Parliamoci chiaro…

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Italy, Milan, September 2019 - Aerial view of San Siro Stadium

Dare l’addio a San Siro sarà doloroso. Come milanista ma, e ne sono orgoglioso, anche come milanese (per quanto d’adozione). San Siro è, o è stato se preferite visto la fine a cui è destinato, un vero tempio del calcio. Un luogo iconico, che profumava di pallone, di derby infiniti, di sfide memorabili con le squadre più forti e titolate di tutto il mondo, con il sapore del tifo di una volta, quello più vero, più profondo e più puro, ma anche un simbolo di Milano. Quella Milano tanto Italiana e Longobarda quanto a vocazione internazionale, quella “da bere”, con tutti i suoi eccessi deleteri e censurabili certo ma anche quella che attira da tutto il mondo chiunque voglia avere, o anche solo pensi di avere, uno status. La città della finanza, della moda, dell’industria e… del calcio. San Siro è un simbolo, uno dei tanti di questa città meravigliosa e terribile allo stesso tempo, dolce, calda ed amorevole, quando le gira, ma dura, perfida e senza pietà se la prendi per il verso sbagliato. Milano profuma di Duomo, Di Montenapo, della Galleria, del Pirellone, delle realizzazioni ardite delle archistar di tutto il mondo e, si, profuma di calcio e di San Siro.

Qualunque tifoso, da qualsiasi parte del mondo provenga, ha un sogno tra i tanti. Vedere la sua squadra giocare in un grade stadio. Santiago Bernabeu, Maracanà, Camp Nou, Wembley, Azteca, Old Trafford, Allianz Arena e San Siro.

Vi riporto paro paro due descrizioni che ne fanno famosi siti che si occupano di calcio.

“Lo Stadio San Siro di Milano, Italia, è un monumento al calcio e un simbolo della passione che emana da questa città calcistica. Condiviso dai due più grandi club milanesi, AC Milan e Inter, questo stadio è molto più di un luogo di incontro; È un tempio dove rivive la storia del calcio italiano. Il suo design architettonico unico e l’atmosfera appassionata lo rendono una destinazione imperdibile per gli amanti del bellissimo gioco. Nel corso degli anni San Siro è stato testimone di momenti storici e di scontri epici tra le squadre rivali cittadine. Dalle vittorie emozionanti ai pareggi drammatici, questo stadio è stato teatro di innumerevoli momenti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del calcio italiano. Per i tifosi, entrare a San Siro è un’esperienza indimenticabile, dove emozioni e adrenalina si respirano in ogni angolo. Lo Stadio San Siro è un luogo dove la grandezza del calcio incontra la passione dei tifosi, creando un’atmosfera unica che fa battere il cuore di tutti coloro che hanno il privilegio di assistere a una partita in questo luogo leggendario.”

“Non è moderno, non è razionale, alle volte rischia di farti perdere la pazienza ma pochi tifosi al mondo dimenticheranno la prima volta che, usciti dalla stazione della metro, hanno visto l’inconfondibile sagoma del Giuseppe Meazza. Tutto quello che fa arrabbiare i tifosi, dalle enormi torri di cemento armato alle scalinate a spirale, dalla mancanza di organizzazione ai servizi antiquati sono tutte cose che rendono l’impianto meneghino unico al mondo. Se Inter e Milan non vedono l’ora di potersi creare una casa propria e finire la lunghissima coabitazione, orde di amanti del calcio sperano che questo monumento vivente rimanga ancora vivo e vegeto

Ma parliamoci chiaro…

Il calcio è cambiato e cambierà sempre più. Oggi la passione rimane solo a noi tifosi, inguaribili e, me lo dico da solo, sognatori, illusi e pure un po coglioni… Il calcio oggi è puro business. Il tempo dei grandi magnati, dei Berlusconi e dei Moratti, delle “nobili” dinastie dell’imprenditoria Italiana è finito e sempre più società di calcio sono state acquistate dai fondi di investimento o grandi imprenditori stranieri, spesso, troppo spesso, americani. Vado in ordine alfabetico: Atalanta, Bologna, Como, Fiorentina, Genoa, Inter, Milan, Parma, Pisa, Roma, Verona tanto per limitarci alla serie A. Tra le “grandi” resiste solo De Laurentis ma non mi stupirei se un giorno non troppo lontano decidesse di dare forfait anche lui.

E cosa cerca un fondo o un grande imprenditore del gota finanziario internazionale? Semplice: Quello che nei manuali di micro-economia e gestione aziendale viene definito “valore aggiunto” nelle sue varie forme. Dividendi, ad esempio, per creare valore nel tempo o aumento di valore “dell’asset” per poi rivendere con profitto. Soldi, per quanto virtuali, per soddisfare i sottoscrittori e possibilmente raccattarne sempre di più o ai soci (tutti i grandi imprenditori hanno soci ed accoliti e spesso sono “solo” la figura di rifermento di cordate ed accordi siano essi ufficiali o ufficiosi).

