Milan-Fiorentina presentazione

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Un Milan ordinato, bello e spietato, tanto agguerrito e lucido da riuscire a vincere su un campo parecchio complesso come quello del Napoli e contro una squadra che fino a domenica scorsa aveva fatto bene e convinto tifosi e critica. Il tutto con la griffe di Zlatan Ibrahimovic. Sotto l’ombra del Vesuvio il Milan è anche riuscito a soffrire resistendo agli attacchi e alla furia degli avversari, frustrata tuttavia dall’espulsione di Bakayoko, arrivata proprio dopo la segnatura dell’1-2 da parte di Mertens. Una serata tanto bella quanto significativa per le ambizioni di rossoneri, che ora sanno di potersi (e doversi!) giocare la qualificazione Champions League da protagonisti.

Per farlo è necessario sbagliare il meno possibile, specie in una stagione in cui le posizioni di alta classifica sono racchiuse in così pochi punti. La stessa Inter dopo la vittoria contro il Sassuolo si trova ora a due soli punti dai rossoneri, e poi ci sono le romane, la Juve, lo stesso Napoli… insomma, la concorrenza non manca. Il Milan ha qualcosa in più di questi avversari? A livello tecnico alcune di queste compagini sono più attrezzate di noi, è innegabile; altre a livello di fisico forniscono più garanzie; altre ancora come esperienza ne hanno da vendere. Ciò che il Milan ha di più è però la voglia di rivalsa, di tornare protagonista seguendo la leadership di chi anche a quasi 40 anni non ha ancora voglia di arrendersi.

Di quel qualcuno il Milan dovrà però oggi fare a meno. Ibra out, toccherà a Rebic portare sulle spalle l’attacco della squadra di Pioli (che sarà ancora a su volta sostituito in panchina da Bonera). Alle sue spalle Saelemaekers, Calhanoglu e Diaz. I rossoneri dovranno fare a meno anche di Bennacer per un problema agli adduttori: al suo posto Tonali, ancora non brillantissimo anche contro il Lille. Infine, confermato Kessiè, così come l’intera retroguardia in blocco.

Avversaria dei rossoneri sarà oggi la Fiorentina di Prandelli, ritornato sulle sponde dell’Arno dopo l’esonero di Iachini. I viola continuando a essere una squadra indecifrabile per tutti, anche per chi l’allena, con individualità di tutto rispetto, ma che fa fatica a cavare un ragno dal buco. La qualità è tanta (Borja Valero, Ribery, Bonaventura), il talento e i polmoni pure (Amrabat, Vlahovic, Castrovilli, Pulgar), ma i risultati faticano ad arrivare. La colpa è principalmente da addurre alla mancanza di un vero e proprio numero 9 in grado di finalizzare con decisione il lavoro di rifinitura del centrocampo. Con una punta meno leziosa e più pratica di Vlahovic, i viola sarebbero forse qualche posizione più avanti in classifica. Questa la probabile formazione: Dragowski; Caceres, Milenkovic, Pezzella Biraghi, Amrabat, Pulgar, Castrovilli; Borja Valero; Vlahovic, Ribery.

Ancora guardia alta e attenzione al massimo, specie dopo aver giocato in Europa League così pochi giorni fa e con il rischio quindi di non aver smaltito le scorie infrasettimanali. Una partita alla volta e i risultati potranno arrivare. Senza fretta, né ansia. Il vento sta cambiando, soffiamo nella stessa direzione.

Fab

Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.