Manchester United-Milan presentazione

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Il Manchester United è la big di Europa League, la squadra favorita insieme al Tottenham per la vittoria finale; ma il Milan al suo top di rendimento potrebbe giocarsi la qualificazione fino in fondo.
Partiamo da noi, incerottati ma rinvigoriti dall’importante, capitale successo di Verona, ottenuto in modo sontuoso per intelligenza e qualità. Hanno stupito le riserve, per la verità già viste occasionalmente col vestito della festa ma mai così determinanti; ha stupito Pioli che dopo due mesi di osservazione dei problemi ha ben deciso di metterci mano e in maniera sottile e pragmatica, in un momento davvero determinante. Molto bene.
Adesso bisogna essere resilienti e cercare di recuperare qualche acciaccato. Nel match di andata si dovrà puntare probabilmente a fare una partita di sofferenza e precisione.
Milan e United vengono spesso messe nello stesso lotto delle ‘Big decadute’ ma loro non hanno avuto la sfortuna di essere uccisi dalle stesse mani creatrici, di non passare un lustro abbondante a fungere da cloaca per la proprietà, e soprattutto di essere in Premier League, torneo che offre possibilità economiche e sportive ben diverse dalla serie A. Per questo dopo l’ultimo successo in campionato targato Ferguson nel 2012/13 i Red Devils hanno comunque alzato 1 League Cup, 1 FA Cup, 2 Community Shield e l’Europa League 2016-17, senza toccare i nostri picchi negativi soprattutto dal punto di vista tecnico. E’ chiaro che i tifosi vorrebbero altro, specie perché lo United non ha più lottato per il titolo (due podi, ma a distanze siderali dalla prima) né per il successo in Champions League pur spendendo e spandendo a livello delle concorrenti. Sono passati 11 anni dal nostro ultimo confronto, e purtroppo malgrado lo United non sia più uno squadrone (come risultati) è andata comunque peggio a noi. La forbice fra i due club c’è, è pesante, la sentiremo in campo.

Preso in giro all’inizio, si sta dimostrando l’uomo giusto

Dopo il quadriennio del terrore sotto le guide di Van Gaal prima e Mourinho poi, due tecnici alla fine risultati inadatti a ricondurre il Manchester United ai fasti precedenti ma almeno in grado di evitare lo sbraco totale aggiungendo anche qualche alloro, si va verso la stabilità con il criticato ma fondamentalmente amato Ole Gunnar Solskjaer. Il tecnico norvegese propone un calcio semplice (per alcuni troppo), codificato, basato sulle individualità, con fasi di possesso palla conservativo e transizioni rapide con molti inserimenti dal centrocampo. Lo United è abbastanza adattativo: contro le squadre che giocano costruendo basse pressa a tratti fino all’area piccola, contro quelle che attaccano più direttamente può colpire letalmente in transizione. Ole punta sull’efficacia, sulla tradizione, sullo strapotere fisico e pur senza strappare l’occhio o ottenere finora successi ha vinto il 60% delle partite dall’inizio del suo incarico, floppando di fatto solo ai gironi di Champions League quest’anno. Comunque lo United è stato in grado di vincere a Parigi e rullare il RB Lipsia 5-0, e l’eliminazione è arrivata abbastanza a sorpresa. In campionato è secondo a 9 punti dai Citizens dopo la vittoria nel derby del weekend; nonostante un avvio complicato con solo 10 punti nelle prime 7 giornate si è poi ripreso perdendo solo 1 delle ultime 21 partite e segnando successi importanti e in qualche caso (9-0 al Southampton) storici. La gestione del norvegese è ‘old school’: ci sono i titolari, ci sono le riserve; poco turnover, pochi esperimenti.
I Red Devils hanno il secondo miglior attacco con 55 reti in Premier con solo 45 xG, sono molto efficienti; sono 84 i gol complessivi fra tutte le competizioni in 44 partite (noi siamo fermi a 72 in 41). Numeri importanti. Quasi il 50% percento delle reti sono state segnate dalla coppia Rashford-Bruno Fernandes. Attacco prevalente dal lato sinistro (43%), solo il 26% dal centro, la varietà di soluzioni è comunque notevole.
La difesa è fallosa, gioca alta sul campo generando molti offside, concede tanti tiri (11.6 contro solo i 7 del Manchester City) ed è infatti solo la settima retroguardia della Premier per gol subiti, anche se nel 2021 sono stati solo 9 i gol subiti in campionato in 12 incontri, 13 in 18 partite considerando anche le coppe. La registrata data alla fase difensiva si sta rivelando fondamentale.
Il modulo di riferimento è il 4231 e puntano molto sullo strapotere atletico e tecnico rispetto alle rivali.

