Romagnoli, i supereroi e la realtà dei fatti

8050

Siamo arrivati alle pendici del Mortirolo, ci abbiamo messo del nostro ma non abbiamo molta scelta, o cominciamo la salita e scolliniamo, oppure rimarremo impiantati sui pedali con il serio rischio di ritornare indietro di diversi anni. Inutile dire che le ultime settimane si stanno trasformando in un brutto incubo che mette in discussione ogni pensiero, anche per chi, come me, è sempre rimasto fiducioso. Io lo sono ancora ma non ho nemmeno il prosciutto sugli occhi da non vedere l’involuzione di alcuni giocatori e anche di gioco. Ci sono dei problemi e come la vita ci insegna, vanno affrontati e superati. Senza scomodare mille frasi fatte sull’argomento è assolutamente vero che l’approccio al problema è già una parte della soluzione, quindi ora serve cambiare marcia.

Il post derby è stato traumatico, non tanto per il risultato, già pesante e rotondo di suo, ma per la sensazione di impotenza che si è vista sul campo a più riprese. Quelli là sono forti, sono stati costruiti per vincere subito e tanto. Ora, il fatto che in due anni, con tutte le spese sostenute, abbiamo portato a casa gli stessi titoli nostri, lo fanno passare in secondo piano, ma oggettiavemente sono una squadra più matura di noi, non solo anagraficamente parlando. Noi dovevamo affrontare un momento di difficoltà, purtroppo è arrivato in un momento decisamente complicato anche in termini di calendario, però tant’è, c’è poco da fare se non porre al più presto correttivi e soluzioni. Bisogna trovare i migliori da schierare ogni partita, anche in base agli avversari. In merito a questo non posso dire che il tifo rossonero si sia rivelato pronto a portare soluzioni e coeso nel pensare al bene della squadra. Purtroppo, come era prevedibile, ai primi momenti di difficoltà, i distributori di patenti di tifo e i soliti strimpellatori di cazzate hanno fatto capolino, dividendo, come sempre, chi ha diritto di definirsi tifoso e chi invece non può permettersi di dissentire dal pensiero di regime e quindi automaticamente bollato come non tifoso. Il principale pomo della discordia è stato sicuramente Romagnoli. Intoccabile per gli illuminati del tifo e tangibile fonte di guai per i buchi neri del web. Io, ovviamente, mi metto nella lista dei secondi. Non sarei qui. Non lo faccio da tifosotto, per presa di posizione o per antipatia nei confronti del ragazzo di Anzio, ma semplicemente perchè le prestazioni e le difficoltà sono davanti a tutti. Non dal derby. Chi ha avuto il coraggio di scomodare Vasco Rossi nelle sue invettive contro i tifosotti, non dovrebbe sottolineare solo il dovere dei tifosi ma anche i diritti che ogni tifoso può avere. Le offese e gli insulti non sono mai tollerabili ma la critica e la presa di posizione per il bene del Milan lo sono sempre. Chi vuole panchinare il capitano, lo vuole perchè non può vedere gli avversari maramaldeggiare indisturbati davanti a Donnarumma. Lo vuole perchè è troppo tempo che la crescita del ragazzo è ferma. Lo vuole perchè un capitano deve anche saper riconoscere un momento di difficoltà e fermarsi per il bene della sua squadra. Serve una svolta, in primis da lui. C’è un problema di assetto sicuramente ma raccontare la favoletta che Milito superava costantemente Abate perchè si era creato un clima di terrorismo psicologico intorno al terzino del Giannino è una cazzata. Quindi provare a giustificare le prestazioni di Romagnoli con le critiche che gli sono state mosse è solo fazioso e degno di opinionisti dai giusti toni. Io non lo sono, mi spiace. Romagnoli va panchinato, punto. C’è un bene primario ed è quello di arrivare nelle prime quattro e io da tifoso non sono obbligato a tifare o sostenere Romagnoli, sono obbligato a tifare il Milan. Quindi mio caro supereroe, tu continua a viaggiare sulle tue frequenze e ad affiancarti ad un nome che se avesse un copyright ti dovrebbe chiedere i danni, che a dire come stanno le cose realmente ci pensiamo, come sempre, solo noi di Milan Night. La prossima volta raccontaci che il Giannino era colpa dei tifosi che non sostenevano il Condor, così almeno chiudi il cerchio. Chiudo questo passo seguendo le orme della citazione di Vasco “….voi abili a tenere un piede qua e uno là, avrete un avvenire certo in questo mondo qua, però la dignità dove l’avete persa…”.

Era colpa dei tifosi se pensava di fermare Milito soffiando sul pallone…

Tanto per ribadire come il nostro pensiero sia libero e senza nessuna preclusione la panchina dovrebbero vederla anche altri giocatori, Pino dal belgio è un altro esempio ma non è l’unico. Onestamente anche l’Ibra soverchiato da Erlic va discusso ben più dell’Ibra a Sanremo (che Ibra possa perdonarmi, la mia non è infedeltà ma solo presa visione. Scusa). Qui serve mettere le basi per il futuro, adesso, di fronte alla montagna va valutato chi sa salire e chi invece si arrende. Davanti alle difficoltà, potremo vedere chi è da Milan e chi invece è stato una piacevole comparsa ma non serve a migliorare la nostra crescita. Non si deve buttare tutto, anzi, ma proprio perchè la difficoltà c’è, deve essere utilizzata per chiarirci le idee per i prossimi anni. Il valore di un giocatore è diverso dall’exploit, il primo dura nel tempo, il secondo è proprio un evento occasionale. A noi serve programmazione e visione del futuro, altrimenti da questa montagna ne usciremo con una crisi senza fine che ci porterà ad accumulare un ritardo mostruoso. Ripartiamo dalle cose belle fatte nell’ultimo anno, ripartiamo dalla SPENSIERATEZZA che questa squadra aveva fino a poche settimane fa, prima che qualcuno in società e in squadra iniziasse a parlare di scudetto. Dello scudetto posso parlare io, voi dovete avere la testa su ogni singola partita. Questa stagione è cruciale per noi, non va lasciata per strada. Quello di bello che arriverà, sarà un successo.

Per concludere metto un pò di benzina sul fuoco. Ora va compattato il gruppo e cementato il tutto per arrivare dove si deve. Però, va affrontato anche un altro argomento, molto delicato ma decisamente importante. Un argomento che non viene fuori a seguito del derby o delle ultime prestazioni ma è sempre stato sul tavolo ma non è facile da ragionare. Se il risultato finale di questa stagione dovesse essere quello sperato, la guida tecnica non potrà essere la stessa. Pioli avrà dato tutto e avrà fatto un grandissimo lavoro ma non sarà possibile fare di più. Penso che questo sia chiaro a tutti. Serve un impavido e un condottiero a questi ragazzi, il Pioli on fire serve in questo momento della nostra vita rossonera ma non ci potrà essere utile una volta che la ruota comincerà a girare come nel passato. Uomo per bene e persona pulita che dovremo ringraziare per i bei momenti che ci ha fatto (e speriamo ci farà vivere nei prossimi mesi) ma che per ambire ad altro, come il Milan dovrebbe fare, servirà a poco. Siccome il film lo abbiamo già visto nelle stagioni scorse, evitiamo di commettere gli stessi errori. Uniti verso l’obbiettivo e pronti ad affrontare le difficoltà ma svegli anche su quello che sarà il futuro del Milan.

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.