Hostages

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La settimana scorsa ho dato le mie spiegazioni sul licenziamento di Maldini, sapevo potessero essere di grande contrasto ma è ciò che penso, pertanto non cambio idea e non pretendo che lo facciano gli altri, anche perchè la maggior parte del post non è stata minimamente compresa. Capita spesso a chi legge da integralista, non solo il Corano ma anche tutto ciò che riguarda il calcio. Ringrazio anche qualche fenomeno per avermi paragonato al Muezzin. Pensa dove siamo arrivati. Oggi riparto un pò dalla fine del post precedente, portando all’attenzione quello che è la realtà dei fatti.

Sia chiaro, almeno lo spero, il mio non è un discorso di rassegnazione, anzi, è però, purtroppo, una presa di coscienza. Da qui, per almeno altri 5-7 anni, saremo ostaggi. Ostaggi di un modo di fare che non comprendiamo e che non accettiamo, ostaggi di una proprietà che è qui per speculare ed arricchirsi, ostaggi di una visione ottusa del mondo calcistico europeo. Prendiamo coscienza di questa cosa. Potremo protestare, potremo ribellarci, potremo disertare lo stadio, potremo anche tifare ma il modus non  cambierà. Ad oggi, non vedo una sola ragione per la quale RedBird, Elliott e Cardinale debbano rinunciare ad una gallina dalle uova d’oro. Eh si, perchè possiamo fare tutta l’ironia che vogliamo sul calcio italiano, ma alle proprietà americane, che ormai ci stanno invadendo, interessa molto di più il contorno, rispetto che al campo. Venezia, Bologna, Parma, Firenze, Roma e Milano, solo per citarne alcune in ordine sparso, letta così sembra la linea dell’alta velocità, sono le città dove queste proprietà stanno mettendo le radici per interessi che vanno oltre il calcio. Incoming (notizia di ieri che quest’estate sarà l’anno record di turisti in arrivo dagli Stati Uniti), import/export, aziende da comprare, sviluppi edilizi, concessioni e tanto altro. Se in UK investono nel calcio, ma in un sistema già rodato che porta utili ma che ha ancora poco sviluppo possibile, qui da noi investono nel calcio perchè questo è un Paese fermo al 1990 e c’è margine per fare soldi. Qui si possono per fare cose, tolta la burocrazia per l’edificazione degli stadi, il resto è molto facile. Portano soldi e creano business. Resto convinto che appena una di queste proprietà riuscirà a posare la prima pietra per uno stadio, si romperà l’argine e a cascata arriveranno concessioni e permessi in ogni dove, a quel punto avranno portato a compimento la loro opera. Avranno dei gioielli da mettere sul mercato da vendere al miglior offerente.

Detto questo, l’essere ostaggi implicherà che vedremo delle cose a livello sportivo che ci faranno accaponare la pelle, il bene primario sarà generare utili e visibilità internazionale, il risultato sportivo, in sè, avrà un peso molto minore. Attenzione, non dico che sia la strada giusta, ma, ad oggi, non avendo a disposizione un Silvio Berlusconi del 1986, non ci sono alternative. I cinesi hanno dato, la stessa merda che abbiamo qui a Milano, sta facendo gestire la società da uno che sa come muoversi nel palazzo ed è molto bravo a fare l’equilibrista per far tornare i conti ma non mette più soldi a perdere. Se non troviamo un magnate, appassionato, la strada è solo questa. Poi, ci sono modi e modi di gestire una società, mettere a capo della parte sportiva gente che non ha una minima esperienza è già un errore grave ma nella testa degli americani, se vuoi smontare il processo “all’italiana” devi metterci le mani in prima persona, anche con gente senza esperienza. Prendete il Parma di Krause. Il proprietario dei ducali ha speso in due anni quasi 350M€ per cosa? Nulla, sportivamente non ha ottenuto nulla ma in compenso sta sviluppando in parallelo altri progetti a Parma e zone limitrofe. Ha sistemato lo stadio, ha creato i soliti palchetti VIP/sponsor. Secondo voi, uno che arriva da Des Monies in Iowa che passione per il calcio può avere? Inoltre, secondo voi, uno che arriva da Des Monies in Iowa è venuto qui a fare beneficenza? Stessa cosa vale per Gerry nostro, con un vantaggio mica da ridere. Ha da spendere il marchio Milan, quindi può trovare più facilmente investitori.

Avere Furlani, Moncada e Pioli a fare il mercato è un modo economico di gestire la parte sportiva ma è anche il modo più veloce, se lo guardiamo con gli occhi di Cardinale, per avere una squadra discretamente competitiva e non esagerare con le spese. Oltre al fatto che sono persone facilmente sacrificabili, gli ultimi due soprattutto. Ha liquidato in due ore Maldini, figurarsi se avrà problemi a liberarsi di un nerd e di un miracolato del Signore che per me, da oggi, non sarà più PepdiParma ma sarà TrentaDenari. Anche io non sono tranquillo con questa gente qui, disprezzo totalmente l’incapacità di stare su un campo da calcio e vedere, capire, studiare i giocatori ma dobbiamo aspettare qualche settimana per capire dove sta il bluff. Personalmente, già avere tutti i titolari confermati per la stagione 23/24, sarebbe un successo, poi che arrivino SMS o Chwuesticazz come si chiama lui, non ci credo finchè non lo vedo, ma sarebbe un di più. TrentaDenari non potrà più proteggersi sotto gli ulivi del giardino del Getsemani, quindi se avrà il coraggio di ripresentare una squadra nelle condizioni psicofisiche della stagione appena conclusa, pagherà le conseguenze. Da ostaggi possiamo fare ben poco, l’amore per il Milan è la nostra sindrome di Stoccolma, continueremo a tifare, a bestemmiare e ad esultare per questi bellissimi colori. Criticheremo, senza tregua se sarà necessario ma dobbiamo essere consapevoli che non saremo noi a poter far cambiare idea a questa gente. Chiedere a Boban, Maldini e a quella simpatica brigata dell’APA.

Questo è il nostro destino da tifosi, possiamo raccontarcelo quanto vogliamo ma alla fine “Sun semper chi, me dan del rimbambì…”

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.