Assente De Gea per motivi personali, in porta agirà Dean Henderson con la linea a 4 che probabilmente vedrà Wan-Bissaka e Shaw sui lati e Lindelof e Maguire al centro. La coppia centrale va fatta ‘ballare’ palla a terra, senza Ibra è difficile che un 1vs1 contro un godzilla come Maguire ci veda vincitori. I terzini vanno tenuti d’occhio, Shaw ha già siglato 5 assist quest’anno e Wan-Bissaka è esplosivo e fondamentale per la squadra in ambo le fasi; il terzino di origine congolese è il secondo giocatore più impiegato dopo Maguire. A disposizione di Solskjaer anche le alternative Telles, Tuanzebe e Bailly.
E’ sulla mediana dove iniziano ad arrivare i veri dolori. I titolari dovrebbero essere Fred e McTominay. Il brasiliano non strappa l’occhio, non entra nei tabellini, ma è la risorsa tattica indispensabile in questo momento. Equilibratore, si propone come una (brutta) copia di Fernandinho. Sesto giocatore più utilizzato per minutaggio, sarà importante affrontarlo con efficacia. Al suo fianco con ogni probabilità Scott McTominay, che nel solco di Carrick sta crescendo in modo impressionante come box-to-box; 193cm per quasi 90 chili, è una bestia in entrambe le fasi e sono già 7 le reti messe a segno quest’anno.
Per inquadrare al meglio il valore della mediana c’è da parlare anche degli assenti, o probabili sostituti. In primis Matic, gigante dai compiti prettamente distruttivi ma anche con grande tecnica; poi Donny Van de Beek per cui tutti ci saremmo ipotecati la casa, ma che ad oggi incredibilmente fatica a trovare spazio anche solo da subentrante. Infine Paul Pogba, fuori da diverso tempo per problemi fisici, che ovviamente è un top player ma quando vuole lui, e dalla gestione delicata specie mediaticamente (perché lo sappiamo). Il sospetto che a Ole non piaccia, nonostante sia un giocatore molto forte, è fondato. Ad ogni modo assenza abbastanza importante, perché a livello di strappi e capacità difensive di più forti in giro non ce ne sono, anche se il rendimento della squadra con i sostituti è cresciuto.

Probabilmente il più grande sottovalutato di sempre

Veniamo quindi ai dolori grandi. L’attacco dello United gira intorno al trequartista, attualmente uno dei più forti e determinanti giocatori d’Europa: Bruno Fernandes. Dell’ascesa del portoghese hanno già scritto in molti, dal Novara ad una dimensione Mondiale in pochi anni, incredibile come ci sia transitato davanti senza che ce ne accorgessimo. Il 18 dello United oltre a galleggiare abilmente fra le linee distribuendo aperture su ambo i lati, è letale da fuori area e in inserimento. Non a caso capocannoniere della squadra, l’abilità tecnica del portoghese dovrà essere arginata con le maniere molto forti. I numeri fra gol e assist dal suo arrivo a Manchester dicono che lo United parte da 1-0 con lui in campo. Una sfida difficile, che ci dirà tanto sul nostro livello.
A coadiuvarlo, speriamo in solo una delle due gare, Marcus Rashford che può partire come punta o sui due lati. Riassunto: Rashford è fortissimo. Sa fare tutto, è tecnico, è preciso, ed è anche un personaggio pubblico molto amato fuori dal campo per diverse iniziative benefiche cui ha preso parte, ed è il Futuro del Manchester United, squadra della sua città (la famiglia è originaria di St. Kitts&Nevis) e per cui gioca dall’età di sette anni. Insomma anche considerato che a San Siro non ci si può andare, quindi non possiamo ammirarlo dal vivo, anche se saltasse le due gare insomma ecco…a me non dispiacerebbe. Al massimo ci si vede la prossima volta.
Proseguono i dolori con Anthony Martial, uno che non ha spaccato il mondo come avrebbe potuto (troppe aspettative), ma che risulta fondamentale per la manovra offensiva; può essere il genere di attaccante che non da riferimenti, capace di muoversi fra le linee quasi in silenzio, che abbiamo dimostrato di soffrire parecchio.

Non sta esaltando come si voleva, ma meglio che sia fuori: sto parlando di Cavani, attaccante per cui sbarello da sempre. Non ha bisogno di presentazioni. Numeri così così a Manchester ma ripeto: se vuole riposarsi ancora un po’ faccia pure.
A completare il tridente allora potrebbe essere avanzato un centrocampista (fosse disponibile probabilmente Pogba), e poi spazio al giovane Mason Greenwood, 19 anni, sempre più impiegato anche se al momento meno efficace dei compagni di reparto ma con tante qualità; può fare anche il centravanti. A disposizione anche Daniel James, che ha giocato da titolare domenica, Mata, che ormai però è un semplice comprimario, e i giovani Diallo e Shoretire.

C’è voglia ma c’è anche paura, sinceramente, di una figuraccia. La tradizione, purtroppo, non scende in campo; bisogna cercare di rinnovarla con un altro segnale forte dopo il 2020 record in Italia. Le assenze peseranno, ma non impediscono il sogno, come dimostrato domenica.

Larry
Grazie a Matt Le Tiss per la collaborazione.

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.