La triste fine della comunicazione rossonera

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Questo blog, nato agli albori del Giannino, per far conoscere la verità e d interpretare gli avvenimenti al fine di combatterlo (il Giannino), ha avuto una posizione molto rigida nei confronti della comunicazione rossonera, sia quella interna che quella esterna. Anzi, quest’ultima non era che l’elongazione della prima, scrivendo a comando e distinguendosi nell’esaltare le gesta dei dirigenti e facendo finta di non vedere quello che stava accadendo. Parliamo di giornalisti asserviti alla dirigenza che si guardavano bene dal porre domande scomode, fare inchieste e raccontare la verità. Era una comunicazione oscurantista barbarica di stampo medievale, dove talebanismo e radicalismo convivevano insieme.

Molti giornalisti aspettavano la conferenza per abbuffarsi ed ingozzarsi, oppure la crociera dell’amore in cui baciavano la cravatta gialla e giuravano fedeltà alla tovaglia. Perno del radicalismo e talebanismo era il canale servatico dove l’elegia trovava la fonte e dove alcuni abbonebeti pagavano per fare comunella con l’esperto di editoria sportiva nei giusto toni e altri pagavano la stessa cifra per guardare i primi che gozzovigliavano. La critica era vietata, ma a differenza degli altri canali tematici di tutto il mondo, venivano tacciati di eresia, interismo e ingratitudine. Veniva partorita, in una notte di tuoni, fulmini e orrori, la teoria del carro.

Una politica editoriale di questo tipo, unita alla decadenza societaria, hanno portato alla fine del suddetto canale. Anni fa lo scrissi e ricevetti insulti dal solito Muezzin del canale che in un’intemerata indegna mi rinfacciò la grandeur del canale. 10 anni dopo del canale rimangono si e no 4000 abbonati coraggiosi che si godono una trasmissione il lunedì su cui non mi soffermo perché devo ancora cenare e altre pochissime dirette. Amen e Deo gratias.

Nel 2019, in ogni aspetto della vita, la comunicazione costituisce un aspetto fondamentale, tenendo presente i milioni di tifosi che ci mettono soldi e passione. Dal radicalismo e talebanismo che non si poteva assolutamente criticare, con la comparsa dei cinesi e di Fassone la comunicazione conosce una primavera inimmaginabile, con i tifosi informati e coinvolti in tutto (almeno apparentemente) e con nuovi personaggi (Guadagnini) al comando della stessa. Ma la “glasnost” rossonera dura poco, appena le cose cominciano ad andar male si ritorna all’antico, alla finzione e alle bugie. Il tutto culmina con un’intervista del suddetto canale a Fassone pochi giorni prima della “caduta”. Chiaramente l’esperto di editoria sportiva nei giusti toni conduce le danze e l’autoproclamatosi “guardiano di casa Milan” chiede ridendo a Fassone di alcune voci che parlerebbero di difficoltà economiche tali da minare l’iscrizione del Milan al campionato. I due ridono di gusto e chiaramente smentiscono. E costui sarebbe il guardiano? Un guardiano, come si evince dal dizionario della lingua italiana, è colui il quale è preposto alla sorveglianza di un qualcosa, sia esso pubblico che privato. Se così fosse c’è poco da ridere con Fassone e non è corretto parlare di guardiani, ma di compiacente di Casa Milan. Tra l’altro ci fa sapere, parlando con un plurale maiestatis che sfiora il ridicolo, che dal 2012 le cose vanno male! Per me anche da prima, ma allora noi (inteso come blog) che critichiamo da illo tempore perché siamo stati bacchettati (eufemismo) da costui e dai suoi sodali? Compiacenza, solo ed esclusivamente compiacenza.

