I diritti e i doveri del tifoso

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Sarò onesto, la notizia di Mourinho a Roma mi ha generato non poco malumore e fastidio. Direte voi, ma che te frega della Roma? In realtà avete ragione, non mi dovrebbe interessare ma in questo arrivo, bollito, a fine carriera e con l’artiglio poco affilato, io vedo un messaggio che, ahimè, invidio molto ai tifosi giallorossi. La possibilità di sognare e di generare coinvolgimento in un momento di depressione generale. Ebbene si, il tifoso ha il diritto di sognare, ha il diritto di poter immaginare raggiungibile qualsiasi risultato e la squadra per la quale tifa deve essere in grado di generare entusiasmo e deve soffiare sulla voglia dei tifosi stessi.

Perchè invidio i tifosi giallorossi? A parte che la Roma, probabilmente per il primo anno da oltre un lustro in questa stagione finirà dietro di noi, quindi partono già da una base più alta rispetto alla nostra. Non hanno vinto nulla, è vero ma sono stati competitivi, hanno avuto la possibilità di partecipare attivamente alle competizioni alle quali hanno partecipato. Cosa che non possiamo dire noi che veniamo da anni di lotte per arrivare in Europa e campionati giocati per metà (se andava bene). Il tifoso deve avere la possiiblità di entusiasmarsi e di vedere un futuro migliore. Non so se Mourinho lo sarà per la Roma ma sicuramente l’effetto cercato dal suo ingaggio è stato centrato. Nella capitale il banco è saltato, in positivo e questa è una bella notizia, oltre al fatto che una potenziale rivale per l’accesso all’Europa nella stagione 2021/22 ha preso comunque un allenatore di assoluto valore. C’è un’idea di progetto, cioè quella di arrivare a competere ad alti livelli, anche a fronte di investimenti importanti (e pericolosi), però è un’idea, che reputo sempre migliore di non avere idee.

Il nostro progetto invece qual è? La stagione che sembrava averci dato delle basi più o meno solide si è rivelata una mezza sola, perchè è ormai evidente che la dipendenza da ibra sia totale e necessaria, quindi, di fatto, non hai costruito nulla. Possiamo stare qui quanto vogliamo a raccontarcela ma questa squadra ci ha regalato emozioni e sogni fino a dicembre 2020, poi è implosa, per diversi motivi ma è implosa. Il tifoso del Milan però non ha il diritto di sognare, perchè prima, quando si era in testa, lo stesso ambiente rossonero invitava alla calma e invitava a guardare il reale obbiettivo, cioè la qualificazione in Champions. Ora che invece si è ad un passo dalla disfatta, chiamiamola con il suo nome, perchè la mancata qualificazione alla Champions, quest’anno sarà una debacle senza precedenti, lo stesso ambiente rossonero invita i tifosi a stare zitti e non criticare. Bisogna sostenere la squadra senza se e senza ma, perchè il risultato finale dipende anche da quello che i social e tifosi fanno per il Milan. Come se i cugini avessero vinto grazie ai tifosi che non hanno criticato mai Conte e le sue scelte oppure come se a Bergamo si stia facendo l’ennesima stagione bomba grazie al fatto che nessun tifoso abbia preso le difese di Gasperini o Gomez. Balle. Il tifoso del Milan ha il diritto di criticare se vede cose che non dovrebbe vedere, se vede che la sua società non solo ha mille teste ma ognuna di queste fa quello che gli pare e a cascata non si può pretendere che dei giocatori giovani, senza attributi e dalla personalità di un pappatacio possano fare tutto da soli. Così non va, per me.

Mi sono divertito ed esaltato per circa 20 giornate, ero convinto che un seme fosse stato posato. Credo di essere stato tra i pochi a pensare ad un possibile scudetto anche se ero consapevole che la scalata fosse veramente improba, eppure l’entusiasmo c’era ma non solo da parte dei tifosi. Per assurdo anche la società, in quel momento, non stava facendo particolari vaccate. Ma purtroppo è stato tutto un miraggio e ora siamo qui con la speranza e la consapevolezza che con o senza Champions il bluff di Elliott potrebbe essere visto da tutti. Ad Elliott e a Gazidis non interessa minimamente il risultato sportivo e lo dimostra il fatto che per il terzo anno consecutivo si arrivi a fine stagione con problematiche societarie mai risolte. Prima Leonardo e Gattuso, poi l’approccio con Rangnick e ora tra SuperLega e misteri interni, arriviamo ancora alle ultime giornate con la società in subbuglio. Ma tanto ci saranno i vari paladini della verità che ci diranno che Gazidis e Maldini condividono vedute e tutto, senza segreti. Bene così.

Intanto ci sarebbe da giocare una finale che tra follow e defollow, rinnovi, mosche che si atteggiano a giganti lanciando messaggi su Instagram, non ho idea di come potrà essere interpretata. Lo storico del girone di ritorno ci dice che sarà un macello ma la speranza è che finalmente questa gente abbia un minimo di spirito e di dignità per superare un ostacolo decisivo per l’obbiettivo finale. Nostro dovere tifare per fare in modo che una partita così importante sia foriera di imprese ma sarà anche nostro diritto non risparmiare nessuno in caso di fallimento, perchè l’alternativa è l’ennesimo anno zero che, onestamente, il tifoso rossonero non si merita più.

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.