FIFA, UEFA e il grande letargo

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Nonostante mi fossi ripromesso di non scrivere nè commentare eccessivamente la situazione intorno a Donnarumma, non riesco però a non buttare giù due righe relative al ruolo dei procuratori in questo mondo del calcio che sta perdendo il senso della realtà. Il caso Donnarumma è l’apice di quella che sarà un’estate che si prospetta interessante e scoppiettante per quanto riguarda trasferimento a parametro zero, ma mi piacerebbe che la discussione fosse più ampia e che vada oltre all’attuale disputa Milan-Donnarumma-Raiola.

Parto da qui ma poi proverò ad allargare il discorso per arrivare al motivo e alla spiegazione del titolo. Ormai è noto che da circa un anno la scadenza del contratto di Donnarumma ciclicamente ci ha portato all’attenzione diverse sfaccettature che coprono di ridicolo tutta quetsa storia. Il silenzio del ragazzo non aiuta a fare luce sulla sua posizione e la dichiarazione di Maldini del week end scorso è stata, a mio modo di vedere, lapidaria “…bisogna essere soddisfatti in due”. Una frase buttata lì ma di un peso specifico mostruoso, perchè di fatto, e giustamente dico io, mette il portiere rossonero, il suo procuratore e tutto il suo entourage con le spalle al muro. Che Raiola sia un agente potente e senza scrupoli non lo si scopre nel 2021, che Donnarumma sia invischiato in un rapporto più grande di lui nemmeno. Ma nonostante tutto, pare strano, ma l’unico che potrebbe far saltare il banco è proprio lui, anche se le probabilità sono molto basse. Tutto quello che suona male in questa storia è la totale mancanza di tutela per i club. Non lo dico perchè si tratta del Milan ma abbiamo visto in molte altre squadre cosa vuol dire essere sotto scacco, per colpa di agenti che fanno il loro lavoro (sia mai) ma che in realtà sono i proprietari del cartellino del giocatore. Eh si, perchè già normalmente è una rischio ma quando arrivi a pochi mesi dalla scadenza, tu club non hai più in mano nulla se non un cappio al collo che lentamente si stringe e che può stritolarti la giugulare. Raiola aveva, ha e avrà (il futuro non lo metto a caso) un’idea precisa di cosa vuole da Donnarumma, perchè che piaccia o non piaccia, lui, ora (ma anche prima) è il proprietario del ragazzo. Basti guardare le condizioni economiche che vengono richieste per capire che il problema non è la volontà del portiere ma è il lauto compenso che il procuratore porterebbe a casa, qui o si accontenta Raiola o la trattativa salta. Sappiamo che le “commissioni” che vengono pagate sui trasferimenti a zero (per UEFA e FIFA a zero), in realtà, in più di un caso, sono delle sassate devastanti per le casse delle società acquirenti. Raiola se sposta Donnarumma oggi, si garantisce una commissione minima tra i 15 e i 25 milioni di euro, più una commissione sull’ingaggio del ragazzo. Un uccellino che ne sa, ieri sera, mi ha ricordato che la richiesta di 12 milioni l’anno non è buttata a caso perchè dentro a questa cifra ci sarebbe anche una cifra fissa annuale per il procuratore che gli garantirebbe alla fine di tutto, tra commissione trasferimento e commissione sul contratto una cifra intorno ai 35 milioni di euro in cinque anni (25 subito alla firma e 2 l’anno per 5 anni). Insomma, Raiola si sta muovendo come se fosse un club e dovesse monetizzare la cessione di un suo gioiello, con la piccola, unica, sconcertante differenza che si tratta di un procuratore che non ha spese o costi da sostenere come un colosso sportivo.

Possiamo scandalizzarci quanto vogliamo, i club possono lamentarsi ma sanno tutti che, come si dice a Roma ” a chi tocca s’engrugna”, quindi oggi a me, domani a te. Il problema è molto più in alto, a quei piani dove non si vede il mondo reale sotto ma si continua a vivere in un iperuranio che, di fatto, non esiste. FIFA e UEFA, ma soprattutto la prima, ha sempre dichiarato guerra alla proprietà dei cartellini di “terze parti” ma sembra il poliziotto corrotto che sequestra 20kg di droga oggi, sapendo che domani ci sarebbe la possibilità di sequestrarne 200kg. Il mondo dei procuratori, non tutti ovviamente ma la grande parte sicuro, è un mondo che nell’ultimo ventennio ha preso sempre più potere e non è un caso che l’avvento sulla scena di gente come Mendes, Kia e Raiola stesso, abbia di fatto saltare il banco. Inutile dire che tutti i tifosi se ne erano già resi conto, alzando più volte grida di dolore e di allarme ma, come detto, ai piani alti preferiscono continuare a pasteggiare a Krug e Beluga, piuttosto che mettere le mani nella pasta. Eh si perchè FIFA e UEFA sanno, sanno tutto molto bene ma preferiscono prendere e portare avanti le battaglie che fanno comodo a loro. Per la FIFA il doping e le “terze parti”, per la UEFA il razzismo (che assolutamente non sottovaluto ma basta vedere cosa succede ogni mese su qualsiasi campo) e il FPF. Insomma mentre i tifosi puntano alla Luna, le federazioni guardano al dito.

