Realtà e sogno

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Milan-Manchester United, la partita più importante degli ultimi anni, la prima di una serie che definiranno meglio di qualunque parziale il percorso fatto dai nostri ragazzi.
In campionato il percorso s’è fatto più difficile, c’è da difendere la posizione. La sconfitta di domenica ha infatti riaperto la lotta per la Champions visto che dalla fine del sontuoso girone di andata ci siamo mangiati 3 punti su Atalanta e Napoli e 6 punti sulla juventus in sole 8 partite, rimanendo in pari nel confronto solo con la Roma grazie alla provvidenziale vittoria nello scontro diretto. Un’erosione lenta ad opera di squadre che fra l’altro non stanno ‘tirando’ più di tanto.
Il Milan non è scomparso, come hanno dimostrato i match di Roma e Verona. C’è fatica nel gestire il doppio impegno e le tante assenze. E’ importante secondo me adottare il prima possibile un approccio più risultatista, è evidente che lo status psico-fisico del Milan non è destinato a migliorare improvvisamente frutto di chissà quale ‘richiamo’ fatto chissà quando. Compattezza, umiltà, concentrazione e realismo anche a livello tattico hanno consentito i migliori risultati dell’anno in corso. E infatti il Milan più rimaneggiato della stagione ha fatto nell’ultimo periodo meglio (e di molto) rispetto a quello più titolare, vedi appunto il match di andata ad Old Trafford.

Può essere che questi alti e bassi siano indice di un momento di ‘semina’ e di crescita, i cui effetti vedremo più in là magari il prossimo anno. Più probabile sia invece usura e impossibilità di tenere fisicamente e mentalmente quel ritmo che il nostro gioco impone. Ad ogni modo è capitale per ogni discorso futuro accedere alla prossima Champions League.
I problemi li vediamo tutti e non è più davvero tempo per specchiarsi nel girone d’andata. Bisogna essere onesti. Davanti non si segna un cazzo, specie gli attaccanti, nonostante il gioco offensivo e spettacolare che in realtà non è né l’una nell’altra cosa, ma è semplicemente aggressivo. Sono solo 13 i gol fatti nelle ultime 10 partite di campionato, di cui 4 al Crotone. Il Milan ha il sesto attacco nonostante il secondo dato per gli expected goals (50 gol con 59.57 xG), ma in questi dati sono inclusi anche i rigori che pesano moltissimo: 14 reti, ben il 28% del totale sono arrivati da rigore diretto o respinta. A titolo esemplificativo la Lazio (se ne è molto parlato anche nei commenti) l’anno scorso ne ha realizzati 15. Ma mettendo a segno 80 reti, complessivamente. Un peso nettamente differente. I penalty ci stanno ovviamente, ma alcuni sono del tutto casuali e se la produzione offensiva dipende molto da queste situazioni vuol dire che manca altro.
Oltre a una cattiva conversione, siamo anche dietro a Atalanta, Inter, juventus, Napoli e Roma per tiri, tocchi in area, attacchi in profondità e passaggi chiave. Sono tutti dati molto sensibili, da anni specchio quasi fedele dell’ordine finale di classifica.
Nella circolazione palla il Milan è 12esimo per passaggi nella trequarti avversaria, 14esimo per passaggi progressivi, 11esimo per allunghi, 8avo per numero di passaggi per minuto di possesso. Mentre siamo saldamente nella top3 (con Hellas e Bologna) per intensità ed efficacia del pressing offensivo e indice di intensità dei duelli (con Hellas e Sassuolo), e nei passaggi filtranti secondi dopo la Roma.
In sostanza il rendimento del Milan è dato quasi esclusivamente dalla qualità del pressing, questa è l’unica arma efficace che abbiamo, non eccellendo in nulla altro. Si pressa, si recupera alto e si passa subito palla oltre la difesa: lì c’è il Milan, oltre a Ibrahimovic che è infatti stra-primo in tutte le graduatorie individuali offensive di squadra, nonostante abbia disputato solo il 45% del minutaggio stagionale. Bello e divertente, ma basterà?

Dietro purtroppo il bilancio di certi squilibri e zingarate fra quello che otteniamo e quello che paghiamo è in fortissima perdita in questo 2021. A livello psicologico stiamo soffrendo e alcuni atteggiamenti in campo diventano punti deboli che vengono costantemente puniti dalle rivali. In più di un match alcuni si sono presentati in campo ‘belli freschi’ con un cono gelato in mano, che è volato via alla prima pallonata. Le polemiche inutili e dozzinali contro gli arbitri di alcuni, anche a partita finita, sono segno di debolezza. Non possiamo essere così deboli e stupidi oggi, bisogna intervenire.
E’ stato giusto lasciare tutto intoccato fino ad oggi. Non ha senso dire ‘l’avevo detto’ perché un conto è sparare quattro cazzate su un blog e un conto allenare/allenarsi/gestire ecc. I due successi capitali in campionato e il pari di Manchester sono figli di questa tenacia e convinzione. Siamo vivi perché Pioli ha tenuto la barra dritta e questo io lo riconosco.
Ma da oggi e con oggi o si alza l’asticella sui dettagli e lo si fa tutti, e si impara a non vivere solo di folate e transizioni, di caos, ma anche di possesso, pazienza, ordine, furbizia quando serve e qualità, mostrando chi deve quel famoso ‘potenziale’ (se non ora QUANDO???); oppure prepariamoci ad un finale amaro e impietoso.

