Milan è arrivato il tuo “Feb Madness”

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Prendo in prestito uno dei tanti slogan americani che fanno tanto marketing e rendono speciale qualsiasi evento sportivo a stelle e strisce, anche il più semplice. Chi è appassionato di college basket americano, sa che il “March Madness” è ormai uno degli eventi sportivi più importanti e seguiti di tutto il panorama studentesco d’Oltreoceano. Si tratta della fase finale del torneo di basket, appunto, che nel mese di Marzo porta alla conquista del trofeo dopo un mese di scontri diretti, ad eliminazione diretta, tra ben 64 squadre partecipanti. Proprio mentre mi è capitato di dare un’occhiata al calendario del nostro mese di febbraio, mi è venuto in mente questo paragone, che potrà sembrare eccessivo ma che, personalmente, ritengo calzante.

Crotone, SPEZIA, STELLA ROSSA, cuginastri, Stella Rossa e ROMA. In maiuscolo le partite fuori casa. Questo è il nostro “Feb Madness”, mi perdoneranno i puritani ma questo mese di febbraio è proprio da “follia”. Inutile nascondersi e far finta di niente. In queste partite ci giocheremo tantissimo, direi una bella fetta di stagione. Assodato che la società ha alzato il mirino in campionato, anche la competizione europea, a mio modo di vedere, non deve essere in alcun modo sottovalutata. Se ho accettato di buon grado un derby perso in Coppa Italia, per un “bene superiore”, non accetterei allo stesso modo una sottovalutazione dell’unica competizione europea che stiamo giocando dal 2014. Soprattutto, dobbiamo toglierci quella “puzza sotto il naso”, di berlusconiana memoria, nei confronti della coppa portaombrelli, che per chi non lo sapesse, nella nostra bacheca continua a mancare. Io della nostra bacheca sono sempre molto fiero. Non fare esperienza in Europa, ci porterà ad affrontare le prossime competizioni con un gap importante. Pensiamo solo a Milan-Arsenal e Milan-Lille, quando abbiamo preso due belle bambole da due squadre abituate a quel tipo di competizione. Ma torniamo al nostro mese folle. L’eliminazione in Coppa Italia ci dà l’opportunità di sfruttare circa 15 giorni di lavoro a Milanello, senza partite infrasettimanali. Possiamo e dobbiamo recuperare la benzina che nelle ultime uscite iniziava a scarseggiare, ma, cosa ben più importante, possiamo portare a regime i lungo degenti che stanno rientrando, Bennacer e Calhanoglu su tutti. Poter lavorare con intensità per tutta la settimana, aiuterà anche Mandzukic e gli altri nuovi arrivati, ad entrare maggiormente nel gruppo e potranno dare rotazioni, durante questo mese, fondamentali per arrivare lontano.

Inutile dire che in questo “Feb Madness”, si deve arrivare al 21 febbraio nelle migliori condizioni possibili, senza lasciare nulla tra Crotone e Spezia. Noi dobbiamo fare il nostro, poi si vedrà alla fine del mese cosa succederà e dove saremo. Non dobbiamo vivere con l’ansia di arrivare in testa fino alla fine del campionato, anzi, quella è l’ansia che devono avere gli altri. Dobbiamo solo mettere in campo le cose belle e positive di questo ultimo anno, poi quello che succederà verrà accolto sempre di buon grado. Non sarà un insuccesso, come vorranno farci credere, non essere arrivati fino in fondo, anzi, sarà l’inizio di un nuovo percorso che ci vedrà protagonisti. Nel mese della follia, ci servirà anche pò della follia positiva che ci ha accompagnati in questa lunga stagione, spensieratezza deve essere il nostro motto. La spensieratezza che ci servirà per combattere la rabbia, l’ansia e il terrore che gli altri metteranno in campo. D’altronde sono mesi che siamo in testa, prima grazie a Ibra, poi grazie alla fortuna, poi grazie ai rigori e poi grazie alle mancanze degli altri. Ma il campo, per ora, non mente, siamo lì con merito e agli altri non resta che la battaglia mediatica.

Nel nostro personalissimo “Feb Madness” dobbiamo aspettarci di tutto. Anzi, meglio, dobbiamo aspettarci tutto il peggio possibile. Lo stiamo già vivendo da settimane. Analisi approfondite sui rigori, “fortuna o merito”. A proposito, quel sondaggio di Sportmediaset ha dimostrato, se c’erano dubbi, a che livello infimo si sono ridotte le redazioni per avere un click in più. Arbitri messi sotto pressione la settimana prima della partita, in questo il piangina di Bergamo è stato maestro (assodato che fisicamente di hanno rovinati). Cartellini distribuiti con grande generosità ai nostri ragazzi, guarda caso, abbiamo squalificati ogni giornata, mentre gli altri possono fare il rodeo in campo e se la ridono (Pirlo con Bentancur esempio lampante). Adesso il “disco caldo” è il razzismo di Ibra nei confronti del povero e mansueto Lukaku. Stiamo vivendo, almeno io ritengo così, uno degli scandali più grandi degli ultimi anni. Uno scontro verbale, forte e sbagliato, è stato trasformato in una guerra santa contro Ibrahimovic e di riflesso contro questo Milan impudente, che continua a stare là davanti senza permesso e con molto fastidio da parte di chi ha messo sul tavolo milioni di euro per arrivare in fondo davanti a tutti e sta vendendo complicarsi il proprio progetto. Non vivo nessuna sindrome di accerchiamento, mai avuta, quando sei forte hai sempre tutti contro, però portare lo scontro Ibra-Lukaku davanti ad una procura fa ribrezzo. Lo dico per entrambi i giocatori, sia chiaro. In campo, succedono e se ne dicono anche di peggio, per non parlare di colpi proibiti che spesso riescono anche ad eludere le mille telecamere. Dare del razzista a Ibrahimovic, che convive dal giorno uno con l’etichetta di “zingaro”, fa sorridere. Ora è arrivato il momento di Gazidis, paladino del “No to racism” fin dal suo arrivo a Milano. Che metta in piedi la sua conoscenza dell’argomento per limitare al massimo le chiacchiere di chi vuole colpire il Milan con il falso perbenismo, gli stessi che ora gridano al razzismo sono quelli che poi ai giocatori dello stesso colore di Lukaku ululano e urlano le peggio cose.

Insomma, ci aspetta un bel mesetto. Un mese nel quale possiamo veramente capire cosa ci riserverà il futuro, abbiamo la possibilità di preparare le partite e dobbiamo sfruttare questo piccolo vantaggio a nostro favore. Non dobbiamo avere paura di questo “Feb Madness” perchè, se ci pensiamo bene, sono ormai 11 mesi che conviviamo con questa squadra folle che ci sta regalando emozioni ormai sopite da troppo tempo. Stay Hungry, Stay Foolish.

FORZA MILAN

Johnson

 

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.