Deserti, infortuni e ripartenze

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Dopo la traversata del deserto del Mondiale, certo un deserto popolato da fantasmagorici numeri 10 albicelesti e da cammelli da dribblare ma pur sempre una distesa di sabbia, vediamo finalmente all’orizzonte la ripresa del campionato fissata per il 4 gennaio cioè tra una settimana abbondante.

Sono tra quelli che non vedono l’ora che il proprio tempo e i propri pensieri ricomincino a tingersi di rossonero: una sosta nel bel mezzo della stagione, condita dalla massima competizione per Nazionali, è stata dura da digerire ed è stato un totale inedito, che peraltro speriamo non si ripeta mai più. E’ quindi davvero difficile pronosticare cosa potrà accadere una volta che verrà dato nuovamente lo ‘start’ alla stagione calcistica per club.

Non è difficile però soffermarsi su una delle poche certezze a nostra disposizione, ossia che il Napoli parta da un cicciosissimo +8 sulla seconda (che saremmo noi eh, ndr) e che sia l’ovvio favorito (favoritissimo) per laurearsi campione d’Italia dopo 33 anni di attesa. Ho già sfracellato ripetutamente le gonadi al fraterno amico Johnson su un concetto: se il campionato sarà chiuso o riapribile in qualche maniera, lo si saprà già alla fine della 18esima giornata (weekend 13-15 gennaio), quando il Napoli avrà affrontato prima l’inter e poi la juventus. Ecco, bisognerà capire in quel momento quale sarà la situazione di classifica e quali saranno i distacchi tra le prime. Il tutto in vista della IMPORTANTISSIMA Supercoppa Italiana / Derby del 18 gennaio, ennesimo crocevia stagionale e soprattutto partita che assegna un trofeo.

Si riparte quindi da Salerno, campo non semplice dove mancherà ancora una volta Mike Maignan, assente ormai da una infinità di partite: un danno incalcolabile per il Milan (anche alla luce delle prestazioni di Tatarusanu) e una mazzata sulle rotule per le ambizioni di trasformare una stagione altalenante e irrisolta in qualcosa di molto migliore per i nostri colori. Onestamente, al netto di diagnosi da bar (o da tastiera), da cui mi astengo volentieri, gli infortuni di diversi nostri giocatori chiave assumono ogni volta il tono dell’epopea e del mistero. E la perplessità nell’ambiente e tra i tifosi cresce, nonostante i soliti menestrelli prezzolati continuino imperterriti a minimizzare e a sbeffeggiare chi mostra qualche legittimo dubbio o preoccupazione.

Il Milan, dal primo luglio, ha collezionato oltre 700 giorni di assenza. Quasi 180 sono di Zlatan Ibrahimovic, che non è mai stato disponibile. Quasi 120 di Alessandro Florenzi, che starà fuori almeno fino a febbraio. Un centinaio di Mike Maignan. E così via, da Messias a Saelemaekers, da Rebic a Theo Hernandez, quasi tutti i calciatori della rosa di Pioli si sono fermati almeno una volta, molto spesso per problemi muscolari

Pioli ha avuto tre, quattro, cinque indisponibili quasi in ogni partita e Salerno non farà eccezione: niente Ibra, niente Florenzi, niente Maignan, quasi sicuramente niente Origi. Da valutare le situazioni di Messias e Krunic, che hanno lavorato da soli, in palestra. Piccole precauzioni da sovraccarico. Krunic però non ha avuto problemi recentemente, mentre per Messias la situazione è più delicata.

(fonte: Gazzetta.it)

Ancora fuori per acciacchi!

Al netto del discorso Ibra e del fatto che la problematica sia abbastanza diffusa in tutte le squadre, sono numeri inquietanti e ricorrenze che non lasciano tranquillo nessuno, considerando che nella scoppiettante rush finale della scorsa stagione uno dei valori aggiunti fu proprio di avere (finalmente!) tutta la rosa a disposizione in condizioni smaglianti. Risolvere o quantomeno limitare questa problematica sarà la differenza fra avere delle chance e cadere nel grigiore per la stagione sportiva 2022/2023.

Intanto non vedo l’ora che sia l’ora di pranzo del 4 gennaio per rivedere il nostro Milan in campo. Nel frattempo un caloroso auguro di BUON ANNO NUOVO a tutti voi

FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO

Raoul Duke

Milanista dalla nascita, primo ricordo Milan-Steaua del 1989 e prima volta nella fu Curva Sud in occasione di un derby di Coppa Italia vinto 5-0. Affezionatissimo al Milan di Ancelotti nonostante tutto e fiero delle proprie scorribande in Italia e in Europa al seguito della squadra fino al 2005, anno in cui tutto è cambiato. DAI NAVIGLI ALLA MARTESANA, DA LORETO A TICINESE, TRADIZIONE ROSSONERA, TRADIZIONE MILANESE!