Oggi la comunicazione è ai minimi storici, con una qualità da serie B angolana; secondo me lo Sporting Cabinda comunica meglio. Siamo passati da una comunicazione talebana e falsa ad una comunicazione inesistente. Il nulla. I giocatori non parlano se non al canale seguito da io, mammeta e tu. All’esterno non filtra nulla, la proprietà è muta come il discreto amico di Cocciante. Gazidis, dopo aver parlato alla Gazzetta, non ha più proferito verbo, impegnato com’è a cercare qualche sponsor che non trova… Maldini e Boban dicono 4 parole al mese e Massara…si prepara a nuovi spettacoli di cabaret con Mughini.

Di conseguenza giornali, siti, radio e televisioni brancolano nel buio, non ottenendo notizie dal Milan; anzi si vedono costretti, per campare, ad ipotizzare, inventare e farneticare. Proliferano insiders fatti in casa e sapientoni di ogni genere. Ad oggi del progetto Milan non sa niente nessuno, ammesso che questo progetto esista. A questo aggiungiamoci uno scollamento che esiste tra i 5464638262 dirigenti e Guadagnini, reo forse di essere espressione degli sciagurati cinesi. Ma se Guadagnini avesse rivoluzionato il tutto, rendendolo moderno e coinvolgente, forse le cose andrebbero meglio. Invece sono stati mantenuti personaggi risalenti ai dinosauri, invisi ai tifosi e figli del talebanismo del Giannino. I social poi sono la piaga più evidente. Chi li gestisce sembra non accorgersi di quanto avvenga. Tutti i vari soloni che parlano di Milan fanno riferimento agli stessi, ma vanno nella direzione opposta. Se volete ridere guardate la pagina Facebook del Milan, i post sono uno sballo, nemmeno un bambino di 6 anni sarebbe capace di arrivare a tanto. Per cominciare molti di questi post sono scritti in inglese, mancando di rispetto ai tifosi storici e cercando consensi tra stranieri che di Milan ne sanno più di noi ed erano tutti presenti a Milan-Cavese. Sempre questi post sono infarciti di hashtag, simboli, disegnini e quanto altro di illeggibile si possa immaginare. I contenuti sono spettacolari, si va dalla chiamata alle armi per comprare i biglietti per la partita contro il Real Brescia al sondaggio sul gol più bello di agosto! Ahahahahahahahahaha il gol di agosto aahahahahahahahahaha (tre). Da stare male. Per non parlare di rievocazioni storiche di cui abbiamo gli zebedei strapieni e dei soliti compleanni di cui non frega un cazzo a nessuno. Il più bello chiedeva chi era stato l’ultimo giocatore del Milan a segnare una doppietta contro il Brescia e un genio sotto ha risposto: “lo chiedo a mio nonno!” Ahahahahahahahahaha

Per me la comunicazione andrebbe rasa al suolo, via tutti. L’incompetenza regna sovrana e se questa squadra va ricostruita dalle fondamenta allora non si può prescindere da una minuziosa scelta di professionisti veri e non improvvisati parvenu. Un professionista come Riccardo Coli è dovuto andar via per finire alla Juve…, forse non era proprio l’ultimo… Ah quanto mi manca Sapienza (tornasse!), cavolo lo prendevo in giro e lui mi scriveva di ridere di gusto, un grande! A differenza di qualcun altro che fa della rabbia e del livore una prerogativa. Oggi sicuramente verrà ricordato un gol di Lodetti contro i galli su assist di Furio Camillo.

Gianclint

Il mio primo ricordo furono i pianti per una sconfitta in finale con il Magdeburgo.. Rivera e Chiarugi erano i miei idoli, ma ho amato anche Wilkins ed Hateley. Per il Milan di Sacchi avrei lasciato tutto e tutti. Rimane per me la pietra di paragone. Scrivo di getto come Mozart, odio i servi, i ruffiani e i leccaculo. Scrivo per il gusto di farlo e potrei dare lezione alla maggior parte dei giornalisti al seguito del Milan, incapaci di scrivere qualcosa di accattivante e vero. Detesto chi scrive e annoia e lo fa solo per ingraziarsi qualcuno. Disprezzo fanatici e cretini. Ragiono con la mia testa e del risultato me ne frego; chi gioca bene vince due volte.