Calhanoglu in vetrina

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Vincere la prima partita largamente non è che abbia mai portato molta fortuna, spesso ti fa illudere, a volte ti fa sentire già arrivato ma non credo sarà il caso di questa Italia, questa nazionale ha idee di calcio chiare e solide, concetti limpidi che i giocatori sembrano conoscere alla perfezione.
Quando hai un’idea di gioco e un’identità chiara come questa nazionale condito da un discreto entusiasmo penso si possa stare relativamente tranquilli, ci sono nazionali più forti sulla carta, certamente più esperte, questo è fuori di dubbio ma il calcio messo in mostra dagli azzurri contro la Turchia è stato a tratti entusiasmante. Calhanoglu e compagni ci erano stati presentati come una nazionale in grande ascesa, soilda e ben strutturata, con giovani interessanti. A dire il vero l’unica cosa interessante messa in mostra dalla nazionale di Gunes è stato il lungo rinvio del loro portiere che poi è stata la loro unica fonte di gioco. Lancio lungo a scavalcare il centrocampo e speriamo che qualcosa succeda.
In realtà non è successo proprio niente ed il loro 4141 è sembrato una sorta di catenaccio anni’70.
Quello che più mi colpisce è il gioco dato da Mancini, ci sono allenatori che non riescono a dare un’identità alle loro squadre in un’intera stagione pur allenando quotidianamente mentre il buon Mancio che vede si e no i suoi giocatori cinque volte l’anno, è riuscito a trasmettere i suoi concetti in pochissimo tempo. Ha creato per prima cosa un gruppo, si è fidato dei suoi uomini, anche di quei giocatori che magari trovavano pochissimo spazio nelle proprie squadre, vedi Bernardeschi, e li ha portati all’Europeo. Il suo è un 433 con una pressione altissima e una ostinata ricerca del recupero palla immediato, rischiando magari qualche ripartenza col vento in faccia ma che ti permette di attaccare con molti uomini. Mi ha colpito molto la partita di Spinazzola un vero martello sulla fascia sinistra che ha anche propiziato il goal di Ciro Immobile.
A mio parere però il giocatore fondamentale di questa squadra è senza dubbio Jorginho, maestro del 433, non a caso discepolo di Maurizio Sarri, tiene in equilibrio tutta la squadra magari non rubando l’occhio ma smista passaggi, bravissimo nel palleggio stretto e soprattutto grandissimo intercettatore di palloni sapendo sempre dove posizionarsi al centro del campo, faccio fatica a trovare un giocatore più intelligente tatticamente dell’italobrasiliano.
Parlando di centrocampisti non si può non spendere due parole sulla prestazione di Hakan Calhanoglu, è vero che tutta la squadra non è praticamente scesa in campo ma lui non ha fatto nulla, ha camminato per il campo senza incidere, senza prendere per mano la squadra è senza mai provare una giocata.
Mi pare di capire che voglia sfruttare la vetrina europea per strappare un contratto migliore dei 4 milioni offerti dal Milan, il giocatore visto all’opera l’altra sera dovrebbe pagare di tasca sua 4 milioni per vestire i nostri colori e comunque mi auguro che Paolo Maldini stia preparando anche a lui la stessa sorpresa riservata a Donnarumma, ovvero che prima o poi annunci il nuovo numero 10 del Milan, senza aspettare i comodi di un giocatore che in cinque anni ha giocato bene si e no 6 mesi a stare larghi.
In conclusione solo due parole per Simon Kjaer per la freddezza e l’umanità dimostrata nel soccorrere Eriksen e poi nel sostenere la moglie di Christian. Per qualità, serietà e professionalità io non avrei dubbi su chi dovrebbe indossare la fascia di capitano nella prossima stagione.          MattLeTiss

"Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione". Per questo ho amato alla follia Dejan Savicevic e Matt Le Tissier. Milanista da generazioni, cuore Saints grazie a "Le God". Sacchi mi ha aperto un mondo, Allegri me lo ha chiuso. Sono cresciuto col Milan di Arrigo, quello per me era il gioco del calcio, tutti gli altri prendono a calci un pallone.