Ragazzi, me pare che se sta ad allargà….

Certo servirebbe stare sul pezzo e l’esempio dovrebbe arrivare per primo dal Leader Maximo, quell’Ibrahimovic che nel 2020 ha recitato il ruolo del Padre Illuminato, senza mai sbagliare un colpo in campo e fuori. Ma nel 2021 si sta lentamente trasformando in uno showman impazzito, tramutando la sua esperienza mistica in incubo da fine Impero (il suo, di cui non ce ne frega un cazzo).
Il probabile ritorno in Svezia durante la sosta per giocare tre partite contro squadre rurali al posto di stare a Milanello, in questo momento (fosse un altro momento, niente da dire), a 40 anni e a 5 anni dal ritiro con la selezione scandinava (fra l’altro più volte sbertucciata), mi pare una stronzata. Poi parleranno i risultati come sempre, e sarei felice se mi venissero rinfacciati.
Spero torni prestissimo in campo perché l’alternativa è Leao, ma non sarà più la stessa cosa per i prossimi mesi. Zlatan non è il leader del futuro. Non lo è nemmeno del presente. Infatti sta lasciando poco e niente nei ragazzi. E’ ‘solo’ un grandissimo Campione, sul viale del tramonto, e speriamo che nonostante i suoi impegni ci possa aiutare a raggiungere l’obiettivo.

Andiamo al match di stasera. Fra poche ore monterà la tensione, peccato per le varie zone rosse che impediranno un rito collettivo che manca da anni. Sarà una gara a sé stante dal periodo, speriamo non dal match di andata che ci ha dato forti indizi su come affrontare lo United, a cosa stare attenti, oltre che fornirci un piccolo vantaggio. Esagero se dico che il gol di Kjaer è stato il miglior momento-Milan degli ultimi 8-9 anni? Portiamolo a casa signori.
Purtroppo tornerà disponibile Marcus Rashford, giocatore pericolosissimo, che prenderà presumibilmente il posto di Martial sulla sinistra come ha fatto nel successo per 1-0 dei Red Devils sul West Ham. Oltre a lui è di nuovo convocabile De Gea e torneranno disponibili anche Cavani, Pogba e Van de Beek. Gli uomini di Solskjaer si schiereranno comunque come a Old Trafford, con l’aggiunta solo di Rashford ma con più alternative in panchina; presumibilmente dopo averci assaggiato settimana scorsa avranno capito con chi hanno a che fare e alzeranno ritmo e livello della prestazione pressandoci maggiormente. Mi aspetto una gara molto più veloce, dove dovremo difenderci, ma con più spazi; fondamentale per noi, come a Old Trafford, l’equilibrio e le distanze giuste fra i giocatori. Sarà una gara soprattutto di concentrazione.
Dovremo essere pronti, anche se è difficile pensare a qualcosa di diverso che buttare di nuovo il cuore oltre l’ostacolo, dato che siamo nelle stesse incerottate condizioni di settimana scorsa anzi forse peggio; non credo si possano chiamare ‘recuperi’ i rientri di questo Calhanoglu e di Ibra che è fuori da 20 giorni ed è comunque apparso spentissimo nelle ultime 4 apparizioni; Bennacer bene che sia disponibile ma dubitiamo possa impattare sul match, ottimo invece il rientro di Kjaer rispetto al Napoli. Rebic e Leao potrebbero essere esclusi dai convocati.
Da Ibra possiamo comunque aspettarci di tutto e di più, in ogni direzione, e stante il periodo di forma di Leao che probabilmente ha anche qualche acciacco, e vista anche la situazione di Rebic, dobbiamo per forza attaccarci al novello showman. Diciamo che è meglio averli questi uomini in campo. Grande chiamata anche per Theo Hernandez, il suo sostituto all’andata ha fornito una buona prestazione di equilibrio contro un avversario di fascia difficile e lui ha già deluso fin troppo nelle gare che contano; è ora di vedere qualcosa anche da lui.

Se ci resta un sogno è quello Europeo, come spesso nella nostra storia. Il brivido dell’andata sta proprio qua, nell’aver vissuto noi e la squadra questo sogno con la stessa intensità, riuscendo a vedere l’uscita da un decennio stitico per i nostri colori in Europa, un delitto che ci ha privato di queste emozioni troppo a lungo.
Adesso siamo con questa bandiera in mano, dobbiamo riuscire a piantarla al suolo vittoriosi.
Il Milan può tornare sulla mappa del calcio. Oggi. Stasera. Alla faccia di tutti.
VINCIAMO!

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.