Milan: squadra e società ok, coach da incubo

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È iniziata la stagione dopo un’estate molto particolare, non tanto diversa dalle ultime, ma che sicuramente ha messo a dura prova la tenuta fisica e mentale dei tifosi. L’inizio dell’estate è stato decisamente frizzante e ricco di scossoni, che però, ad oggi, almeno per me, sono rimasti giusto un ricordo. Il mercato è stato fatto, alla faccia di chi immaginava soldi intascati da Gerry, da nuvole tempestose sul futuro rossonero, comprando giocatori, a mio modo di vedere, interessanti. Sicuramente per il campionato italiano, gente come Loftus o lo stesso Musah, potranno avere un impatto fisico che a noi manca da tempo. Tralasciando i giudizi su Reijnders e Pulisic, che se fossero stati acquistati anche solo dai cugini nerozazzurri, avrebbero dato vita a sceneggiate meroliane da parte dei soliti tifosi rossoneri, pronti a strapparsi le vesti e ad urlare “Cardinale e Furlani, morite domani”.

Manca un centravanti che possa aiutare Oliviero a respirare, su questo siamo d’accordo, ma dovremmo anche essere lucidi nel leggere i movimenti di mercato di questa stagione per capire quale potrebbe essere il futuro. L’arrivo di Pulisic e di Chukwu mi portano a pensare che il futuro di Leao, in caso di annata sfavillante, sia abbastanza segnato, pertanto, se mi metto a pensare come la società, si è preferito riempire dei ruoli quest’anno a budget più o meno stabilito, per poi provare a comprare la punta vera (post Giroud) il prossimo mercato, con un bel gruzzoletto da investire da una potenziale cessione del portoghese.  Anche perchè, che ci piaccia o no, con i prezzi che girano, l’attacante che tutti cerchiamo da almeno 20 gol, subito  pronto per giocare a Milano da titolare, forte e letale sotto porta, non lo compri a meno di 50M€. Ergo quest’anno è fuori budget. Personalmente starei così, con Colombo da provare e riprovare e provando a scoprire Okafor. Per il futuro, attenzione anche a Theo, che si vocifera abbia espresso il desiderio di poter tornare a giocare nel Real ma lasciando in mano al Milan la decisione finale. Ovvero io sto bene qui ma a Madrid ci andrei ma le condizioni economiche vedetevele voi con il Real, se vi vanno bene, io parto.

Qualche giorno fa scrissi algli amici Raoul e Larry, “continuiamo a guardare la mano, ma il problema grosso è la Luna”. Era un mio laconico commento sull’incapace Trentadenari che la società (sbagliando in maniera clamorosa) ha promosso a Head Coach. Non sto qui a raccontarvi l’avversione che io ho per questo mediocre, fortunato allenatore, ma oggi più che mai, per i punti sopracitati, può essere l’ago della bilancia per un’annata sotto le aspettative. Sia chiaro, io mi espongo, senza paure, l’ho sempre fatto, per me questa squadra in mano ad un Ranieri, vince il campionato a marzo. Purtroppo noi ci dobbiamo sorbire uno scriteriato che pensa di dover fare un gol in più dell’avversario e che non ha impostato un minimo schema, se non correre a tutto campo come dei ciuchini e dare la palla a Leao (ora anche a Pulisic o Chukwu) e pregare. Purtroppo questo allenatore è una tassa che dobbiamo pagare, chissà ancora per quanto, perchè penso che sia veramente molto a rischio (soprattutto se mancasse gli ottavi di CL) e il fallimento della sua mentalità ottusa è al 60’ di Bologna-Milan.

Partita in totale controllo, un ottimo primo tempo grazie a gente che sa giocare a calcio (non intelligente e basta come dice Trentadenari, ma gente che tecnicamente sa giocare), Bologna praticamente inoffensivo. Nel secondo tempo, ad agosto, in una stagione lunga devi saper anche gestire le partite e le forze, invece il buon genio di Parma, continua a tenere la squadra alta, con pressione 1vs1 nella trequarti avversaria e infatti, in una partita in totale controllo, al 60’ hai i due centrali che attaccano gli avversari quasi a centrocampo, imbeccata con inserimento del centrocampista avversario e porta spalancata. Film già visto contro l’inter nei derby, contro la Lazio a Roma ecc. Praterie infinite quando si è in vantaggio, roba inaccettabile. Se non ci fosse stato Reijnders (guarda caso uno nuovo e più intelligente del coach) a seguire l’inserimento, 1-2 e battaglia da fare fino alla fine, con il caldo agostano a fare da contorno. Complimenti. Sempre gli stessi errori, sempre le stesse voragini, sempre le stesse difficoltà dei difensori centrali che poi, ovviamente, sembrano tutti imbrocchiti. Ovvio che se li lasci sempre 1vs1 anche Nesta e Maldini avrebbero dei problemi. Per non parlare dei consueti, inutili cambi al 70’, questa volta si è superato con ben 4 cambi tutti insieme, stile trofeo Tim, in modo da stravolgere la squadra e non dare nessuna possibilità ai nuovi entrati di giocare con i “titolari”, quindi sempre una gran confusione. Ahimè, sabato mi aspetto il solito Pioli is on fire a San Siro e tutto va in cavalleria, ma spero che questa inutile farsa finisca il prima possibile.

Chiudo con quello che per me è uno dei grandi errori del nuovo corso dirigenziale. Ovvero la messa fuori rosa dei giocatori non utili al progetto del coach. Ahimè il pugno duro, nel 2023, dove procuratori e intrallazzi la fanno da padrona, non serve a nulla. Dimostrazione è che gente inutile come Pino o Origi, si mettono lì, tirano su il muro ad ogni opzione e ti ciucciano lo stipendio fino alla fine. Non serve mettere fuori rosa i giocatori, serve solo se hai la capacità di relazione commerciale di un Fierolocchio della situazione che si fa prendere qualche cesso da qualche amico per poi restitiure il favore con qualche plusavalenza a caso. Noi non facciamo questo, bene, però la conseguenza è che anche le mosche come Ballo fanno la voce grossa per non andare via. Tutelati poi dal solito sindacato dei giocatori che non vede l’ora di fare casino per gente che guadagna in un mese quello che un operaio porterebbe a casa in 10 vite. Anche perchè se metti la gente fuori rosa, come puoi pensare di ottenere offerte decenti per gente che non ritieni importante?

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.