Da dove Ripartire?

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Finalmente la stagione è finita. Questa annata è stata una tortura, una delle più difficili che abbia affrontato da sostenitore del diavolo. Non ho mai visto una nefandezza del genere in tanti anni di tifo rossonero. Tutto quello che si poteva sbagliare è stato sbagliato, e anche di più.
Tante volte quest’anno mi avete sentito fare paragoni con la scellerata gestione Farina, perché farlo con l’epopea Berlusconi è troppo facile.

Come sapete quel Milan, stagione 1984-1985, non era una brutta squadra in difesa aveva un giovane Franco Baresi, Filippo Galli, Mauro Tassotti da lì a poco Paolo Maldini. In attacco Mark Hateley e Ray Wilkins a centrocampo, ma era una squadra che non poteva vincere ma competeva alla grande.
Perché per capire quanto in basso siamo finiti non bisogna fare paragoni con le epoche d’oro ma quelle difficili, con le stagioni sofferte.

Ma anche in quelle stagioni non certe famose per i risultati i giocatori che scendevano in campo avevano gli occhi fieri di giocare per il Milan e di indossare la nostra maglia perché avvertivano la storia ed il peso di essa. Quella squadra di metà anni ottanta era una buona squadra ma non una squadra che poteva ambire al titolo ma in quella annata è riuscita a battere tutte le grandi e a giocare una finale di coppa Italia.
Noi quest’anno a parte l’Inter non abbiamo battuto nessuna delle Top, e giocato una finale di coppa Italia, come allora, in maniera indegna. Come quest’anno quella squadra non alzava trofei.
Ma la differenza tra le due squadre è abissale, quel Milan degli anni ottanta era una squadra viva, aveva una sua identità, senso di appartenenza e soprattutto una grande passione che univa calciatori e tifosi. E si soffriva assieme con estrema dignità.

Tifosi della mia generazione ricordano ancora con molto affetto Hateley, Wilkins ma anche lo stesso Blissett perché hanno sempre rispettato il milanismo, anzi quel sentimento è entrato dentro di loro e lo hanno incarnato fino al loro ultimo giorno in rossonero.
Quel Milan come quello attuale non ha vinto nulla, ma nessuno dei tifosi ha odiato un solo giocatore di quel periodo, perché c’era il rispetto. Rispetto per la maglia, rispetto per lo stemma, rispetto dei valori.
Una differenza abissale con il Milan attuale, vuoto nei valori e anche nella moralità. Perché tutta la gente che parla di algoritmi, brand, stadi, contenuti social non sanno minimamente cosa vuol dire rispettare la nostra storia, perché non la vive e di conseguenza non la fa sua. E facendo così non rispettiamo il Milan.

L’anima del tifoso rossonero, quello vero, è perso ed è alla ricerca costante di un sentimento, di un qualcosa che non riesce a trovare più, non si identifica più, si sente smarrito. Io personalmente mi sento proprio così. Smarrito.

Ed ecco che il tifoso contesta, come sabato. Perché il vero sostenitore del Milan vuole vibrare di passione.

La protesta che è stata fatta è giusta e sacrosanta, ma per provare ad ottenere qualcosa deve durare nel tempo, altrimenti fra un po’ tanti si dimenticheranno e loro torneranno a fare i loro intrallazzi. Tanti torneranno a sognare per acquisti senza senso che servono solo per gettare fumo negli occhi.

È arrivato Tare, ma da solo non può risolvere la situazione specialmente se deve rendere conto sempre a Furlani, e potrebbe essere l’ennesimo capro espiatorio in modo che loro tornino nell’ombra a fare i loro giochini economici, con uscite di servizio altissime da mettere a bilancio. Io non sono economista ma sono soldi che vanno a finire nelle loro tasche.

Da dove Ripartire???
Ma da un Allenatore con la A maiuscola, ma anche lì siamo in notevole ritardo con il rischio che si prenda l’ennesimo Mister inadeguato alla situazione. A Noi serve un allenatore con personalità forte, che sappia risolvere tante situazioni interne. I nomi sono i soliti, in questo momento che scrivo si sta parlando di Allegri. L’allenatore livornese può piacere o non piacere ma noi in questo momento siamo una squadra dilaniata. Rasa al suolo nei suoi contenuti.
Mia opinione personale uno come Max serve come il pane, basta scommesse alla Italiano o Thiago Motta.

Serve un allenatore e un dirigente che tenga i rapporti con i giocatori, che parlino una lingua comune dentro e fuori del campo. Riportare compattezza nel gruppo perché in questo momento non c’è.

L’Allenatore che deve arrivare, che sia Allegri o qualcun altro prima di portare novità tecniche o moduli di gioco deve riportare entusiasmo, voglia di sacrificio e che risvegli gli animi di essi. Che torni a far sentire i calciatori protagonisti di un sistema perché attualmente nessuno di loro ha più fiducia nelle persone che li stanno guidando. Noi tifosi men che meno. E quando manca la fiducia non si va da nessuna parte.
E la scelta dell’allenatore è la prima pietra su cui  deve poggiare una nuova costruzione. Un qualcosa che faccia dire ai giocatori “cavolo arriva Lui rimango qui”. Perché con questa scelta si vede l’ambizione di una società.
L’Inter negli ultimi anni ha avuto come allenatori Spalletti, Conte e Simone Inzaghi. Noi Gattuso, Giampaolo, Pioli, Fonseca e Conceicao. Trovate VOI le differenze.

“I giocatori che verranno al Milan dovranno capire da subito cosa significa indossare questa maglia, l’appartenenza per me vuole dire tanto, tutto è legato al risultato finale a ciò che riguarda il campo e le vittorie sul campo”

“La maglia del Milan, lo stadio hanno un peso importante, se riesco a trasmettere questo ai giocatori del Milan faremo già un passo importante. Io uso sempre una mia frase: “Conta di più quello che c’è scritto davanti rispetto a quello che si è scritto dietro”

“IO voglio che i giocatori sudino per la maglia, diano tutto per la maglia, che facciano esplodere San Siro e il popolo milanista”.

Questi sono alcuni passaggi dell’intervista di Tare, parole giuste, pesanti e forse anche scontate. Ma per il periodo che stiamo vivendo io non do più per scontato nulla. Tutt’altro e risentirle dire da un dirigente del Milan a me fa solo piacere.
Chiaramente come dicevamo prima serve un allenatore che sappia far fare queste cose, che sappia trasmetterle ai giocatori che ci saranno, perché con gli algoritmi, i fogli excel, i grafici dei fatturati queste cose non le spieghi. Il calcio e il saper fare Calcio è tutt’altra cosa, e come in ogni settore ci vuole competenza.

Se non prendiamo un allenatore con queste caratteristiche è un altro suicidio annunciato, serve gente che faccia calcio, personalità, competenza e UMILTA’.

Serve gente che i giocatori si identifichino con Loro e per Lui farebbero di tutto.

Serve un allenatore forte per una società debole.

Se questo non avverrà prepariamoci al peggio.

W Milan
Harlock

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"Quando il Milan ti entra nelle vene avrai sempre sangue rossonero" Ho visto la serie B, ho visto Milan Cavese, ho toccato il tetto del Mondo con un dito e sono ricaduto ma sempre rialzato. Ho un papà Casciavit....Grazie per avermi fatto milanista.