
Calciomercato chiuso, finito. Archiviato. Finalmente. Di certo non ci siamo annoiati ma, a forza di nomi, piroette, cambi di strategia, piani B, C, D, E…. ci stava venendo il mal di testa. Il campo, perlomeno, è stato agrodolce. Una bella figura in stile Milan all’esordio, poi tre punti di speranza in una trasferta per nulla scontata come quella di Lecce. E’ stato l’anno della rivoluzione, dei cambiamenti radicali e dell’elezione di nuovi totem per quella che sarà la struttura del Diavolo 2025/26.
Dicevamo che il campo è stato agrodolce e, per certi versi, lo è stato anche il mercato di questo strano incodificabile Milan. Tanti punti interrogativi, tante speranze ma anche alcune pedine che, oggettivamente, ci faranno comodo. Ci siamo già stropicciati gli occhi nell’ammirare Luka Modric, uno scrigno di talento ed eleganza. Presto vedremo in azione l’ultimo colpo del mercato rossonero, Adrien Rabiot. Il francese, certamente, non appartiene al club dei pochi eletti di cui fa parte il croato ex Real Madrid ma, senz’altro, è un giocatore che può diventare presto un riferimento della rosa del Milan. Si sa: è un pupillo di Allegri. Oltre a questo, è un centrocampista che nelle ultime tre stagioni non è mai andato sotto i 5 gol e si è saputo sempre ritagliare spazi da protagonista in differenti ‘abiti tattici’. L’inaspettata rissa con l’ormai ex compagno Rowe (sarà il suo prossimo avversario in Milan-Bologna) ha aperto le porte ad un’operazione rapida quanto necessaria in cui, per una volta, il club si è fatto trovare pronto. Peccato per l’infortunio perché, neanche a dirlo, sarebbe stato interessante vedere presto all’opera anche Jashari ma occorrerà aspettare. Grande curiosità anche attorno a quello che, di fatto, è l’acquisto più costoso di questa sessione di mercato, vale a dire Christopher Nkunku, approdato in rossonero per 37 milioni + 5 di bonus. Insomma, non proprio noccioline.

Poi ci sono le speranze: da Ricci a De Winter, passando per Estupiñan. Infine, occorre menzionare i cosiddetti punti interrogativi come Zachary Athekame e il ‘panic buy’ dell’ultima ora David Odogu, difensore 19enne prelevato dal Wolfsburg. Sono iniziati, ovviamente, i giorni dei famigerati pagelloni di fine mercato e, nel 99% dei casi, il Milan si è beccato un’insufficienza. Per alcuni lieve e per altri grave, in certi casi anche gravissima. Il maggior punto di critica, mosso verso il club, è rappresentato dal basso numero di giocatori in rosa. Ancor più rovente il fronte di chi mette in evidenza i buchi tattici di questa rosa, al netto della sua non-partecipazione ad alcuna competizione europea. La difesa preoccupa e non poco: non è arrivato alcun giocatore d’esperienza che possa dettare i tempi, così come non è arrivato un rinforzo vero e proprio che possa fare la differenza e che, sulla carta, possa alzare il livello di un reparto che, nel corso della passata stagione in Serie A, ha raccolto dalla rete ben 43 palloni in 38 partite.
Non starò qui a dare un voto o ad aggiungere l’ennesimo epiteto, negativo o meno, alla campagna acquisti del Milan. Principalmente perché ho sempre trovato limitante dare un voto a operazioni che si svolgono in 3 mesi per decidere il destino dei successivi 9. Avrebbe più senso darle a fine stagione anche perché, successo o disfatta, dipendono da numerosi fattori che, talvolta, possono farti perdere anche dopo un buon mercato o, al contrario, farti vincere seppur senza innesti di qualità. Staremo a vedere. Quel che è certo è che, ancora una volta, il Milan non si presenta numericamente completo e, nell’eventualità di situazioni avverse, dovrà fare di necessità virtù senza avere un’adeguata fisionomia come accaduto sovente negli ultimi anni.
Il canovaggio strategico di questa finestra di mercato è stato continuamente stravolto e, anche le ultime dichiarazioni del ds Igli Tare, hanno destato più di qualche perplessità. Assurdo pensare, come riferito dall’ex Lazio, che non vi fosse chiarezza condivisa sul modulo che avrebbe adottato il tecnico Allegri e su cui, necessariamente, andavano fondate tutte le trattative di mercato. Così com’è assurdo credere, come si mormora, che Jashari e Ricci non siano nuovi arrivi graditi al mister. Sull’altro personaggio noto della dirigenza, che neppure sto qui a nominare, invece non vi è nulla di assurdo, se non perché continui ad essere l’amministratore delegato del Milan. Quello resta sempre il fatto più assurdo. Ribadisco: staremo a vedere. Intanto, il nuovo tecnico Max Allegri, almeno dal punto di vista comunicativo, sta già sfoggiando le sue migliori doti: il solito profilo sornione e lucido delle prime fasi, un po’ per la consapevolezza di che situazione avrebbe trovato, un po’ per rimanere sempre il più possibile distante dallo stanzino dei colpevoli. Perché se è vero che i giocatori sono partiti malissimo, è altrettanto vero che il livornese non ha dato una gran lettura al match d’esordio con la Cremonese ma, ovviamente, è da folli fare le crociate alla guida tecnica già alla prima del nuovo campionato. Si spera che questa sosta nazionali porti consiglio e che, nel prossimo match contro il Bologna, si veda un Milan simile a quello di Lecce ma con una maggiore fluidità e convinzione. Certo, ci vorrrà tempo. Specialmente dopo una rivoluzione del genere. Anche se questa rivoluzione non l’abbiamo scelta noi e ha portato a rischi molto grossi che, innegabilmente, bisognerà saper gestire. Vedremo se avremo le spalle abbastanza larghe. Sempre forza Milan.
Joker
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