
Il mercato del Milan è a dir poco deficitario, prova ne sia la lista dei giocatori andati in tournée che non sarà completa ma nemmeno così lontana dalla sua interezza. Un qualcosa di abominevole per essere l’anno del rilancio dopo il disastro marchiato a fuoco dal duo più dannoso che ci sia: Furlani-Moncada.
L’illusione che l’altro duo Allegri-Tare potesse davvero cambiare il nostro destino per molti non è mai esistita, per i più fiduciosi sta lentamente scemando. L’inesorabile trascorrere del tempo certifica la nostra pachidermica macchina decisionale incapace di muovere un solo passo senza che un pernicioso e burocratico apparato di comando dica la sua pur non avendo la minima competenza in materia. E’ inutile sperare in un vero cambiamento perché mai avverrà. Basta ricordarsi il mantra ripetuto fino allo sfinimento “senza risultati con gli americani si fanno gli scatoloni” e poi vedere come Scaroni (ancora zero risultati fronte stadio), Moncada (una marea di soldi buttati in giocatori ai margini e invendibili) e Furlani (bilancio in positivo solo vendendo il miglior giocatore dell’anno) siano sempre lì e lo siano sempre stati fin dai tempi di Elliott, guarda un po’ le coincidenze. Sono loro la vera catena di comando e sempre da loro tutto dipenderà altrimenti sarebbero già con i i famosi scatoloni in mano da anni non mesi.
Questa realtà dev’essersi mostrata in tutta la sua compiutezza a Massimiliano Allegri che nel giro di pochi giorni ha ricevuto le difese, chiamiamole così, di persone a lui vicine come Sabatini, Galeone e Zazzaroni. La prima dichiarazione di Sabatini in realtà non dice nulla di che anzi, se non fosse che non c’era alcun bisogno di farla e questo mi aveva insospettito. A stretto giro sono poi arrivate quelle di Galeone e Zazzaroni che hanno decisamente alzato il tiro tra giocatori voluti dal mister non rimasti né acquistati oltre a un “Milan a due anime e nessuna sintonia”.
Queste due ultime dichiarazioni sono quasi un crescendo e se non fosse che conosciamo ormai a memoria i nostri polli qualcuno potrebbe parlare di maniavantismo ma non lo è. Il Milan da anni sembra poggiare le sue stagioni su dirigenti separati se non in contrapposizione (ultimo caso Ibra da una parte Furlani e Moncada dall’altra), una roba inqualificabile in un grande club e difatti non lo siamo più da quando il superstite terzetto “elliottiano” ha preso tutti i posti di comando.

Tare è solo un’altra figura messa sull’altare del sacrificio, un altro parafulmine nemmeno voluto, l’ultima ruota del carro che Furlani ha deciso di prendere perché qualcuno doveva allontanare i riflettori dal disastroso lavoro di Moncada da lui avvallato che lo ha costretto a prendersi le pernacchie e gli sfottò anche dell’ultimo dei magazzinieri della serie C.
Igli non è certo uno dei migliori ds su questo pianeta altrimenti non sarebbe rimasto a spasso, ma se c’è una cosa che sa far bene è portare a termine le trattative con giocatori provenienti dal suo stesso bacino diciamo, come Xhaka e Jashari per intenderci. Sul primo ha dovuto rinunciare nonostante sia un profilo ideale per Allegri, col giocatore del Bruges avrebbe probabilmente intavolato una trattativa diversa.
Di Allegri sappiamo come gradisse e non poco Theo Hernandez così come avrebbe voluto la permanenza di Reijnders, il risultato è che li hanno venduti mantenendo in rossonero solo due dei quattro prediletti ossia Maignan e Leao. Theo e Reijnders sono operazioni di Tare? Assolutamente no, come non lo è Ricci, tutte decisioni del vanesio che tutto vuol gestire in spregio a una qualsiasi gestione razionale.
In tutta questa disarmonia e mancanza di reale collaborazione, Allegri da par suo sembra aver mosso le prime pedine perché non è l’ultimo degli stupidi. Se da una parte il profilo istituzionale è quello del “tutto bene, tutto bello, tutto fantastico” dall’altra parte le acque incominciano a muoversi e siamo solo nella seconda metà di luglio. Pensare che Max avrebbe iniziato così presto il ritiro per farlo con una rosa lacunosa, se non priva di elementi cardine è quasi un’offesa all’intelligenza del livornese. Allegri se non è l’ultimo allenatore che avrei voluto vedere sulla nostra panchina poco ci manca, ma se il dinamico duo pensa di aver a che fare con un pirla da poter infinocchiare come meglio credono han sbagliato i conti e non sarebbero i primi conti che sbagliano.
Andatevene tutti
Seal
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