
Ed è arrivato il tempo di calciomercato. Chi mi conosce e mi segue sa che è un periodo dell’anno pallonaro che non amo molto, anzi mi annoia proprio.
E dire che una volta mi entusiasmava, perché in quei primi quindici giorni di luglio il mercato ti faceva sognare.
Sognare di acquistare giocatori forti per la tua squadra o magari soffrire perché se li avevi forti avevi paura che potessero andare in qualche altra squadra, perché nei tuoi campioni ti immedesimavi.
Ho gioito per l’arrivo di Paolo Rossi, perché per quanto fosse rotto si parlava di Paolo Rossi l’eroe del Mundial spagnolo.
Ho gioito per l’acquisto di Agostino Di Bartolomei che un paio di mesi prima aveva giocato una Finale della Coppa dei Campioni, cosa che all’epoca non sapevo nemmeno cosa volesse dire.
Ho gioito per l’arrivo del talento di Lentini, che poi per colpa di un ruotino si rovinò la carriera quando molto probabilmente stava raggiungendo l’apice.
Ho sofferto per la paura che Cruijff arrivasse da Barcellona e mi portasse via Marco Van Basten.
Ho sofferto vedere Ruud Gullit con la maglia della Sampdoria. Una sofferenza nell’anima, una cosa profonda.
Ho sofferto, ma molto meno, nel vedere andare via Shevchenko o Kakà, vuoi perché avevo un’altra età ed iniziavo a capire che il calcio stava cambiando. Un calcio non più fatto di sogni e di sentimenti, ma un calcio freddo e calcolatore.
Il calcio mercato dei giorni nostri non ha niente a che vedere con quello della mia adolescenza, per tempistiche e per interessi.
Una volta si cercava di tenersi i giocatori più forti e costruire con loro una squadra forte, aggiungendo al gruppo altri giocatori forti. Questo era il pensiero che muoveva i vari proprietari. Ora invece se arriva l’occasione giusta per far quadrare il bilancio si vende.
Ed è quello che sta succedendo al Milan. Non avendo un progetto sportivo che miri alla vittoria sportiva o almeno ad essere competitivi si può cedere chiunque, spegnendo anche i sogni dei tifosi più piccoli che hanno comperato la maglia, da Voi, di Maignan, Theo, Leao, Pulisic o Reijnders. Dei nostri migliori giocatori alla fine. Perché dubito che un ragazzo di 15 anni, come ero io al mio tempo, comperi la maglia di Bondo, Pavlovic o Sottil.
Ma questo è il nostro tempo, che piaccia o meno.
Dopo una delle stagioni più disastrose che io ricordi è in atto la svendita totale.
Reijnders oramai è del City e onestamente non posso criticarlo. C’è stata sicuramente la volontà del club d’incassare, per sistemare il bilancio, e anche da parte del giocatore che a 26 anni ha la voglia di misurarsi con qualcosa di più ambizioso del Milan attuale.
Forse la stessa cosa muove anche Maignan, anche se qui io non ho mai visto un giocatore gestito così male da una società di calcio. Io non ho memoria di un accordo tra giocatore e società sul rinnovo per poi dire “no scusa scherzavamo”.
E proprio cambiato il mondo del mercato e l’importanza del valore della parola.
Perché la nostra società oramai lo abbiamo detto in tutti i modi non ragiona a livello sportivo ma a livello economico.
Per loro perdere il giocatore a parametro zero, per come ci stanno gestendo è la soluzione migliore piuttosto che un rinnovo economico pesante.
Facciamo un esempio proprio con Maignan, se rinnovi Mike a 5 milioni di euro, cosa che doveva essere ratificata dopo il viaggio americano del signor Furlani, significa avere a bilancio 10 milioni lordi di un giocatore già ammortizzato.
Se invece lo sostituisci con uno che costa 20 milioni con un ingaggio da 1,5 milioni per 5 anni, il suo costo di ammortamento è 6,5.
Quindi se non rinnovi Maignan cosa succede? Che fai un anno con un portiere allo stipendio attuale che ti costa al lordo 5 milioni perché stai ancora usando il decreto crescita. Non importa se rimane controvoglia.
