“Occhio malocchio prezzemolo e finocchio”

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Infortunio: dal latino infortunium formato da in- e da fortuna cioè “sorte”.
Ovvero sfortuna!
O dea Tyche dea greca della fortuna, vieni, approssimati e manifestati a noi tifosi rossoneri!
Lo dico ai numerosi milanisti che stanno ingurgitando litri di Reflugea forte, chili di biochetasi granulato effervescente antiacido, o metri di supposte Stilladay Uniplus rigorosamente 350mg, “calma e sangue freddo” come cantava l’ottimo Luca Di Risio nel 2004 in un’estate per il sottoscritto testosteronalmente infuocata.
L’etimologa non mente, infortunio ovvero mancanza di fortuna, e allora la causa di questi, maledetti, nefasti, infausti infortuni muscolari non va cercata in improbabili colpe nello staff di Stefano Pioli ma nella iella, scalogna e sventura che si sta abbattendo come uno tsunami bengalese in quel di Milanello.
Ho io la soluzione!
Anno 1983, altra stagione amorosa per il sottoscritto moooolto calda ma questo a voi poco importa, fu l’anno di uscita di “Occhio malocchio prezzemolo e finocchio” capolavoro della commedia pecoreccia diretto magistralmente da Sergio Martini con un Pasquale Zagaria in arte Lino Banfi immenso ed una Gegia conturbante e affascinante da far mancare il fiato.
Ricordate l’ingegner Corinto Marchialla? Era lui il corvo, corvaccio del malaugurio, il menagramo in questione, a sua insaputa, che Altomare Secca ovvero Lino Banfi con grande costanza e resilienza inseguì fino a capire la causa di tutte queste sventure: il pelo irto e setoso cresciuto a dismisura sul sopracciglio.
MI immagino Stefano Pioli Harrison Ford travestito da Indiana Jones in missione per scoprire ed estirpare questo pelo irto e setoso cresciuto maledettamente sul volto di qualche giocatore, dirigente, cuoco o magazziniere di Milanello.
Li è da ricercare la causa e non perdere tempo a buttare croci addosso ad uno staff che in pochi anni ci ha riportato in champions, regalato uno scudetto ed anche quest’anno nonostante le numerose sventure ci tiene in corsa per il campionato e assolutissimamente in corsa per permettere a Davide Calabria di sollevare la Champions League.
Questa stagione mi ricorda il Palio di Siena del 1948, in un torrido pomeriggio post seconda guerra mondiale il cavallo scosso della contrada dell’oca dopo una serie di iatture e INFORTUNI, trionfò incredibilmente esultando e nitrendo in barba alla scalogna.
Il Milan di questa stagione non sarà senza fantino perché Stefano Pioli è ben saldo in sella per questo campionato e mi auguro anche per i prossimi trentacinque ma da quel cavallo scosso spero prenda la forza di superare tutto e tutti, perché così, alla fine è più bello vincere!
Forza recitiamo il mantra tutti insieme! “Occhio malocchio, prezzemolo e finocchio”.

Tarlo Paneaigatti

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Community rossonera, da sempre in prima linea contro l'AC Giannino 1986. Sempre all'attacco. Un sito di curvaioli (La Repubblica). Un buco nero del web (Mauro Suma)