Uomini e calciatori

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Sabato fantastico! Settimana da incubo. Weekend da sogno. Orrendi rimontati e battuti dalla Lazio. Noi sotto di due gol ribaltiamo il risultato contro un sempre ostico e perfido Verona. Cosa chiedere di più dalla vita? Che la Roma fermi i Gobbi? Non esageriamo con le richieste, dai. All’uccello ingordo… Però se accadesse… Non voglio essere esosa. Questa vittoria vale molto più di tre punti. Molto, molto di più. Come può arrivare alla partita una donna devastata da quanto capitato a Maignan, Theo e Brahim? Ingenuamente lei spera di recuperare qualcuno durante la sosta per le Nazionali. Invece perdiamo altri pezzi da 90. Questa è una maledizione! Altro che quella di Bèla Guttmann. Non ne posso più! E’ una roba disumana. Voglio abbandonare il calcio. Come faccio a resistere, se ogni giorno vivo con l’angoscia di venire raggiunta dalla notizia di qualche disgrazia che decima la nostra rosa? Non vado neanche più su Internet. Vengo, però, pizzicata dalle telefonate del mio amico Umberto, distrutto quanto me. Quando mi informa del Covid per Brahim, gli butto giù il telefono. Sono esasperata. E poi a mettere sale sulle mie piaghe arrivano notizie sull’uscita anticipata dall’allenamento di Rebic e sulle condizioni fisiche non perfette di Leao. Ma basta! Sono un pendolo che oscilla tra la rabbia e la frustrazione. Per fortuna ho un rifiuto congenito contro la bestemmia. Ma mi escono, comunque, geremiadi a gogo. Com’è possibile che capitino tutte a noi?

Forza Mike!

Il grave infortunio di Maignan mi provoca un dolore quasi fisico. Due coltellate al cuore mi avrebbero fatto meno male. Il mio Magic Mike! Noooo!!!!! Sono innamorata dell’uomo oltre che del calciatore. Che differenza con l’odioso “ Parla con Mino”! Le categorie di uomini e calciatori molto spesso non coincidono. Ce l’ho a morte con il nostro staff medico. E non per i 10 giorni persi, mandandolo in Nazionale. Non è questo il punto. Non mi faccio distrarre da specchietti per le allodole. Super Mike si era fatto male nella partita contro il Liverpool. Polso dolente. Problema gravissimo per un portiere. Antenne dirittissime. Dalle radiografie non risulta nulla. E allora? Se il dolore persiste, occorre procedere con altre, più approfondite indagini diagnostiche. O no? No. Il ragazzo gioca, e lo fa alla grande, nonostante la sofferenza. Risponde anche alla convocazione della Nazionale. Appena torna, il patatrac. E’ lecito sospettare che siano stati i medici francesi a capire la situazione e a comunicarla ai nostri? Lecito o non lecito, io il sospetto ce l’ho. E come! Risultato? C’è una lesione al legamento e bisogna pure intervenire sullo scafoide. Sfortuna? Sì, nell’infortunio. Ma tanta, troppa superficialità nel saperlo valutare. E mi fermo qui per carità di patria.

Theo e Brahim colpiti dal Covid. Sfortuna? Sì. Su questo non ci piove. In serie A ci sono stati 4 casi di Covid. 3 da noi. E il quarto, Rabiot, dovrebbe essere quello che ha contagiato Theo. Solo lui, eh! Nessun altro nazionale francese è stato colpito. La statistica è impietosa. Alcuni si aggrappano alla statistica come gli ubriachi ai lampioni? Per sostenersi e non per farsi luce? Alcuni forse sì. Non io. E mi faccio una domanda. Anzi, due. Possibile che il Covid attacchi selettivamente solo i giocatori del Milan? Gli altri fanno i tamponi? Ai posteri l’ardua sentenza. Insomma, sono inviperita. Ce l’ho con l’universo mondo. Con la Dea Eupalla. Con il destino malefico. E con lo staff atletico e medico. Hai voglia a dire che anche gli altri hanno infortuni. Gli Orrendi mai. E nessuno ne ha come noi. Nessuno!

Saele uno di noi!

Insomma, un vulcano in eruzione è più calmo di me. Pensa a come sarebbe bello vincere stasera contro tutto e contro tutti. Sarebbe meraviglioso. Già, ma, messi come siamo, sarà durissima. Il mio malumore viene rasserenato da due raggi di luce. Sono felice per il rinnovo di Saele e per la probabile convocazione di Ibra. Che belle le tue parole a corredo della firma, Alexis. Altri si sono limitati alle prime, tradendole vergognosamente… Alcuni, invece, sono rimasti muti. Grazie, Saele. Si può crescere pure al Milan, vero? Vorrei tanto che tu segnassi il gol decisivo contro il Verona. Alcuni calciatori sono anche uomini veri. Come te. Forza Zlatan! Abbiamo una gran voglia di rivederti in campo. Speriamo bene… Insomma, mi tiro un po’ fuori dalle mie paturnie e metto da parte l’idea di abbandonare il calcio per preservare la mia salute. Comincio a concentrarmi sulla nostra partita. Rebic titolare e Leao in panchina. Sono recuperati. Bene. