
Per ritrovare o riprovare sensazioni di rinascita devo andare indietro molto nel tempo, almeno di quarant’anni, nella stagione di grazia 1984-85.
Perché quello che stiamo vivendo in questo momento è una rinascita tecnica.
Era da tempo immemorabile che non guardavo una partita senza che il mio cuore soffrisse, una partita tranquilla, gestita in maniera esemplare.
Finalmente una squadra che approccia le partite nella maniera più corretta e non quegli inizi molli degli anni scorsi dove dopo 5 minuti se ci andava bene avevamo subito un solo gol.
Terza partita con la porta inviolata, e soprattutto i nostri Portieri sono spettatori non paganti del match. La difesa per quanto possa essere costituita con i suoi difetti si muove di reparto e anche gente come Pavlovic o giocatori in crisi come Tomori ben figurano. Perché finalmente siamo una squadra collegata tra i reparti, linee vicine e non praterie.
A volte i dettagli fanno la differenza.
Dalla cintola in su siamo ben organizzati e il centrocampo mi piace molto, su Modric ho finito le parole, (come per Pulisic), speriamo che duri nel tempo, perché giocare a tutto campo è dispendioso. Ma ringrazio Dio che sia venuto da Noi ad insegnare calcio piuttosto che andare a predicare nel deserto ai cammelli. Semplice mentalità.
Tanta Roba anche Rabiot, che quando era alla Juve non mi faceva impazzire, ma ora da noi è tanta roba.
Questione di stimoli e mentalità.
In tutto questo miglioramento c’è un solo nome: Massimiliano Allegri.
Io ho sempre detto che non mi piaceva, ma per onestà intellettuale va detto che è il nostro antibiotico per provare a rinascere e ad assomigliare una squadra come ieri sera. L’ho sempre sostenuto fin dallo scorso anno, invece della combo portoghese andava preso un allenatore con la A maiuscola. Anche a gennaio dopo l’esonero di Fonseca, c’era ancora il tempo per raddrizzare la situazione. D’altronde la dirigenza non si può smentire.
Mi piace vedere sul 3-0 un Allegri che si arrabbia, un po come il buon Paron Rocco che dopo aver vinto 9-3 cinquant’anni fa, con l’Atalanta si arrabbia per i tre gol presi. Perché il successo e la sconfitta passa anche dalla cura dei dettagli.
Ora il Mister ha una nuova missione rigenerare Gimenez, perché che piaccia o meno è l’unico attaccante di ruolo, e va aiutato e sostenuto.
Ora Coppa Italia, e dopo Napoli e Juventus. Non sarà semplice ma almeno abbiamo una squadra con una identità e un’anima. Magari perderemo entrambe le partite ma il gusto è l’attesa di vedere una partita ci e stato restituito. E per me questo è già un successo.
W Milan
Harlock
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