Se invece rinnovi il contratto al portiere francese a 5 milioni, corri il rischio che le società tirino sul prezzo del cartellino perché devono dare uno stipendio maggiore al giocatore e agente.
Ergo Furlani preferisce mettere più soldi nei cartellini degli acquisti che vanno a patrimonio sociale piuttosto che sugli ingaggi che sono soldi che escono.
Alla fine di questo ragionamento finanziario, perché noi tifosi questo siamo diventati, loro economicamente non ci perdono. È con questa logica che siamo passati da Donnarumma a Mike. Senza perdere soldi, ma in quella occasione entrò in campo la competenza di Maldini e Massara.
Il parametro zero spaventa più i tifosi, piuttosto che i vari amministratori delegati. Soprattutto in una società come la nostra che bada prima al patrimonio e poi al conto economico.
Chiaramente dal nostro punto di vista del tifoso questa strategia di fare mercato è nettamente perdente, perché noi ragioniamo in modo diverso da loro. Questa scelta diventerebbe vincente solo se OGNI VOLTA peschi dei jolly alla Maignan o Reijnders a 20 milioni. Cosa che loro pensavano di fare con i loro algoritmi, ma impossibile da realizzare anche per il miglior direttore sportivo al mondo. Figuriamoci per i nostri quattro incompetenti.
Ma Loro che non ragionano tecnicamente, nel caso specifico di Maignan, se ne sono fregati di andare dal tuo capitano e prenderlo per il culo sul rinnovo. Oppure non si sono fatti scrupoli a cedere Theo al Como a gennaio per 50 milioni. Sono cose che ti fanno perdere la credibilità di un gruppo di giocatori all’interno dello spogliatoio. E diventano devastanti. Perché poi in campo ci vanno i giocatori. E nei risultati di questa stagione appena conclusa una grandissima percentuale di colpe le hanno anche lor signori.
A conclusione di questo ragionamento economico finanziario a loro le plusvalenze interessano fino ad un certo punto. Gli interessa il patrimonio e soprattutto tenere gli stipendi bassi. Perché questo?
Perché con il patrimonio il club è vendibile, non è vendibile con le plusvalenze che molte volte servono per taroccare i bilanci. Ricchezza tangibile e non contabile. Chi vuole essere pronto a vendere il club deve avere il bilancio leggero. Molto probabilmente andremmo avanti finché non si sbloccherà la situazione stadio. Se mai si sbloccherà.
Ed in tutto questo casino come si collocano Tare ed Allegri?
Beh a mio avviso sicuramente loro cercheranno di ragionare a livello tecnico. Prendere giocatori per ritornare almeno a competere. Il problema è che si devono muovere in un ginepraio creato da gente incompetente.
Si trovano giocatori già ceduti, anche non solo per motivi economici (questo potrebbe essere un dei miei prossimi articoli), o che vogliono andare via perché di questa società priva di ambizioni sportive ne hanno le scatole piene.
Quindi stanno cercando di salvare quello che di buono a livello tecnico c’è in questa rosa. Cercando di risolvere situazioni create non da loro. E molto probabilmente pagheranno errori commessi da altri.
Anche perché spero che siano consapevoli che se perdi Theo e prendi Cambiaso la qualità è inferiore. Se perdi Maignan e prendi Milinkovic Savic, il portiere, la qualità è inferiore.
Non hanno una situazione facile ma non lo sarebbe stato per nessuno.
Per questo motivo questa società andrebbe contestata ogni giorno senza riposo, invece dalla contestazione pre Milan-Monza sono passati venti giorni. Tutto dimenticato. Hanno preso Tare ed Allegri per calmare le acque. Prenderanno Modric, anche se economicamente è un investimento a fondo perduto per gettare un po’ di fumo ai nostri occhi. Intendiamoci, giocatore eccezionale ma Lui dovrebbe essere quel qualcosa in più in una squadra forte. In una squadra con un progetto tecnico che non esiste.
Io odio il calcio mercato perché ha smesso di farmi sognare, una volta una trattativa per Modric, magari non a quarant’anni, mi avrebbe tolto il sonno della felicità.
Che bello che era sognare e non essere contabili.
W Milan
Harlock
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