Mi sto… Stupendo!

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Se temevo la partita contro il Napoli, temevo ancora di più quella contro la Fiorentina per tanti motivi. Primo l’assenza di Ibra che sappiamo bene quanto sia importante per questa squadra. Per quello che fa in campo, per il carisma che sprona (forse obbliga…) i compagni a dare il 100% ma, ancora di più, per la sicurezza che infonde a squadra e ambiente. Per la contemporanea assenza di Leao che obbliga Rebic a fare la punta centrale rompendo quel binario di sinistra che ad oggi si è dimostrato devastante. Perché la Fiorentina è certamente meglio di quanto non abbia fatto vedere sinora e con il cambio di allenatore mi aspettavo una reazione d’orgoglio dei giocatori. Per finire perché arriva la notizia del forfait di Bennacer che in questo momento forma con CaterKessie la miglior coppia di centrocampisti centrali del campionato e farne a meno rischia di compromettere un equilibrio perfetto quanto consolidato.  Non bastasse, visto che non abbiamo una rosa chilometrica, perché con i tre fuori più Casti vengono meno diverse alternative per i cambi in corsa che con la regola delle cinque sostituzioni può risultare penalizzante.

Invece, per l’ennesima volta, hanno smentito i miei timori. Se abbiamo un po sofferto all’inizio, diciamo fino al primo vantaggio fino al quale la fiorentina prova a metterci li ed a pressarci alto impedendoci di uscire, ripartire e fare il nostro gioco, per il resto della partita si è visto un Milan autoritario e maturo che ha gestito la partita a piacimento. Dopo il raddoppio mi è sembrato di vedere una squadra di veterani anziché la banda di ragazzini che sono. Abbiamo tenuto palla, rischiato pochissimo ed è sembrato che quando decidevano potevano andare nuovamente a rete a piacimento. Nonostante fossero i viola a dover cercare il pareggio, o per lo meno provare a riaprire la partita, le occasioni migliori e più numerose le abbiamo avute noi, compreso un palo che grida ancora vendetta, un rigore sbagliato (un po dubbio per la verità), diverse occasioni in area non concluse per un soffio (vedi Diaz che si incaponisce in un dribbling improbabile togliendo la palla ad un compagno per un facile tiro in porta) ed un altro rigore che forse c’era su Pino perché un conto è un contatto di spalla un altro un ruvido rusone (come si dice nelle banlieue milanesi, ma ci sta che l’arbitro non se la sia sentita di dare un terzo rigore dopo aver concesso il secondo non così plateale).

Nei 90 + recupero alla viola abbiamo concesso un tiro sul primo palo, un contropiede a Ribery (in sospetto fuori gioco), non proprio l’ultimo arrivato, ed un colpo di testa telefonato che per Donnarumma è pericoloso quanto un colpo di sparatappi per un Navy Seal. Occasioni disinnescate da un Donnarumma al limite dell’umano (specie sull’uscita contro Ribery) e per il resto ordinaria amministrazione. Ma quel che più mi ha stupito è stata la sicurezza con cui siamo scesi in campo. Un primo tempo in cui costruiamo la vittoria, pure soffrendo un po’ all’inizio, ed un secondo in cui ci “limitiamo” a gestire con la consapevolezza del più forte. A tratti è sembrata un’amichevole di inizio stagione. Forse i migliori 45’ di questo campionato per autorità e sicurezza. Non è stata una passeggiata ma l’hanno fatta sembrare tale. Se consideriamo le assenze, la stanchezza dovuta al ritmo incalzante di questa stagione, sembra davvero di sognare e, ribadisco, vorrei tanto non essere svegliato.

cliente difficile? niente paura…

Il fatto è che questa squadra, oltre ad andare oltre le più rosee previsioni, lo fa con una tranquillità disarmante stando in campo in modo diverso a seconda dell’avversario e del momento della partita. Anche dopo la prima sconfitta (contro il Lille) ha reagito come se nulla fosse ricominciando a macinare come un mulino e se cercavamo una prova (ulteriore) del suo valore ce l’hanno data. Con Ibra e senza Ibra, con questo o con quell’altro, con in cabina di regia Pioli o Bonera (oddio, l’ho detto…) la squadra gioca sempre a memoria, mostra di sapere quello che deve fare, sa come farlo e non si accontenta mai. Di prova in prova anche nei momenti che, per le circostanze, sembrano difficili riesce sempre a stupirci.  Anche quando pare tutto più complicato riesce a rendere tutto semplice.

