Milan-Roma presentazione

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Due pareggi nelle ultime due partite e abbiamo già salutato il primo posto conquistato qualche giornata fa. Brutte prestazioni, quelle contro Pisa e Atalanta, con qualche attenuante e alcuni punti critici emersi. Le attenuanti, prima di tutto. Beh, le conosciamo: out Pulisic e Rabiot (soprattutto), più Estupinan e il lungodegente Jashari. Mancano la luce, l’esperienza e alternative comunque importanti da avere in panchina. Questo porta chi gioca a essere spremuto di più, a giocare di più, a non avere modo di cambiare il match, se necessario. A Bergamo l’unico che poteva farlo era Loftus-Cheek, che comunque per una decina di minuti ha giocato Bellingham style (si esagera). Mettiamoci poi le condizioni non perfette di Leao contro l’Atalanta e Nkunku che sta faticando tremendamente a riprendere il ritmo partita (complice anche per lui qualche piccolo acciacco). Insomma, per sfangarla, in queste condizioni, serve che gli episodi vadano nella direzione giusta. Quello che è successo a Bergamo (l’Atalanta ha creato di più e per quanto imprecisa meritava la vittoria certo più di noi), non contro il Pisa (la seconda rete, tra l’assist cadendo e il fallo su Gabbia non sanzionato, è una delle più assurde viste in questi anni).

Bergamo ci dice anche altro, comunque. Ha molta ragione Allegri: non siamo stati lucidi negli ultimi 20 metri, facendo scelte spesso sbagliate (complice anche la stanchezza di cui sopra). Prendiamo Saelemaekers: due errori che pesano contro il Pisa al 98’ e a Bergamo nella ripresa in campo aperto 1 vs 1 con Bartesaghi in sovrapposizione da solo che tenta un assist a Nkunku invece di tirare o mettere in porta Davidino. Ecco, l’emblema della mancanza di lucidità. Per il belga con un’attenuante in più: il fatto che stia facendo bene da tornante non ci deve far dimenticare che non è un tornante. Sarebbe una mezzala tecnica, ed è lì che renderebbe meglio. Il fatto che sia costretto a fare le vasche a destra lo rende potenzialmente meno pericoloso nell’ultimo quarto di campo. Se ci fossero state più alternative a destra, a Bergamo avrebbe forse giocato centrale al posto di uno tra Ricci e Modric, cercando di dare più brio e imprevedibilità alla manovra offensiva. Oltre questo, forse il più preoccupante segnale che ci lascia Bergamo è quanto andiamo in difficoltà se pressati alto. L’Atalanta non ha dato tempo ai difensori di costruire, costringendoli a coinvolgere Maignan (avrà toccato venti volte i palloni di Gimenez e 5 volte quelli di Ricci, probabilmente), che per non rischiare spesso lanciava avanti. Ci manca un centrale dai piedi buoni nella costruzione, e per questo rilancio: perché non Bartesaghi, il cui piedino stupisce? La sofferenza nelle terre orobiche è stata data anche da questo approccio della squadra di Juric (che purtroppo non abbiamo replicato, perché anche i nerazzurri avevano le nostre stesse difficoltà in costruzione, anzi, forse anche di più).

Stasera la Roma capolista arriva a Milano, com’era capolista il Napoli un mese fa. Una Roma che stupisce, che subisce pochissimi gol ma ne segna anche non tanti, con un potenziale offensivo notevole tra Dybala, Soulè, Pellegrini, Dovbyk, Ferguson (assente), Baldanzi, El Shaarawy, Bailey. Una partita insidiosa, perché i giallorossi sono in grado di far male sia con giocate estemporanee, sia allargando la manovra sugli esterni, e sono pericolosi inoltre sui piazzati. Sarà una partita da “palla a terra”, dove conterà la fisicità, ma soprattutto corsa e tecnica. Probabile formazione (3421): Svilar; Hermoso, Mancini, N’Dicka; Celik, Cristante, Konè, Wesley; Pellegrini, Soulè; Dybala.

Nel Milan sarà essenziale valutare le condizioni con cui si presenterà Leao, acciaccato come Gimenez e Tomori. E anche se Nkunku riuscirà finalmente a mostrare tutto il suo potenziale. Per il resto non ci sono molte novità, buone notizie i ritorni di Estupinan e Jashari. Probabile formazione (352): Maignan; Tomori, Gabbia, Pavlovic; Saelemaekers, Fofana, Modric, Ricci, Estupinan; Nkunku, Leao.

Vincere sarebbe essenziale per il morale e per la classifica, nonché per evitare di leggere titoli tipo “Il Milan non sa più vincere”. Dai! Forza Milan!

Fab

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Ho questo ricordo, il primo sul Milan. Io che ad appena sette anni volevo vedere la finale di Atene, tra Milan e Barcellona… ma essendo piccolo dovevo andare a letto presto per la scuola. Allora mio padre, severo, mi permise di vedere la partita, ma solo il primo tempo. Finiti i primi 45 minuti, i miei genitori mi misero a letto, ma poco dopo sgattaiolai fuori dalle coperte e mi nascosi dietro la porta che dava sul salone. Al gol del Genio però non riuscii a trattenere la mia gioia… fortunatamente mio padre, interista, fu molto sportivo e mi lasciò concludere la visione di quella partita perfetta.