pensate che i calciatori accetteranno un simile ragionamento? Non ci credo e lo ritengo impossibile. Alla luce quindi di un momento del genere cosa accadrà del nostro amato sport?

Io penso che forse questa sarà l’occasione per costruire un calcio eticamente più sano. I big se ne andranno in campionati che possono attutire meglio lo shock economico? Meglio, se ne vadano. Il calcio ha maledettamente bisogno di tornare a dei sani principi, il calcio ha bisogno di dare l’esempio in un mondo che non sarà più lo stesso, questo è quello di cui occorre prendere atto. Gente come Cellino merita di sparire da questo mondo sportivo, i procuratori sanguisughe e spietati si godano quanto indegnamente introitato in altri lidi, non solo marittimi. Ma leggo di squadre che preparano il ritorno nei ritiri e questo fa capire in che mondo ci troviamo. Ma forse questi sono solo i miei “desiderata”, forse dopo si tornerà al solito schifo con i club più ricchi che scaveranno un ulteriore gap con i meno ricchi. Non lo so, non è minimamente prevedibile, perchè la situazione è in divenire.

A livello economico europeo, i singoli stati (come l’Italia) saranno autorizzati a sforare nel debito rispetto ai patti di stabilità…e questo mi induce a pensare che a cascata anche l’FPF andrà a farsi benedire. Questo come potrebbe influire sugli equilibri del calcio? Molti club potranno tornare ad investire? Oppure i club più forti spenderanno ancora di più e senza ritegno? Oppure ancora (e qui veniamo a Casa Milan) chi ha i paletti restrittivi gioverà di una sanatoria che ci permetterà di spendere con più libertà? E cosa farà la proprietà del Milan se dovesse finire la scusa dell’FPF? Mi viene da ridere…anzi no…torno a piangere.

Gianclint

 

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.