Vincere? No grazie non è necessario

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Da tantissimo tempo stiamo parlando di mentalità, mediocrità, degli errori di Pioli, mancanza di obiettivi sportivi. E devo dire che la cosa mi ha abbastanza stufato. E quindi ho provato nel mio piccolo a capire i perché di questa situazione.
Sono partito da una semplice domanda che è questa: perché la società non vuole vincere. A mio avviso tutto ruota attorno a questa semplice domanda.
E’ da molto tempo che penso a questa cosa, e da molto tempo mi ronza per la testa questo tarlo. E sono arrivato ad una sola conclusione e sono sicuro che molti di Voi sono arrivati alla mi astessa conclusione.
L’aspetto sportivo non è la loro priorità perché il tutto deve essere perfetto e confezionato al momento che si concretizzerà la reale vendita del Milan.
Stanno semplicemente preparando il pacchetto da vendere bene e guadagnare bene. La confezione deve avere una società in ordine, i bilanci a posto e lo stadio nuovo. Con tutti questi requisiti fanno il prezzo del nostro caro e amato Milan.
Nel loro programma non sono loro che devono alzare i trofei, ma il futuro acquirente, che parliamoci chiaro sarà qualche arabo o qualche altro fondo. Perché sotto questo aspetto deve fare meglio di loro e generare entusiasmo. Un po’ come Berlusconi quasi quarant’anni fa prese un Milan sicuramente disastrato a livello finanziario ma a sul piano sportivo è stato molto facile vincere di più del Milan di quegli anni.
Lo scudetto di due anni fa è stato un “incidente di percorso” sul piano aziendale, soprattutto quello di Elliott che è ancora il vero proprietario del Milan, e visto che è capitato a noi tifosi e molto probabilmente anche a Maldini doveva bastare per qualche anno, perché l’obiettivo primario, reale è quello di partecipare e di avere un posto in Champions garantito perché assicura milioni freschi. Capite che è un pensiero che va a cozzare con il pensiero di noi tifosi, soprattutto quelli di vecchia data, e molto probabilmente anche quello di Maldini, che ragiona un po’ come noi.

“Oggi il Milan con una visione strategica di alto livello può andare a competere il prossimo anno con le più grandi. Se invece si scegliesse una visione di mantenimento, senza un’idea da Milan rimarremo nel limbo tra le migliori sei o sette squadre in Italia per tentare di rivincere lo scudetto o qualificarci per la Champions. Per questo è il momento che la proprietà, Elliott o quella che potrebbe arrivare, chiuda il triennio e capisca che strategia vuole per il futuro. Con due o tre acquisti importanti e il consolidamento dei giocatori che abbiamo possiamo competere per qualcosa di più grande in Champions” (Parole di Paolo Maldini il 27 maggio 2022)

Maldini in quella intervista a mio avviso aveva già delineato una situazione molto chiara, eravamo praticamente ad uno spartiacque. Anche io ho sempre sostenuto che bastava molto poco per aprire un ciclo vincente. Invece abbiamo vinto lo scudetto, e hanno deciso la versione conservativa perché doveva bastare. Prima di lui è stato mandato via Leonardo che con questa visione non c’entrava proprio nulla dopo i flop Paquetà, Piatek per non parlare di Higuain e Caldara. Un bagno di sangue finanziario.
Maldini ha accettato in parte il programma americano ricostruendo il Milan con dei paletti economici ha vinto lo scudetto anche lui si è ingolosito e ha cercato di alzare l’asticella. Ma fondamentalmente era licenziato da quella intervista perché come molti di noi, io di sicuro, si voleva passare al prossimo step.
Ed in tutta questa situazione un allenatore come Pioli si cala alla perfezione, un allenatore che tutto sommato vince nulla, aziendalista e con il livello tecnico della nostra serie A riesce a garantire quel posto Champions che è l’obiettivo stagionale.
E mi spiego anche perché malgrado da anni subbiamo torti incredibili, metri di giudizio arbitrali che con noi cambiano palesemente o calendari indecenti. Beh il motivo lo avete capito, non si deve vincere.
Molto probabilmente il problema attuale di Cardinale è liquidare Elliott, e sta cercando disperatamente un partner che possa aiutarlo in questa operazione e facilmente in questa cosa s’inserisce il fondo arabo. Perché una volta estinto il debito con i Singer, dove Gordon occupa ancora un posto di rilievo nel nostro Cda dove le quote RedBird sono in minoranza, può pensare ai ricavi sulla futura rivendita.
Perché se RedBird non salda il debito di 600 milioni il Milan ritorna in mano ufficialmente ad Elliott che non lo vuole riavere nella situazione che lo avevano lasciato Berlusconi e Yong Hong Li. Perché il Milan deve essere appetibile in ottica di una futura rivendita, quindi si va di autosostentamento e vendere il Milan senza nessun problema economico ha un prezzo, ovviamente più alto, un Milan con un deficit economico ha un prezzo inferiore.
Per farla breve agli americani avere 3 scudetti e 1 champions con -200 milioni in bilancio non frega nulla, privilegiano uno scudetto con un bilancio a +6 milioni e una serie infinita di brutte figure sul campo. Perché comunque hai un prodotto vendibile.
Purtroppo queste sono modi di pensare che cozzano con il nostro e per quello che ci facciamo il sangue amaro. Oramai a mio avviso dobbiamo farcene una ragione. Finché il Milan è in queste mani sarà sempre così.
Con la speranza che le prossime mani vogliano veramente bene al Milan, anche se ho delle forti perplessità. Ho quasi più paura del futuro che del presente. Molto probabilmente a fine marzo, se veramente gli arabi hanno l’esclusiva nella trattativa, scopriremo le carte e chi veramente comanda il Milan.

“Oggi comandate Voi, ma per favore rispettate la storia del Milan” (Paolo Maldini)

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"Quando il Milan ti entra nelle vene avrai sempre sangue rossonero" Ho visto la serie B, ho visto Milan Cavese, ho toccato il tetto del Mondo con un dito e sono ricaduto ma sempre rialzato. Ho un papà Casciavit....Grazie per avermi fatto milanista.