Ridentem dicere verum

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Visto che goleada con il Perth? E’ finita in Glory. Sono sicura che, se ci iscrivessimo al campionato australiano, lo vinceremmo a mani basse. E così i brutti buzzurri, che stigmatizzano l’operato cristallino di questa perla di Società, la finirebbero con i loro monotoni, fastidiosi lamenti, con le malevoli, ingiuste, incomprensibili critiche. E penso che, vista l’empatia creatasi con l’Australia, i nostri luminari abbiano avuto un’idea davvero luminosa, decidendo di farci giocare lì la partita di campionato con il Como. Strapazzeremo i malcapitati Lariani. Passeranno notti agitate, sognando i canguri. In una ulteriore botta di ottimismo credo che ci penserà l’ottimo Furlani a sbloccare da par suo la faccenda Jashari e a comprare un terzino destro almeno del livello di Emerson Royal. Doué? No .Il buon Zachary costa troppo. E sappiamo bene che la nostra priorità non è il progetto sportivo ma il miope risparmio economico su cartellini e ingaggi. Quindi ecco spuntare l’interesse per Athekame. A me non spiacerebbe giocare a 3 dietro e perciò punterei all’acquisto di un buon centrale. Figuriamoci… Ma in alto i cuori. Arriverà pure Vlahovic. Quando? Un po’ di pazienza, diamine. Lo sanno tutti che la gatta frettolosa fa gattini ciechi. Tutti, tranne ovviamente i malnati tifosi di serie B che remano contro il Milan, insultando proprietà e dirigenza. Andrebbero puniti per blasfemia, perchè il piccolo Napoleone è a livello di Dio. Almeno così lui si sente. Io ho un’idea un po’ diversa. Ma chi sono io, per rapportarmi con la mente geniale di un Bocconiano che ha pure conseguito un master a Harvard? Nessuno. Sono una figlia di un Dio minore.

Dedicata amorevolmente alla nostra dirigenza. Ma forse c’è una parola sbagliata. E non è la seconda.

Lasciatemi scherzare, su. “Ridentem dicere verum: quid vietat?”, scriveva Orazio. Dire la verità, ridendo: cosa lo vieta? Non lo vieta nessuno e io cerco di ridere, per non piangere. Ma a volte il mio disincanto viene trafitto da scoppi di rabbia furibonda. Pelide Achille, la tua ira funesta mi fa un baffo. Che dire della tournée nell’estremo Oriente? L’ho seguita poco e male. Ne ho tratto qualche indicazione? Per quel che possono valere le amichevoli estive, e l’ultima poi non è stata che un blando allenamento, posso nutrire una speranza, distrutta da anni di praterie lasciate alle scorribande altrui, di gol facili concessi agli avversari. Con Allegri c’è una maggiore attenzione alla fase difensiva. Non si può certo avere una grande squadra, se alla guida del club c’è uno schifo di Società. Si può solo sperare che Allegri e Tare riescano a isolarsi a Milanello, proteggendo il gruppo dai fetidi miasmi provenienti dall’alto. E’ vergognoso avere un presidente come Scaroni. Anche un imbecille capirebbe che non si possono dire certe cose. L’ultima? Non vogliamo pagare troppo Jashari, perché lui vuole venire da noi. C’è bisogno di un commento? No. Il problema è che Scaroni dice sempre la verità. “ Ridentem dicere verum: quid vietat?” Vedi, Orazio, la nostra triste sottospecie di un presidente di ‘sta ceppa non usa l’ironia. No, ti spiattella le cose così come sono, immerso con compiacimento nella sua aura di assoluta stupidità. I nostri approcci all’acquisto dei giocatori rimangono sempre gli stessi. L’impronta è furlaniana. Hanno impressa la lettera scarlatta “A”. Non quella di adultera, eh! E’ quella di asino. Sono riusciti a cedere gratis Liberali al Catanzaro. Avranno il 50% sulla futura rivendita. Stessa genialata fatta con Daniel Maldini. Eh, ma il ragazzo non voleva firmare il rinnovo. Strano. Tratti le persone come pezze da piedi e loro, ingrate, se ne vogliono andare. Vorrei dedicare alla nostra dirigenza una canzone di Masini. Non si tratta della solita. A volte è giusto cambiare.

Vi ricordate di Rodrigo Ely? Io sì.

