Oliviero amore vero e minima mondialia

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Martedì sera di un Mondiale antipatico, senza Italia, senza atmosfera, senza libertà e senza neanche troppa dignità. Uno squarcio si apre nel cielo qatariota (o qatarino, devo ancora capirlo): un ragazzone ben pettinato, con indosso la 9 della simpaticissima Francia colpisce un pallone perfetto che un certo Kylian ha indirizzato dalla fascia sinistra. La zuccata, con qualche dolorino postumo per il nostro, indirizza la palla al fondo della rete. Sono 51 gol in Nazionale per Olivier Giroud, record di Thierry Henry eguagliato con la mano sinistra già sulla freccia del sorpasso.

Che dire? Per usare un eufemismo non ho mai avuto, come il 99% dei miei connazionali, simpatia per la Francia calcistica (e forse neanche per quella non calcistica). Ma stavolta sono stato contentissimo di vedere un giocatore del Milan raggiungere un traguardo così importante. E non un giocatore qualunque, uno che ho accolto con soddisfazione estrema fin dall’annuncio del suo ingaggio. Uno che ho sostenuto e difeso dalle critiche nei momenti difficili nella prima parte della scorsa stagione. Uno che nelle partite importanti non ci ha mai tradito e anzi ha colpito quando tutto sembrava perduto o impossibile.

Un brevissimo e non esaustivo elenco, giusto come promemoria volante:

inter – Milan 1-2: che altro scrivere se non SI E’ GIRATO GIROUD ? E tutto il resto è storia

Napoli – Milan 0-1: palla vagante e vabbè, che te lo dico a fare, zampata di Oliviero, con quel passettino indietro ad evitare il fuorigioco che è pura poesia da centravanti

Lazio – Milan 1-2: prima di Sandrino nostro chi la rimette in pari? Serve rispondere?

Sassuolo – Milan 0-3: doppietta in mezz’ora e una delle maggiori godurie calcistiche della vita si materializza sotto i miei occhi al Mapei Stadium in data 22 maggio annus domini 2022

Milan – Salisburgo 4-0: serve una vittoria (o anche un pareggio vabbè) per qualificarsi, dopo 9 anni, agli ottavi di finale di Champions League. 50 minuti scarsi e doppietta davanti alla folla adorante di San Siro

Come dicono gli appassionati di basket più americanofili, Oliviero nostro è un giocatore ‘clutch’, freddo, indispensabile e letale nei momenti più importanti e più difficili. Giroud è un centravanti che ci ha cambiato la vita da tifosi, ribaltandola (girandola?) completamente, rendendo il crepuscolo di Ibra molto meno doloroso e contribuendo a riportarci lì dove è il nostro posto.

Un professionista, un calciatore con un palmares infinito e a dir poco prestigioso, che a 35 anni è arrivato al Milan (rifiutando l’inter, così per gradire) e contribuendo in maniera decisiva a ribaltare tutte le gerarchie che sembravano immutabili.

Per ora (e sottolineo per ora) l’ultima fotografia e l’ultima esultanza sconsiderata che ci ha donato è la clamorosa mezza rovesciata al 90esimo di Milan-Spezia: un capolavoro tecnico, fisico e balistico che lascia a bocca aperta e fa impazzire di gioia anche solo a rivederlo su You Tube

Mi diventa difficile, nonostante la presenza anche di Theo Hernandez, che la Francia rivinca il Mondiale. Ma allo stesso tempo vedere Oliviero nostro gonfiare la rete è una gioia per il cuore rossonero, poco da dire.

Per il resto, nonostante tutte le porcherie, è difficile da malato di calcio ignorare totalmente questo mondialaccio mediorientale. Mi scuso intanto con gli eredi del buon Theodor Adorno per la storpiatura del titolo della sua opera più nota, ma in questi cenni di minima mondialia spiccano le sorpresone con gli exploit delle squadre asiatiche e le vittorie più che tennistiche di Inghilterra e Spagna. In primis la clamorosa sconfitta dell’Argentina contro l’Arabia Saudita, che ha spinto il democraticissimo re saudita a dichiarare una instant-festa nazionale che si  è consumata ieri. Una sconfitta che avrà lasciato attoniti i cantori della garra, del Rio de la Plata e del futbol del pueblo.

In secundis, come dicono quelli che hanno studiato e ne sanno parecchio, la debacle della Germania che mi va a perdere contro Holly e Benji, forse per far rivivere i fasti del patto d’acciao

In questa crisi di astinenza da Milan cerchiamo insomma di trovare del metadone in questo mondiale anomalo e inquietante.

FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO

Raoul Duke

Milanista dalla nascita, primo ricordo Milan-Steaua del 1989 e prima volta nella fu Curva Sud in occasione di un derby di Coppa Italia vinto 5-0. Affezionatissimo al Milan di Ancelotti nonostante tutto e fiero delle proprie scorribande in Italia e in Europa al seguito della squadra fino al 2005, anno in cui tutto è cambiato. DAI NAVIGLI ALLA MARTESANA, DA LORETO A TICINESE, TRADIZIONE ROSSONERA, TRADIZIONE MILANESE!