Come anticipato Raiola non è il problema, è parte del problema, e sicuramente, vista anche la mole fisica, ha un grande peso in questa vicenda ma basti vedere anche le richieste assurde di procuratore semi sconosciuti come quello di Calhanoglu, per capire che il giocattolo si sta per rompere. Perchè? Perchè, soprattutto in Italia, i club sono con l’acqua alla gola e questi giochi al rialzo senza senso, spesso alle spalle del giocatore che è ben felice di guadagnare di più ma non ha ben chiaro quanti e quanto ci mangiano alle spalle, stanno per portare tutto al collasso. Basti pensare al giro di plusavalenze che ogni anno vediamo mettere in atto, per capire che la situazione è fuori controllo ma, come sempre, qualcuno in alto mette la testa sotto terra e predica il FPF, che poi vale solo per le squadre slovacche, estoni o per il Milan di Mr. Li.

Per capire quanto i procuratori stiano cambiando lo scenario del calcio mondiale, basta guardare le partite delle giovanili, dove in tribuna, oltre ai pochi genitori, ormai c’è uno stuolo di nuovi “yuppies” o di Jerry Maguire che promettono ai loro eletti di “coprirli di soldi”. La forza dei procuratori sta anche nella rete di PR giornalistica che riescono a costruirsi e che riescono a sguinzagliare quando c’è la necessità. Anche qui, senza citare nessuno in particolare, basta vedere quegli strani ed inutili articoli che escono su moltissime testate online, che raccontano di rinnovi e/o ingaggi di giovani rampanti che però hanno il procuratore amico del redattore. Oppure i titoloni all’occorrenza per creare un bel sano problema al club di turno. Giornalista e procuratore da sempre amici, ma amici, si fa per dire, perchè si tratta del solito rapporto che porta profitti ad entrambi e basta.

Questa volta tocca a noi con Donnarumma e Calhanoglu, ma domani toccherà ad un’altra società. Fino a quando nessuno prenderà provvedimenti, questa situazione potrà solo degenerare fino a creare delle vere e proprie aste, stile fantacalcio. Vanno apportate modifiche e vanno apportate in fretta, la legge Bosman che sembrava aver generato una grande libertà per quanto riguarda i trasferimenti dei calciatori, ha invece aperto una voragine in un contesto da sempre poco considerato che, invece, sotto traccia, ha scavato un solco ormai incolmabile. I Mendes e i Raiola si sono insinuati nello spiraglio lasciato da un vuoto legislativo e hanno proliferato, hanno lavorato e hanno fatto in modo che il potere fosse sotto il loro totale controllo. Se Raiola gestisce alcuni dei giocatori più pagati al Mondo, Mendes e la sua Gestifute, praticamente hanno in mano un’intera nazione come il Portogallo gestendo le sorti di interi club, vedasi Porto con operazioni di mercato sempre molto particolari. Ma ci sono decine di esempi, quelli appena fatti sono la punta dell’iceberg, ma ormai il loro controllo è totale.

Eppure ci sono anche delle eccezioni, ci sono dei club che hanno scelto di non lavorare con alcuni procuratori. Decisioni forti che possono essere condivisibili ma che, ahimè, lasciano sempre il tempo che trovano, proprio perchè sono realtà isolate visto che non si è mai presentato un blocco unico e granitico ad opporsi a questo scempio. Come scritto prima, c’è ormai una sorta di tacito assenso tra i club contando sulla ciclicità degli eventi, insomma anche alla maggior parte dei club va bene questo status quo. Perchè le piccole riescono quasi sempre a monetizzare mentre le grandi sono ingolosite dall’ingaggio di giocatori dal nome altisonante. Se solo FIFA e UEFA decidessero di affrontare seriamente la cosa, probabilmente il potere in mano a queste poche persone inizierebbe a modificarsi. Basterebbe regolamentare, anche se di fatto regole ci sono ma vengono facilmente aggirate, per fare in modo il valore del calciatore non possa essere deciso dal procuratore ma, soprattutto, non sia il procuratore stesso a detenere la proprietà del cartellino. Perchè questo discorso non è legato solo al contratto in scadenza ma è valido anche per tutti quei contratti in corso d’opera, quando un procuratore decide che il proprio assistito non deve più guadagnare 2 milioni di euro ma, grazie a prestazioni decenti, deve cominciare a guadagnarne almeno il doppio o il triplo. Tenendoti in pugno, promettendoti che senza l’adeguamento lo porterà via e lo porterà via alle condizioni migliore per lui, non per il club, perchè un giocatore scontento in rosa è un problema e quindi si dovrà abbassare le pretese economiche, in caso di cessione.

Da qui a giugno ogni giorno ci saranno nuove puntate di queste telenovele stucchevoli e sicuramente non le vivremo con piacere perchè nel caso di Donnarumma ci toccheranno direttamente ma sappiamo che il problema è ormai ampio e si allrga a macchia d’olio, spetterà poi a FIFA e UEFA a dare una sorta di credibilità a questo gioco che sta sempre di più diventando un Olimpo per pochi snaturandosi da sport del e per il popolo.

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.