Le voci su un ritorno di Galliani? Non le ritengo credibili. O forse sì? Comunque mi lasciano indifferente. Si capisce che per sostituire Scaroni potrebbe andare bene chiunque. Nessuno può essere oggettivamente peggio. Ma una coppia di baldi giovanotti di nome Paolo e Adriano…. mamma mia. Io Galliani l’ho apprezzato quando viaggiava con il bravissimo Braida e un Silvio con i cordoni della borsa aperti. Mi piaceva. E come! Gli perdonai perfino il brutto scivolone dei lampioni di Marsiglia. Ma nel lungo periodo del Basso Impero non ha saputo gestire il Milan con la diligenza del buon padre di famiglia. Tutt’altro. Quanto mi ha fatto imbufalire. Per dirne una, ricordo la ….. bizzarra, emblematica faccenda Rodrigo Ely. Dunque, il ragazzo era in prestito all’Avellino. Per riaverlo indietro il Milan avrebbe dovuto comunicare la sua volontà entro un  tempo prefissato. Altrimenti il calciatore sarebbe diventato proprietà degli Irpini. Inutile dire che Galliani lasciò scadere i termini. Poi, però, l’Avellino, in un impeto di generosità, ce lo cedette gratuitamente. Peccato solo che l’operazione “ gratuita” comportasse una spesa di 8 milioni di commissioni. Devo parlare della brillante operazione Luis Adriano, che io chiamavo amabilmente Luis Fagiano? Anche in questo caso un festival di commissioni. E il Principito Sosa? La chiudo qui, dai. Ma potrei scrivere un libro.

Il codice di Hammurabi

Certo, è brutto vedere una tifoseria becera che detesta Gerry nostro. Mentre una buzzurra come me se la prende per quisquilie, tipo ambizioni, progetti sportivi, l’ecclesiastico pensa in grande. L’illuminato parla con la Nba per creare una franchigia di basket legata al Milan. Mica bau bau micio micio, eh! Qui si tratta di fondare una lega europea collegata alla Nba. Andasse in porto questo affascinante progetto, sotto l’egida di RedBird potremmo gioire sia per il calcio che per la pallacanestro. Mamma mia, che bello! Non sto più nella pelle all’idea. Mi viene in mente il codice di Hammurabi, quello dell’occhio per occhio, dente per dente. Ecco, Gerry, tu di bastonate nei denti me ne hai tirate tante. Io mi limiterei a strapparti qualche dente. Ma non tutti, però. In primis perché non sono una persona truce. E poi anche perché vorrei che i denti rimasti ti facessero molto, molto male. Che dici, Orazio? Eh, già. “ Ridentem dicere verum : quid vietat?”

Lascio a chi apprezza il genere i fremiti da Mercato. A me gli usurpatori che calpestano un luogo dell’anima chiamato Milan di fremiti ne danno ben pochi. La stucchevole vicenda Jashari non mi appassiona. Siamo a uno squallido dejà vu tipicamente furlaniano. Il nostro centrocampo è completato meravigliosamente da Musah e Bondo. Di che mi dovrei preoccupare? Mi chiedo solo una cosa. Perchè Branchini avrà sentito l’esigenza di dire che Allegri non si dimetterà se Ardon non arriva? Io non avevo mai pensato questo. E poi ancora. Chi può dire che Max lo desideri con forza assoluta? E forse non tutti quelli che gravitano brillantemente in Società sono convinti della bontà dell’operazione. Dai, Giovanni. Chi credi di ingannare? Tutti sappiamo quale sia l’armonia del meraviglioso GLI, dopo la liberazione dall’acrimonioso Paolo Maldini. Ma veniamo alle cose serie. E’ il momento dell’indovinello matematico. Devo confessare che io non l’avevo risolto. E mi sono sentita tanto Furlani in quel momento. Una sensazione davvero bruttissima. Dunque, un intervistatore bussa alla porta di una signora. La signora gli apre e lui chiede: “Quanti figli ha?” “ Ho tre figlie.” “ Età?” “ Il prodotto delle età è 36. La somma è uguale al numero civico di questa casa.” ( Vi faccio notare un fondamentale dettaglio che a me era sfuggito. Noi non conosciamo il numero civico, ma l’intervistatore sì, perché lo vede.) “ I dati che mi ha fornito non sono sufficienti.” “ E’ vero. Come sono sbadata. La figlia maggiore ha gli occhi azzurri.” Quanti anni hanno le figlie? E, mentre voi vi trastullate con questo bel rompicapo, io penso ad Orazio e al mio povero Milan. Eh, sì. “ Ridentem dicere verum: quid vietat?” Questi maledetti, oltre oltre a farmi piangere, mi fanno anche ridere, perché…. Je suis Paolo Madini. Je suis Zvonimir Boban.

Chiara

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Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.