Tra derby e Champions

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Abbiamo ancora tutti negli occhi la fantastica prestazione del derby e in un battere di ciglia, eccoci già qui pronti alla prima trasferta dell’anno in Champions, in terra austriaca. La partita di sabato ha portato, se ancora ce ne fosse bisogno, ulteriore consapevolezza dei propri mezzi e, aggiungo io, alza anche l’asticella in Champions, dove gli ottavi sono d’obbligo.

Il derby è stato interpretato e giocato come una partita di Champions e il risultato è stato lo specchio della nostra prestazione. La maturità di questa squadra, partita dopo partita, continua a crescere ed ora manca un ultimo tassello, quello di una costanza di rendimento anche in Champions. L’anno scorso in Champions abbiamo sempre fatto bella figura, forse l’unica nota stonata è stato il ritorno in casa contro il Porto, ma in generale, al netto di Cakir e di altre decisioni arbitrali “bislacche”, avremmo potuto superare il girone. Quest’anno il girone, sulla carta, è più abbordabile ma servirà la stessa attenzione e le stesse prestazioni viste contro l’Atletico, per fare un esempio. La Champions è una vetrina troppo importante per rimanere opachi, è un’occasione per tutti. Società, squadra, giocatori e, perchè no, anche allenatore.

Se nel derby la mando di Pioli si è vista in alcuni accorgimenti tattici ma anche nella gestione confusionaria di Sassuolo e degli ultimi 20 minuti di sabato, ora serve che le partite di coppa siano interpretate con attenzione ai dettagli senza stravolgere troppo lo spartito. La Champions non aspetta, pertanto va messa in campo la squadra più preparata per ogni partita, senza fronzoli di turnover. Ma soprattutto va messa qualità, quindi che giochino coloro che sanno fare la differenza con i piedi. Fare esperienza in coppa serve a tutti, pertanto questa stagione deve passare per forza da risultati importanti ma, anche, e soprattutto da partite importanti. Io continuo a ripetere da un pò di tempo che un ottavo fatto bene o una sconfitta onorevole ai quarti sarebbero già uno step avanti non indifferente. Però io posso pensarlo e dirlo ma la squadra non deve porsi limiti ma giocare con spensieratezza e consapevolezza dei propri mezzi. In Italia non ci sono squadre che stanno crescendo così come noi, in Europa, probabilmente, ci rispettano molto di più che in Italia, ma più per la nostra storia che altro. Ora serve mettere la bandierina anche sulla mappa dell’Europa e tornare a preoccupare gli avversari per ciò che si fa in campo e non solo per le sette (7) Champions in bacheca.

Stasera si comincia da Salisburgo, squadra complicata e fastidiosa. La curiosità è vedere se anche loro si snatureranno per affrontarci o se invece decideranno di giocarsela come sanno fare. Non voglio caricare troppo la partita ma è scontato che partire bene è fondamentale per mettere sui binari giusti il girone. Giocatori come Bennacer, Leao, Theo e Tonali hanno bisogno di questa vetrina, per ribadire all’Europa che sono giocatori di alto livello e che si può fare calcio anche senza seguire le follie di emiri e inglesi che sperperano soldi, dopando il mercato di sterline. Mi aspetto molto da loro in questa Champions.

E voi che idea vi siete fatti?  Quale sarebbe l’obiettivo minimo di questa Champions?

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.