In questa visione lo stadio di proprietà diventa fondamentale se si vuole avere una gestione “profittevole” che, spero almeno questo, generi i mezzi per quanto impiegando solo parte dei “profitti” per mantenere la squadra ad alti livelli. Purtroppo certo, da una parte, ma vitale se vogliamo parlarci chiaro…

Questo stanno facendo Milan e Inter. La possibilità di avere uno stadio tutto nuovo e di proprietà è stata, con ogni probabilità, la molla che ha spinto red bird ed oaktree all’investimento.
Apro una parentesi, se vista in quest’ottica la scelta di Furlani e Scaroni ha un senso. Uno il contabile di ferro uscito direttamente dai banchi della Bocconi con il manuale del perfetto manager sotto il braccio e l’altro un vecchio volpone della finanza Italiana (ricordo che è stato presidente di Eni ed Enel…) che visto i trascorsi non può non avere aderenze ed amicizie politiche ad altissimi livelli. Non ti danno in mano le due aziende di stato più importanti se non fai parte del circolo magico. Ed in Italia, se vuoi farti uno stadio in una piazza come Milano (e visto che di cognome non fai Agnelli…), devi essere prima di tutto un politico. Un buon politico, e senza un colore specifico che devi piacere a tutti, che sappia navigare nei salotti buoni.

Ma torniamo a noi. Lo stadio nuovo arriverà. Ho letto parecchio a tale proposito. Ad esempio molto si parla del progetto che sarà, udite udite, condito da una speculazione edilizia che già di per sé porterà soldoni ad un sacco di gente ma non entro nell’argomento che non ne capisco abbastanza per potermi fare un’idea che abbia un minimo di fondamento. Molti sono i lati nebulosi ad iniziare dal contratto di vendita dal comune a… be a chi per davvero, al di la delle maglie rossonerazzurre di facciata, non è chiarissimo. Ma mi fermo qui.

Certo, visto il dover sacrificare San Siro con tutto il suo carico di storia e ricordi, avrei sperato che fosse per qualcosa di solo milanista. L’idea di dover dividere con i cuginastri mi rode e non poco. L’immagine internazionale del Milan in qualche modo si rifletterà anche su di loro dandogli un certo lustro che adesso possono solo sognare, e questo già mi disturba, così come mi disturba, visto che è una scelta fatta per puro profitto, doverlo pure dividere con quelli.

C’e anche dell’altro. Lo stadio non sarà più, o non solo, un luogo di calcio e di tifo. Lo stadio dovrà rendere e quindi sarà sempre più un luogo per famiglie o per turisti stranieri dove la partita sarà solo uno degli eventi. Lo stadio diventerà una specie di cinema dove gli spettatori passeranno serate se non intere giornate, dove la partita sarà solo una parte dello spettacolo, e dove gli spettatori (dei tifosi in senso stretto non fregherà niente e nessuno) dovranno spendere i proprio solidi. In ristoranti, fast food, luoghi di ricreazione e chi più ne ha più ne metta, basta che spendano… e diventerà buono per chissa quali altri eventi, pur che portino soldi. Il calcio come lo conosciamo noi è morto.

Mi piace l’idea? No, per niente ma temo sia inevitabile.

Sempre che vogliamo parlarci chiaro…

Forza Milan 

Axe

Post scriptum (altrimenti non sarei Axel)

quando scrivo un post lo faccio di getto. Dopo rileggo giusto per correggere gli inevitabili strafalcioni e… tagliare o addolcire qualche minchiata scappata nella foga dello scritto.
L’ho fatto anche stasera e quando ho finito di rileggere il post mi sono domandato se l’avevo scritto davvero io e mi sono chiesto se fosse corretto pubblicarlo. Non sarebbe mia intenzione scatenare l’Armageddon tra i pro ed i contro come un post delicato come questo potrebbe provocare. Però, alla fine, mi sono detto… Se mi è venuto così è perchè evidentemente queste cose le ho dentro. Di conseguenza: “se davvero pensi certe cose devi anche avere il coraggio di condividerle…”

Se dobbiamo parlarci chiaro…

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Puoi cambiare tutto nella vita. La fidanzata, la moglie, l'amante, la casa, il lavoro, la macchina, la moto e qualsiasi altra cosa che ti viene in mente. Solo una cosa non potrai mai cambiare. La passione per questi due colori. "il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari". Grazie mamma che mi hai fatto milanista, il resto sono dettagli.