Dall’algebra di Giampaolo al buon senso di Pioli. Maldera, Serginho, Vangioni come Theo. Stiamo calmi: il proprietario dell’Hammarby non arriverà.

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Di sabato mattina per complicare il tutto, di sabato mattina quando si sa che abbiamo trascorso la serata a scrivere per altre testate più onorevoli di questa, di sabato mattina perché qualche impiegatuncolo dedito all’happy hour preferisce la prima sciata dell’anno piuttosto che occuparsi di Milan.
Ma noi ci siamo, ci siamo per voi, per raccontarvi il Milan da dentro perché chi ve lo racconta da fuori storpia, deforma, deturpa la realtà, ci siamo di sabato come ci saremmo di domenica e ci vorremmo tanto essere di lunedì per potervi offrire pagelle obbiettive, costruttive e non telegrammatiche come quelle scritte per voi frettolosamente e sbrigativamente tra l’undicesima e la dodicesima pausa caffé del giorno.
Non ci piace essere lamentosi né lagnosi, ci piace stare sul pezzo, di buzzo buono come lo è stato il Milan di Stafano Pioli a Parma, nella sua Parma.
Un Milan che ha senso, che ha capo e cha ha coda, la creatura di Stefano Pioli sta pian piano prendendo forma, intendiamoci non è stato fatto nulla e la classifica piange e langue ma adesso si vede un gioco, una fisionomia, una squadra.
Stefano Pioli è persona perbene, pacata, semplice, senza fronzoli, ed il calcio che la squadra sta mettendo in pratica rispecchia in tutto e per tutto il suo allenatore.
Il calcio algebrico, astrofisico, tutta teoria e niente pratica di Gianpaolo (o Giampaolo con la M ma in fondo non importa a nessuno) è stato cancellato e raso al suolo dalla semplicità di Stafano Pioli da Parma, il quale ha messo i giocatori giusti al posto giusto, lavorando sulla testa dei ragazzi persi e stremati da ore e ore di teorie da orchite cronica.
Spiace per i pecoroni ed i soloni da tastiera compreso il predicatore folle dal sermone sconsiderato e sconclusionato che da questo blog sparla e straparla, spiace per chi aveva bocciato troppo presto il mercato fatto dal Direttore Tecnico Paolo Maldini coadiuvato dal Chief Football Officer Zvonimir Boban che sono andati ad Ibiza a convincere Theo Hernandez, alla faccia di quelli che criticavano “il pelato” quando ad Ibiza ci andava lui e quando si muoveva lui tornava sempre con un fuoriclasse, e mi perdoni Adriano Galliani se ho usato “lui” con la lettera “L” minuscola.
Theo Hernandez ragazzi è un giocatorone, una risorsa importante, un capitale infinito, una ricchezza smisurata per la nostra squadra.
Theo Hernandez Serginheggia, Theo Hernandez Maldereggia, Theo Bernard François Hernandez Vangioneggia, ma attenzione va e torna perché Dio solo sa quanto il nativo di Marsiglia sia migliorato in fase difensiva.
Non ci nascondiamo dietro ad un dito e già sentiamo e percepiamo il ghigno dei saputelli e saccentelli lettori che fiutano già una nostra censura rispetto alla nostra fase offensiva, e invece no cari amici togati non ci nascondiamo dietro un dito e non lo nascondiamo a voi, Piatek e Leao devono e possono fare di più, la società lo sa, la PRO-PRIE-TÀ lo vede ma a gennaio, proprio per non mettere altra pressione sui nostri due bomber, non arriverà nessuno, tantomeno il nuovo proprietario dell’Hammarby.
Ibra signore e signori rimarrà un sogno di metà autunno, la squadra è pronta, la rosa è forte anzi per dirla come diceva chi di calcio ne capiva e continua a capirne qualche kilometro fuori Milano: il Milan è numericamente e qualitativamente ultracompetitivo.
A Bologna sarà dura, durissima ragazzi ma ora abbiamo una squadra che sa e fa quello che vuole, la creatura di Stefano Pioli è nata, tifatela, annaffiatela perché sta germogliando in autunno, non lasciatevi aizzare, fomentare, istigare da chi fa la voce grossa dietro la tastiera.
L’Ac Milan sette volte campione d’Europa ve lo raccontiamo solo noi.

Gauro Puma