Rinforzare o ripulire?

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Augurare  a tutti voi delle feste felici e serene è il minimo aziendale, ma chi riesce a separare il Milan dalla vita normale lo faccia, altrimenti ne va della sua esistenza e di quella dei familiari. Occorre ritrovare la nostra pace, quella di tifosi, una pace ormai sempre più tormentata, prima da oltre un lustro di mala gestio e poi, dopo un’estiva overdose di entusiasmo, da un tracollo che non trova alcuna spiegazione logica, ma che nella realtà dei fatti ha un solo possibile risultato finale: fallimento. E’ un fallimento, sportivo, ma lo è; inutile girarci attorno, la classifica è una cosa ributtante, come del resto lo sono le prestazioni che conducono ad essa: una serie di partite sempre più orribili e raccapriccianti, l’ultima quella casalinga contro l’Atalanta di Gasperini. Atalanta che ha dovuto fare il minimo per assicurarsi i tre punti, senza dover scrivere una pagina leggendaria di calcio. Non c’è nulla di diverso rispetto ad altre sconfitte: l’assenza di gioco, un ritmo non vertiginoso, il gol incassato alla prima occasione e l’avvitamento su se stessi che porta al tracollo finale.

Lo scenario è questo, la possibilità di essere risucchiati in una lotta per non retrocedere non è così remota o fantascientifica, quindi la situazione si è fatta preoccupante. Si perde contro chiunque, si perde anche con le ultime in classifica, per questa armata Brancaleone è diventato quasi impossibile fare punti. Trovare una soluzione è diventato un qualcosa di inarrivabile , qualunque manovra si faccia, il Titanic va verso l’iceberg. Mi piange il cuore a dover scrivere queste cose, ma non vedo via d’uscita. Difesa a tre o a quattro non cambia nulla, addirittura a 4 abbiamo preso 6 sberle. Allora è il centrocampo e tutta la parte anteriore di questa squadra che non fa una fase difensiva adeguata. Questa squadra non è appunto una squadra. Cosa sia non lo so. A guardarla sembra un ammasso informe di pippe, come quel monolite di Vigeland nell’omonimo parco di Oslo. Ma non è così, non può essere così, forse qualche elemento è sopravvalutato, ma i singoli giocatori, presi singolarmente, non sono così scarsi. Vengono da esperienze positive, nelle rispettive nazionali fanno il loro, e allora perchè non rendono, perchè non fanno squadra?

Monolite nel parco Vigeland

A parer mio mancano due cose basilari, il gioco da sviluppare e una certa ferocia che possa supplire al gioco nei momenti topici. Gattuso avrebbe potuto infondere la seconda, ma la cosiddetta “garra”, se fine a se stessa, finisce per mitigare i propri effetti, la garra che non trova compimento in un risultato positivo  muore. E così è stato. Si torna allora alla madre di tutte le nostre attuali sciagure, la mancanza di un gioco plausibile che dia punti fermi a questa squadra. Non c’è nulla, siamo passati da un tiki minkia di quel fancazzista di Montella ad un non meglio identificato corri minkia di Gattuso. Il risultato non cambia, anzi va sempre peggio. Anche contro l’Atalanta giocavano i mammasantissima, quelli che assicuravano esperienza, attaccamento ai colori e gioco. Il risultato è davanti agli occhi di tutti, con i soliti esponenti del vecchio Giannino che anche in questa disgraziata stagione fanno schifo. Lo facevano prima, continuano a farlo adesso. Gattuso ci è cascato ed ecco la catastrofe.

Uscire da queste sabbie mobili è difficile, specie se hai un allenatore totalmente inesperto. Diciamolo apertamente, Fassone e Mirabelli non hanno capito un cazzo sulla guida tecnica a cui affidare questa squadra. Montella è un allenatore sopravvalutato, Gattuso non è nemmeno un allenatore. Spiace dirlo, ma per fare il fantino non è necessario essere stato cavallo. Questa rosa non esprime nemmeno il 10% delle sue possibilità, e non saranno certo i ritiri punitivi, le frustate e la reintroduzione della “sharia” a far giocare a calcio questo branco di smidollati. Serve costruire calcio, serve trovare, oltre ad una condizione accettabile, un gruppo di 13/14 giocatori su cui fare affidamento, consegnando loro la titolarità del posto. Serve allontanare i vecchi dalla prima squadra, c’erano prima che facevamo schifo, ci sono adesso che facciamo pena. Sono la costante della sconfitta, sono il germe dell’inutilità.

Gennaio incombe e con lui il mercato di riparazione. Ricostruire daccapo è impossibile ed è inutile stare a sognare allenatori del futuro che vorranno certezze societarie ed investimenti di livello. Occorre cercare un allenatore vero e serio subito, cui affidare questi uomini adesso, qui si rischia il Brocchi/bis, con sostituzioni a 15 minuti dalla fine, roba da dilettanti. Ripeto, allenatore subito, uno che abbia nella sua testa e nella sua capacità didattica uno schema collaudato: sia Mazzarri, sia Guidolin sia chi abbia le caratteristiche sopra evidenziate. A gennaio mi libererei della vecchia guardia, tanto sono dei fenomeni, tanto sono fortissimi, tanto avranno miliardi di richieste. I nuovi devono giocare con continuità e senza ulteriori cambiamenti continui. Fiducia a prescindere, bisogna valorizzarli, anzi bisogna responsabilizzarli. Ripulire dalla feccia “raiolana” la squadra è la seconda direttiva: Abate, Bonaventura e Donnarumma andrebbero ceduti senza discussioni, in modo tale da bonificare l’area dai cancri del “protettore”.

Mirabelli si chiuda nel silenzio più assoluto.  Abbiamo apprezzato le parole di chi afferma di aver sbagliato, chi c’era prima non lo ha mai fatto e questo va segnalato. Tuttavia questo non basta; servono idee e servono subito. Giocatori pronti alla battaglia al servizio di un tecnico vero. Mirabelli ci porti fuori da queste secche, ci faccia vedere che sa reagire, almeno lui, visto e considerato che i giocatori da lui scelti non hanno alcuna capacità reattiva. I titolari devono essere, per la maggior parte, i nuovi; devono sapere che hanno la sicurezza del posto e giocare con quella tranquillità che valorizza le proprie capacità. La società deve fare quadrato, ma al tempo stesso occorre un certo silenziatore sui social; leggo post che trovo alquanto ridicoli in un momento così delicato, post che fanno solo crescere la rabbia di chi gira attorno a questa squadra. Ora ci aspetta un derby, una specie di prova finale che potrebbe rivelarsi un stargate verso il “mondo della ripresa” o una botola verso la catastrofe finale. Comunque vada, si riparta subito con nuove idee, si riparta da un allenatore. Se così non sarà allora ho paura che al peggio non ci sia fine e che la testa di questi due dirigenti sia appesa, sportivamente, ad un filo. Sbagliare un tecnico è grave, reiterare nello stesso errore sarebbe gravissimo. E allora è giusto che si facciano da parte.

Gianclint

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.