Pancia a terra

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Vincere fino alla sosta gettando il cuore oltre gli ostacoli, questa la missione in campionato. Per l’Europa, invece, mi accontenterei se ci provassimo aggiungendo un altro centimetro alla crescita della squadra con un successo nell’infuocata Zagabria.
Ad Empoli e Verona sono arrivati 6 punti di resistenza, frutto soprattutto della caratteristica più tipica di questa squadra rispetto agli altri Milan che abbiamo conosciuto: la capacità di non avere mai dubbi. I ragazzi, specie a Verona, hanno fatto una partitaccia contro un’avversaria infammata anche se impresentabile e a metà ripresa non sembravano poter uscire dal pantano. Anzi, l’Hellas colpendo una traversa e tutto sommato tenendo meglio il campo stava persino legittimando un successo. Ma i nostri sono sempre stati capaci di non farsi mai domande, di non preoccuparsi, eseguendo alla perfezione l’unico contropiede scoperto offerto dagli avversari. Non c’è prestazione disordinata o sottotono che ci preoccupi, è come se sapessimo sempre di poterne uscire.
Questa convinzione distingue il Milan dalle avversarie, ben più del gioco che invece ahimè pare un po’ pasticciato. Finalmente stanno emergendo le idee di Pioli per adattare questa squadra ad una crescita necessaria e ai nuovi acquisti; francamente paiono un po’ embrionali, e sfacciate. Theo mezzala fa incazzare, per dire; ma a me faceva incazzare anche da terzino in copertura agli inizi, quindi sapete cosa? Me ne sto zitto e aspetto fiducioso, anche se avevo preferito di gran lunga le scelte più conservative e tradizionali fatte contro la juventus. Sicuramente non sembriamo avere quell’aspetto solido e rassicurante da “campioni in carica”, ma neanche sembriamo arroganti o scontati. Siamo sempre pancia a terra; l’obiettivo in testa c’è. Tanto basta per fare risultati e essere contenti.

E venne il giorno. La settimana di Avvento alla sfida del cuore del nostro ex proprietario sembra tutto sommato sobria, forse a causa della fine del periodo elettorale e degli impegni politici. Speriamo che prosegua così, senza distrazioni e senza soprattutto propagande che ancora, personalmente, mi suscitano incazzatura. “Club di valore e di valori” ha riassunto a meraviglia Maldini (chi se non lui) in settimana. Basti pensare a dove eravamo solo pochi anni fa per tagliare corto su qualunque tentativo di riesumazione di un ‘affetto’ che non è dovuto e non c’è.
Ci saranno sorrisi, ci saranno strette di mano e sicuramente anche qualche coro. Un teatrino tutto sommato accettabile, un obolo che non può intaccare la sensazione meravigliosa dell’essere usciti dal mausoleo di Arcore, luogo in cui abbiamo rischiato di venire tumulati per vanagloria, interessi e, ovviamente, soldi.
Per metterci una ulteriore pietra sopra bastano 3 punti sabato sera. Forza Ragazzi.

Larry

 

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.