Quindi, dopo le prime nove, primi con cinque punti di vantaggio sulle seconde, sei sulla zona champions, sette vittorie e due pareggi, nessuna sconfitta, due vittorie contro le avversarie dirette per i posti CL ed un solo pareggio (che grida vendetta), un derby vinto con merito lottando come leoni incazzosi, in piena corsa per la qualificazione alla fase diretta della EL, caterve di gol segnati e record su record macinati. I numeri dicono questo ed i numeri non mentono.

Siamo solo al primo quarto di stagione e tutto si deve ancora decidere. Meglio rimanere con i piedi per terra, pensare partita dopo partita e dopo si vedrà anche se mi pervade una strana sensazione ed ora ho più timori di prima. Sembrerà strano ma c’è un motivo. Per la prima volta dopo tanti, troppi anni, ci giochiamo seriamente qualcosa di importante e non riesco più a vedere le partite con quel distacco che mantenevo fino a non troppo tempo fa quando, in fondo, non avevamo nulla o quasi da perdere. Più andiamo avanti così e più sembra che gli obiettivi si possano realizzare e quindi, di conseguenza, maggiore sarebbe la delusione in caso di fallimento e di qui il timore. Sotto un altro punto di vista invece ho ritrovato il gusto di soffrire, l’adrenalina che mi scorre a fiumi, la gioia per ogni gol che significa un altro pezzetto verso il risultato finale, la voglia che inizi la partita successiva appena finita quella in corso. In fondo, volendo vedere, anche il timore può essere una bella sensazione. Sono fatalista per natura e quindi sarà quel che sarà, ma nel frattempo Mi sto… Stupendo!

PS: Oltre a stupirmi, o forse proprio per questo, vivo costantemente col cruccio di cosa possa aver causato un cambiamento così straordinario oltre che quasi repentino ed assolutamente imprevedibile. Vi riporto alcune frasi tratte da un’intervista…

“non ho mai perso la passione per quello che faccio”
“Ogni volta che scendo in campo mi sento come un bambino che mangia una caramella per la prima volta”
“ho capito che il pallone è il mio miglior amico. E voglio stare con il mio miglior amico tutta la vita”
“La vita è tutta una questione di sfide”
“per me era una grande sfida tornare qui per cercare di cambiare la mentalità, per trasmettere alla squadra ed ai giocatori cosa fosse il Milan. Il Milan che conosco Io”
“Metto molta pressione sui miei compagni, cerco di tirare fuori il massimo da ciascuno di loro, alcuni la prendono bene, altri un pò meno, altri non reggono”
“rendono solo quando hai bisogno, invece Io ho deciso che dobbiamo farlo ogni giorno, perché il modo in cui ti alleni è il modo in cui giochi”
“che tu sia giovane o vecchio ti metto la stessa pressione. Perchè se sei qui c’è un motivo, sei qui è perché sei abbastanza bravo”
“giovani o vecchi sul campo per me sono tutti uguali”
“ho bisogno di sentirmi vivo, di restituire qualcosa”

Indovinate di chi sono queste parole. Non so se è solo questo o se c’è altro, probabilmente si, so solo che è… Stupendo !

FORZA MILAN

Axel

Puoi cambiare tutto nella vita. La fidanzata, la moglie, l'amante, la casa, il lavoro, la macchina, la moto e qualsiasi altra cosa che ti viene in mente. Solo una cosa non potrai mai cambiare. La passione per questi due colori. "il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari". Grazie mamma che mi hai fatto milanista, il resto sono dettagli.