Mancanza di cultura

Vi sono debitore di ben due articoli del Day after ma cosa volete lavoro e famiglia hanno avuto il sopravvento su tutto. Per farmi perdonare ritorno a scrivere e di cose da dire ne abbiamo parecchie.

Partiamo da Milan-Lazio fino ad arrivare al derby della settimana scorsa.
Inizio subito forte, e analizziamo quello che si è visto nei minuti finali della partita contro la Lazio. La situazione che abbiamo vissuto ha del grottesco, una gestione assurda ed incredibile da parte del Var.

Se non ricordo male il Var è nato per aiutare gli arbitri nelle situazioni più difficili da valutare per ridurre al minimo gli errori. Ma a me sembra che negli ultimi tempi il Var stia mettendo sempre più in difficoltà i già precari arbitri italiani.
Ma andiamo nello specifico. Nella situazione del contatto Pavlovic-Marusic non può essere MAI rigore. È andata in onda una pantomima indegna ed imbarazzante.

Non si può richiamare l’arbitro per un fallo di mano immaginario, impiegare nove minuti per valutare il nulla per poi uscirne con una spiegazione incredibile: “il numero 31 del Milan ha il braccio fuori sagoma ma prima subisce fallo”. Ma fuori sagoma de che? Veramente imbarazzante. E se Romagnoli segnava cosa faceva il Var? annullava il gol?

Manca veramente cultura sportiva, quell’episodio andava gestito come aveva fatto l’arbitro, prima di essere richiamato, assegnazione del calcio d’angolo e fine delle trasmissioni, perché stiamo parlando del nulla.

Ora i laziali protestano anzi sono in silenzio per protesta, ma se fosse successo a maglie invertite?? Ovviamente non sarebbe stato rigore. Siamo sempre li. Manca cultura sportiva lo stesso episodio viene valutato a seconda della convenienza senza un minimo di onestà intellettuale. Inoltre mancano obiettività, analisi e senso critico imparziale.

In un calcio che faccio sempre più fatica a riconoscere, dove tutto è gazzara e portato agli eccessi, ci mancava solo il Var, che mi ha tolto il gusto di guardare la partita, il gusto di esultare perché devi aspettare cosa dicono i soloni davanti al computer. Una sofferenza atroce.

Ma la mancanza di cultura l’abbiamo anche all’interno della nostra società. E qui parliamo di cultura sportiva.

Nelle ultime due partite Mike Maignan è stato l’autentico protagonista delle nostre vittorie. Tre paratone nel derby compreso il rigore su Calhanoglu e una dopo due minuti contro la Lazio. Ma i nostri prodi non hanno cultura sportiva e la gestione del portiere francese è sotto agli occhi di tutti.

Dopo aver trovato l’accordo ed essersi stretti la mano i nostri eroi si sono tirati indietro presi dalla paura dei mancati introiti della Champions, e ora rischiamo di perdere uno dei migliori portieri al mondo. Magari firma per la Juventus o peggio ancora per l’Inter. Se dovesse veramente succedere spero per loro che siano già lontani da Milano.

È vero che fisicamente può essere fragile, vero che negli ultimi due anni ha reso sotto le aspettative, ma è anche vero che la squadra era un’accozzaglia di giocatori che indossavano la stessa maglia e in campo ognuno andava per conto suo.

Ora che Allegri ha curato la fase difensiva e la squadra ha un suo senso ed una sua identità ben precisa anche le prestazioni di Mike sono ritornate ad essere in linea con le aspettative. La cultura sportiva non s’inventa.

Come non sta inventando nulla Allegri. Ritorno a ripetere non è un allenatore che mi piace, perché il corto muso è l’anticalcio per chi è cresciuto con il Milan di Sacchi. Ma nella situazione in cui eravamo e in quella che ancora siamo, per la rosa che abbiamo quello che sta facendo è oro colato. Allegri è il nostro antibiotico, dal gusto amaro ma necessario per guarire.

E solo uno come Lui può tenere testa a quei quattro che siedono al quarto piano di casa milan. Certo di cose da sistemare ne abbiamo tante, ma il lavoro che ha fatto il buon Max da Livorno, soprattutto a livello mentale, è straordinario e meraviglia la velocità con cui lo ha fatto.

Fonseca e Conceicao lo scorso anno hanno fatto la guerra agli atteggiamenti con parole dure e punizioni, magari giuste. Ma la comunicazione è cambiata e anche il modo di punire è cambiato.

Anche qui cultura ed intelligenza vanno a braccetto, ora sembriamo un gruppo, soprattutto unito.

E siamo lì con una squadra che non ha ricambi per via di una rosa volutamente risicata, che molto probabilmente sta giocando al di sopra dei suoi limiti tecnici ma sopperisce con spirito, sacrificio e compattezza.

La cultura manca anche nella Federazione, oggi leggo della nostra nazionale Under 17 terza ai mondiali, credo che i giocatori giovani buoni ce ne siano in Italia, ma bisogna avere il coraggio di farli giocare, farli sbagliare. Invece in un sistema che non si vuole combattere perchè fa comodo a tutti, si perdono, in balia ai procuratori, a famiglie che pagano questi individui per farli giocare. Il sistema meritocratico è sparito per un movimento calcio che prima gli insegna a fare gli attori e poi a giocare a calcio. Sul saper giocare a calcio aentriamo in un discorso lungo e complesso. Poi ci lamentiamo che non andiamo ai Mondiali e se ci riusciamo verremo a casa molto presto. Se non si fa un cambio di mentalità e di cultura siamo destinati al peggio come movimento. Ma bisogna avere voglia di farlo.

Prima parlavo di corto muso che è il marchio di fabbrica del nostro mister. Beh vincere il derby è sempre bello. È la partita che sento sempre molto a livello emozionale, e vincerlo fa sempre bene allo spirito. Poi vincerlo vedendo loro rosicare è ancora più godurioso.

Intanto portiamo a casa i punti, che poi sono la cosa importante, per il bel gioco c’è tempo ma serve anche un’altra rosa ed un’altra società.

Chissà se sono contenti di essere nei piani alti della classifica. Vincere costa parecchi bigliettoni.

W Milan

Harlock

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"Quando il Milan ti entra nelle vene avrai sempre sangue rossonero" Ho visto la serie B, ho visto Milan Cavese, ho toccato il tetto del Mondo con un dito e sono ricaduto ma sempre rialzato. Ho un papà Casciavit....Grazie per avermi fatto milanista.