Ricominciamo da…?

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Tutto bene quel che finisce bene, almeno pensando alla finale di Champions League di sabato scorso. Il PSG ha schiantato il record del Milan 1994 come finale con il più grande scarto nella storia della Champions, e questo è male, ma lo ha fatto contro l’Inter, e questo è bene. Ci siamo salvati da una stagione che per poco non poteva sancire un altro Triplete nerazzurro, ora però la concentrazione deve essere rivolta a noi e noi solo. Bene che il nodo allenatore sia stato sciolto appena dopo l’investitura ufficiale di Tare come DS rossonero, per quanto Allegri possa anche non fare impazzire molti tifosi, e io sono tra quelli. È stato però essenziale muoversi il prima possibile per evitare ulteriori interferenze, e il fatto che si sia scelto Allegri in un battito di ciglia è comunque segno che le idee sono chiare.

Le idee dovranno essere chiare anche sulla squadra, ora. La prima decisione, un po’ come un paio di anni fa, sancisce una cessione eccellente. Se nel 2023 fu quella di Tonali, oggi è Reijnders che lascerà Milano per accasarsi al Manchester City. Senza uno dei due giocatori che più di tutti hanno fatto la differenza in positivo quest’anno (l’altro è Pulisic) il Milan sarà costretto a ripensare il proprio centrocampo. Cosa che, a onor del vero, avrebbe dovuto comunque fare, almeno parzialmente, dal momento che dopo la cessione di Bennacer la squadra era rimasta orfana di un vero costruttore di gioco, di un metronomo. Quindi sostituire l’olandese sarà certo essenziale, ma anche integrare la metà campo con più materia grigia per gestire il pallone nei momenti complessi delle partite. Potrà davvero farlo Modric, e con continuità? Certamente la mancanza di un appuntamento infrasettimanale darà una mano all’ex Real dal punto di vista fisico, ma le primavere del croato sono 40, quindi avere qualche dubbio è più che lecito.

Questi primi movimenti dimostrano tuttavia un modus operandi basato su due regole che saranno a mio avviso centrali quest’estate: la prima è che nessuno è incedibile, la seconda è che si cercano più esperienza e carattere per rifondare lo spogliatoio. Ogni mossa di Tare, o quasi, sarà dettata da una o entrambe queste regole. Se sulla seconda possiamo anche essere d’accordo, la prima fa un po’ storcere il naso: se continuiamo a cedere i nostri migliori elementi dove andremo a finire? Che sia per scadenze contrattuali o cessioni, il Milan dal 2021 a oggi ha perso quasi ogni anno delle pietre angolari della propria rosa: Donnarumma e Calhanoglu, Kessié, Tonali, ora Reijnders. Costruire qualcosa di grande così è molto faticoso. A volte per costruire non serve distruggere, ma conservare.

La domanda quindi ora è: ma da chi ricominciamo? A chi daremo le chiavi del Milan dal punto di vista emotivo, della fiducia, dell’esperienza? A qualche giocatore? Pulisic? Leao? Gabbia? O ricominciamo davvero da Modric, classe 1985? O da Allegri? Magari Tare? Vedremo…

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.