Tra presente e futuro

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Finalmente il campionato è ricominciato e per tutti gli appassionati si prepara una scorpacciata di calcio lunga più di un mese. Chi aveva dubbi sulla condizione fisica delle squadre è stato parzialmente smentito, visto che in generale in tutte le partite si è giocato a buon livello almeno per un’ora. Salvo alcune eccezioni le partite che dovevano essere “vere”, hanno rispettato le previsioni. I ritmi non sono altissimi ma l’agonismo c’è e si è visto. A Verona, a Milano, a Bergamo, a Roma e, parzialmante, a Lecce e Bologna c’è stata una partita. Sugli altri campi si è giocato e non sono mancati anche risultati interessanti come le vittorie esterne di Cagliari e Parma. Insomma, io rimango della mia posizione, ben venga la conclusione del campionato seppur durante l’estate visto che l’alternativa sarebbe stata quella di fermare tutto senza sapere nulla sul futuro.

Fronte rossonero che riconferma le cose positive che si erano viste contro la Juventus in Coppa Italia, la vittoria esterna di Lecce ha dimostrato che la squadra, al momento, sembra essere concentrata sulla conclusione del campionato, nonostante fuori dal campo ci sia il caos totale. Non mi va di sottovalutare la vittoria togliendo meriti alla squadra. Il Lecce gioca a calcio e ti fa giocare, sicuramente non è l’avversario più temibile ma è la classica partita che se vinci hai fatto il tuo dovere ma se perdi succede il finimondo. Quindi, bene per un’ora, buone trame e ritmi buoni con l’assenza di Ibra che è stata sopperita dal sacrificio di tutti. Pioli, che continua a lavorare nonostante ci siano voci di ogni genere intorno alla sua panchina, ha portato normalità in campo e penso che fino alla fine cercherà di mantenere questo livello di attenzione nella squadra, vediamo cosa succederà. Le note positive devono essere prese in ottica del futuro, quindi l’opportunità di giocare queste settimane deve essere colta da tutti per capire se ci può essere un senso nella permanenza nelle prossime stagioni. Per quanto mi riguarda, considerando questa squadra abbastanza scarsa, penso che rispetto ad un repulisti generale (infattibile), si debba puntare da oggi in avanti su chi potrà dare un aiuto già da settembre. La partita di domenica sarà un test importante per vedere se queste note positive saranno riconfermate e se avrà un senso chiudere la stagione con un obiettivo da raggiungere. Poi dipenderà da chi comanda in sede se avrà piacere e interesse a partecipare a qualche competizione europea nella prossima stagione.

Il calcio è soprattutto questo

Per il futuro sembra che le voci sul mago tedesco sia sempre più concrete e che si stia delineando un gruppo di lavoro abbastanza eterogeneo, con una presenza italiana a supportare i tanti stranieri che dovrebbero arrivare nel quadro tecnico. Vedremo cosa succederà poi in campo, rimango molto scettico su Rangnick ma è l’ultima carta del mazzo, poi le opzioni sono finite, sul serio. Eppure una cosa che continuo a non capire e vorrei che fosse sistemata è la presenza di una figura forte e politica che aiuti il Milan ad essere rappresentato nelle sedi opportune. Non dobbiamo far finta di niente. A Lecce, ancora una volta, dal punto di vista arbitrale si è visto il modus operandi delle giacchette nere nei nostri confronti. Nessuno chiede favori, aiuti o occhi di riguardo ma quanto meno che ci sia lucidità e serietà nelle scelte che si prendono in campo. Purtroppo nessuno in società è in grado di sottolineare queste situazioni e nessuno ha il peso adeguato. In Lega alle assemblee chi va? A volte Scaroni, che tanto passa il suo tempo a scrivere su un foglio bianco “Troppo lavoro e nessuno stadio rendono Paolo un cattivo ragazzo”. A volte Gazidis che se va, ha bisogno di un traduttore che però al momento è a Verona, quindi difficile da poter contrattualizzare. Poi? Nessuno, zero. Il nulla. Quello che a questa gente (tranne Scaroni che lo sa bene ma per convenienza tace) non è ancora entrato in testa, è che il “sistema” calcio italiano è una realtà a sè. Devi essere presente, forte, politico e PR, altrimenti sei fuori dal giro. Se non hai nessuno che ti rappresenta, che non sia una figurina, non sei considerato. Spero che per il futuro, tra i diecimila dirigenti che sono a contratto, si pensi a prendere una figura italiana che abbia le “entrature” giuste nelle stanze che contano. Attenzione, ripeto, non vuol dire chiudere gli arbitri negli spogliatoi ma semplicemente far notare che se Valeri fa sempre il bullo a senso unico, non va bene. Poche parole ma precise che lasciano il messaggio. Basta sottolineare che se c’è il VAR, magari ci si fa la cortesia di andarlo a consultare. Sempre e non solo a convenienza.

Vi lascio con una riflessione. Settimana scorsa non ho lesinato critiche a chi continua a vivere nel passato rossonero senza considerare che per cambiare il futuro dobbiamo lavorare sul nostro attuale presente. Però mi sembra doveroso salutare un uomo che è cresciuto a pochi metri da dove ho vissuto per anni e del quale ho conosciuto le gesta dai racconti di mio padre. Pierino Prati, uno che ha sempre segnato gol pesanti in occasioni importanti. Insieme a lui anche tutti gli angeli che in questi giorni hanno deciso di fargli compagnia. Un abbraccio e una preghiera per tutti voi.

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.