
Anche Giugno ci sta lasciando, e sinceramente non ho seguito il Mondiale per clubs. Un torneo senza nessun appeal che serve solo ad ingrassare le casse, poi dal mio modesto parere un mondiale per Clubs non può esserlo senza squadre come il Barcellona, il Liverpool, Ajax e ovviamente il nostro derelitto Milan. Quanto erano belle le finali Intercontinentali alle prime ore dell’alba. Molto piu affascinanti.
Ma veniamo alle cose nostre, dopo Reijnders oramai siamo ai saluti anche con Theo Hernandez e per fortuna che eravamo nella situazione che potevamo permetterci di non cedere nessuno. Giusto Giorgio?
Ma la vicenda Theo non è altro che l’anatomia della macchina organizzativa americana rossonera, un classico esempio di gestione anzi di mala gestione di un club di calcio.
Perché a noi tifosi può fare male la cessione di Theo? Ma semplicemente perché il ragazzo francese ha rappresentato al meglio il milanismo, certo un milanismo moderno e non made anni settanta od ottanta come il mio.
Theo arriva al Milan sei anni fa su un’intuizione di Paolo Maldini, che lo coccola, lo lavora psicologicamente e recupera un giocatore che a livello fisico, tecnico e per il suo modo di giocare in Europa se ne vedono pochi.
La cessione di Theo fa male, perché alla fine di Lui anche se non volevamo ci siamo innamorati. Come dimenticare il gol al Bologna il primo anno, il gol all’Udinese, quello alla Lazio di testa nei minuti di recupero, quello famoso all’Atalanta o l’espulsione contro l’Inter per il fallo su Dumfries nel derby di Giroud? Questo è il Theo che abbiamo amato, e poi quanto li hai odiati e fatti rosicare i nostri cugini.
Poteva finire meglio? Assolutamente si, perché dopo che ci hanno tolto Paolo Maldini, che è stata la prima picconata per inseguire la loro visione, il mondo di Theo ha iniziato a crollare. E tu caro Theo ti sei consegnato al loro sistema.
Perché con i tuoi atteggiamenti e con le tue prestazioni sei diventato il bersaglio preferito per loro.
per una società che vuole monetizzare sei stato una manna dal cielo.
Purtroppo non hai avuto la forza mentale di reagire e di dimostrare chi sei a livello tecnico ed umano. Ripeto ti sei consegnato a loro.
E questo mi dispiace molto. Con le tue ultime prestazioni forse l’aumento d’ingaggio non te lo sei meritato ma se tu sul campo in questi ultimi due anni ti dimostravi meritevole avresti messo in grossa difficoltà quei quattro farabutti che ci governano. Invece ci sono andati a nozze.
Ma io che sono un inguaribile romantico, che ho amato alla follia i miei idoli, da Jordan a Hateley, da Van Basten a Baresi, da Maldini a Kakà, dal vero Theo faccio molta fatica a separarmi perché hai rappresentato in un certo senso una rinascita per noi milanisti. Quel Theo è e sarà insostituibile, però sono altrettanto convinto che se anche rimanevi purtroppo quel Theo Hernandez con il suo 19 sulle spalle non lo avrei mai più rivisto.
Buona Fortuna Theo, ci mancherai molto, anche perché sempre quei quattro farabutti compreranno sicuramente uno più scarso di te.
La vicenda Theo come quella di Reijnders s’incastra perfettamente nel modus operandi di Elliott. Attenzione Elliott non RedBird.
“Ci siamo resi conto che il calcio italiano è particolare e diverso: avere esperienza nel calcio italiano era fondamentale”
Sti cazzi direbbe il buon GianClint.
Queste sono le parole farneticanti di Giorgio Furlani nella conferenza stampa di martedì scorso. Una cosa aberrante. Adesso si rendono conto che serve esperienza e tutte le cavolate del moneyball? Algoritmi? Poi veniamo a sapere che già da un anno che avete venduto tutto. D’Altronde se gli algoritmi devono produrre gli Emerson Royal, Chukuewze, Musah e tutta questa pletora di pippe, meglio lanciarlo fuori dalla finestra del quarto piano di Casa Milan.
L’esperienza calcistica la devono portare Tare ed Allegri, perché Furlani a mio modesto parere non si occuperà più di calcio, e per fortuna, ma solo di finanza, quindi solo numeri e non calciatori. Approvare o fermare certe spese. Punto. Altro non deve fare. Le cose di campo riguardano solo Allegri e Tare.
E appunto Theo, Reijnders, e se volete Maignan e anche Pulisic si sono scontrati o si scontreranno con la nostra realtà economica.
I soldi per il mercato devono arrivare attraverso le cessioni perché sempre a mio parere non esiste nessun budget e gli americani non metteranno un centesimo.
E di conseguenza tutto il lavoro di Tare e Allegri è dentro questi paletti rigidi finanziari. Il direttore sportivo deve generare utili massimizzando le cessioni ed ottimizzando gli acquisti. Perché le cessioni di Reijnders e Kalulu hanno semplicemente sistemato il bilancio che si chiude fra qualche giorno, il resto deve essere ricavato dalle cessioni.
Sarà un’estate lunga e calda. Mettetevi comodi e al fresco. Perché la nostra ambizione sportiva è sempre bloccata dai rigidi ed inflessibili paletti finanziari di Elliott. Che piaccia o no ha ripreso in mano la situazione Milan dopo il fallimento di Cardinale.
W Milan
Harlock
P.S. tra ieri e oggi compiono gli anni due grandi Cuori rossoneri che hanno fatto palpitare il nostro cuore rossonero.
Tanti Auguri Paolo, con un giorno di ritardo
Tanti Auguri Pietro Paolo.
Voi si che sapete cosa vuol dire essere milanisti dentro.
Seguiteci anche su