Provate a immaginare…

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Un giorno una piccola azienda viene contattata da una multinazionale. L’azienda è medio-piccola ma specializzata e considerata una eccellenza nelle sue produzioni. La multinazionale le propone di sviluppare un progetto comune. La piccola azienda svilupperà, per conto del colosso, un “prodotto” innovativo, secondo determinate e precise specifiche, che la grande azienda poi commercializzerà in esclusiva su scala mondiale ripagando negli anni, con tanto di lauti guadagni, il produttore… Che fare quindi? Attenzione, la risposta è molto meno ovvia di quanto a prima vista non possa sembrare…

Al tizio, dopo valanghe di riunioni e meeting con i manager leccati della multi, negli uffici scintillanti dei grattacieli del centro, scortato da segretarie rigorosamente in tailleur scollati ad arte e tacchi a spillo, confuso dai paroloni altisonanti in Inglese, a lui, che si trova per la prima volta a giocare coi grandi, a lui, che in azienda scende spesso e volentieri in officina a sporcarsi le mani di olio e liquido lubrorefrigerante insieme ai suoi operai, spettano notti e notti insonni. Che fare quindi?

L’occasione sembra ghiotta. Un progetto del genere farebbe fare un salto di qualità, fatturati, immagine, livello ed aggiungeteci pure quello che volete, che farebbe svoltare l’intera storia dell’azienda aprendo le porte ad un mondo infinitamente più grande ora precluso per mancanza di possibilità di investimento, forze, conoscenze, etc… ma dall’altra…

Se poi il progetto non decollasse? se la Multi cambiasse direzione in corso d’opera? Se, distratta da cose più grandi non desse il seguito ventilato? Se, ancora più semplicemente, il tizio non riuscisse a sviluppare quel prodotto? Anni, investimenti, forze sottratte al business day by day, quello con cui fino ad ora ha pagato ogni santo fine mese lo stipendio a operai e dipendenti. Fatturato in calo, clienti persi, soldi buttati, ed un percorso da ricominciare per recuperare il tempo e le risorse perdute se non peggio… Insomma, un vero e proprio “ALL-IN”

Mi rendo conto che il paragone può sembrare forzato ma provate a pensarci. Questo Milan, un po operaio, giovane, tutto da sviluppare e costruire, progettato per ritornare ai suoi antichi fasti nel lungo periodo tramite una gestione finanziariamente oculata (e non mi stancherò mai di dirlo, per le proprietà Yankee lo sport è puro business…), la scoperta dei potenziali campioni del futuro, un mercato fatto qualche scelta “di esperienza” e molte promesse o giocatori già formati ma lontani dai riflettori del “calcio che conta”, vince, con merito, ma un poco inaspettatamente, lo scudetto. L’anno successivo ci saremmo (almeno Io mi sarei…) aspettato un impegno totale ancora sul campionato. Per provare a portare a casa quelle benedetta seconda stella e, mal che andasse, arrivare ad una tranquilla qualificazione champions, così importante finanziariamente, da fare la differenza sui programmi di investimento dei prossimi mercati e, magari, provare ad alzare un poco le offerte per il rinnovo dei “top”. Mi immaginavo una partecipazione CL con l’obiettivo di passare il girone e poi, andasse come andasse…

Invece, passato il girone, evidentemente l’acquolina è venuta mangiando, e l’attenzione è virata, e si è notato chiaramente, completamente alla Champions alle quali partite abbiamo sacrificato la forma fisica dei top, il rischio di infortuni e diverse partite di campionato giocate con riserve, riservine e riservucce che si sono dimostrate non all’altezza, e con l’atteggiamento di allegre compagnie di amici durante una scampagnata domenicale, facendoci perdere punti preziosi contro squadre di media e bassa classifica contro le quali avremmo dovuto, invece, fare bottino pieno. Visti gli infortuni a raffica capitati nella prima parte del campionato (solo quello di IronMike ci è costato parecchi punti…) e qualche decisione arbitrale, come dire, un po discutibile, il campionato non l’avremmo probabilmente rivinto, ma la qualificazione sarebbe con tutta probabilità arrivata senza sospiri ed il processo avrebbe potuto continuare senza troppi scossoni e, magari, con qualche altro inserimento di qualità per il futuro nel mercato a venire.

Ora invece ci troviamo 5° in classifica a 4 giornate dalla fine con Atalanta e Roma ad alitarci sul collo, con un recupero che appare improbabile su Inter e Lazio e con la qualificazione che dipenderà da cosa decideranno per il caso “Juve” (e, almeno ad ora, troppe speranze non me le farei…).

La semifinale contro i cuginastri è la prossima tappa fondamentale. Nonostante tutti li diano per vincenti a mani basse. Ultimo proprio adesso che sto scrivendo quel genio di Cassano “Io credo e spero che passi l’Inter, ha più giocatori di qualità ed è in forma”, ma praticamente chiunque abbia qualche titolo per apparire nel mondo del calcetto di casa nostra, li ha dati per favoriti senza se e ma. Per non farci mancare nulla abbiamo anche perso per infortunio Leao che è in assoluto il giocatore in questo momento più forte che abbiamo, capace di poter spaccare ogni partita da solo e, non bastasse, talmente imprevedibile nelle sue giocate, da costringere qualunque avversario, a doversi schierare in primis con l’intendo di limitarne le potenzialità, condizionando, di conseguenza, l’atteggiamento dell’intera squadra avversaria… Vista così sembrerebbe che non abbiamo speranze. Eppure…

Eppure il Milan che ho visto letteralmente dominare la Lazio, quello con Theo che, vista l’assenza del compagno, ha deciso di essere Theo+Leao insieme, con un Bennacer in questa nuova posizione di trequartista capace si di far girare il pallone con sapienza ma anche di proiettarsi a rete e nel contempo pressare le difese avversarie per tutta la partita, di un Saele al quale il piede è rimasto ruvidino ma che con la sua garra incessante ha permesso a Theo di fare quello che ha fatto a cuor leggero, di un Tonali pronto a mordere in ogni zona del campo, di una squadra che nella sua (quasi) interezza non ha dato respiro ai laziali, può perdere, certo, ma può anche vincere contro chiunque, inclusa la nazionale marziana e la selezione della galassia di Andromeda. Quindi, perché non proprio contro i cuginastri?

Vi confesso… è noto che il nostro Max è stato il primo in redazione a crederci, sicuro da tempo immemore che la coppa ce la saremmo almeno giocata e che chiunque avremmo incontrato avrebbe dovuto passare sul nostro cadavere per batterci. Gli ho fatto una promessa, se l’è meritata… Il caso vuole che abbiamo alcuni clienti in Turchia. Li ho già allertati e… se passeremo, se andremo a giocarci questa benedetta finale, farò di tutto (e, credetemi, la promessa degli extra sconti ha un certo peso…) per trovare un paio di biglietti. Se riuscirò in questa titanica impresa, auto, traghetto e via… provate a immaginare…

FVCR

Axel

Puoi cambiare tutto nella vita. La fidanzata, la moglie, l'amante, la casa, il lavoro, la macchina, la moto e qualsiasi altra cosa che ti viene in mente. Solo una cosa non potrai mai cambiare. La passione per questi due colori. "il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari". Grazie mamma che mi hai fatto milanista, il resto sono dettagli.