Tra Europei e mercato

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L'oculata scelta del fantastico GLI

Stasera comincia il Campionato Europeo dell’Italia, chiamata in un sol colpo a dimostrare di essere ancora all’altezza delle grandi europee “vendicando” l’esclusione da Qatar 2022 e a difendere il titolo continentale conquistato tre estati fa a Wembley. Sarà una Nazionale con un tecnico e un’ossatura completamente diversa da quella della notte di Londra, un cantiere ancora non concluso e che ha la necessità di trovare equilibri solidi che le permettano di arrivare fino in fondo. Il percorso è tracciato e al comando del gruppo c’è un timoniere all’altezza del compito da portare a termine, ma in campo mancherà quel pizzico di esperienza che può fare la differenza nei momenti decisivi. Punto di forza dell’11 di Spalletti sarà a mio avviso la fase difensiva, con Donnarumma in porta (e Capitano), Di Lorenzo e Dimarco sulle fasce e in mezzo Bastoni sicuro del posto con Calafiori e Buongiorno a contendersi il ruolo di secondo centrale al fianco dell’interista. Interessante sarà poi a livello offensivo vedere gli equilibri che si creeranno, con un Chiesa dirottato nuovamente sull’esterno dopo una stagione da seconda punta e Frattesi – panchinaro di lusso in nerazzurro – titolare alle spalle di Scamacca. Un 11 senza dubbio interessante, che stasera avrà l’obbligo di vincere per mettere in discesa il cammino in un girone tosto con Albania e soprattutto Croazia e l’onnipresente Spagna (sei volte nostri avversari nelle ultime cinque edizioni).

Per il resto della competizione, Germania e Inghilterra le grandi favorite per la vittoria finale, con Francia e Spagna appena dietro e appunto Italia e Olanda mine vaganti. Sarà una bella competizione, un modo anche per gli scout rossoneri di allungare lo sguardo verso potenziali nuovi innesti con cui rinforzare la rosa. Intanto è arrivata da Ibra la conferma ufficiale di Fonseca come nuovo allenatore. Pur non condividendo a pieno la scelta, almeno è stato ufficialmente chiuso il punto del successore di Pioli, dal momento che l’attesa stava diventando inutile e stucchevole. Sembra inoltre che si sia chiarito il punto su quale sarà la punta su cui i rossoneri punteranno. Joshua Zirkzee (in vetrina con l’Olanda in Euro24) potrebbe essere dal punto di vista del gioco la scelta migliore, forse non dal punto di vista realizzativo (Sesko più bomber dell’olandese). Il bolognese è però più in grado dello sloveno di coinvolgere centrocampisti e punte, creando spazi e andando a rifinire, promuovendo e valorizzando gli inserimenti dei vari Leao, Pulisic, Loftus e Reijnders. Si tratta di una scelta che va più nel solco della continuità, vista la presenza di Giroud fino a poco tempo fa, capace di regalare nelle tre stagioni in rossonero più assist di quanti ne attendessimo. Staremo a vedere.

Certo è che la sola punta rossoblu non può essere la panacea di un gioco offensivo che lo scorso anno è stato poco organico e molto individualista. Da questo punto di vista essenziale sarà il lavoro che Fonseca dovrà essere chiamato a svolgere, e un punto di domanda sarà chiaramente anche il modulo che penserà di usare: 433 o 4231? Inoltre, è lecito aspettarsi una crescita anche da Reijnders, forse l’elemento più centrale per la prossima stagione rossonera. L’olandese ha dimostrato una grande corsa e dinamismo, nonché una buona continuità nelle prestazioni. Ancora gli manca tuttavia la capacità di essere decisivo come ci si potrebbe aspettare da un calciatore con le sue caratteristiche e potenzialità. Non è un gran rifinitore, né un buon finalizzatore. Anche dal punto di vista del filtro difensivo ci sono ampi margini di crescita. Spesso, specie in questo periodo, si tende ad avere il bias secondo cui il miglioramento dei risultati di una squadra arrivi unicamente dall’acquisto di nuove pedine: mai come quest’anno sarà invece importante promuovere un salto di qualità in quegli elementi su cui si è puntato un anno fa, da appunto Reijnders a Chukwueze, da Musah a Loftus. Speriamo tutti che Fonseca sia l’allenatore giusto per questo tipo di compito.

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.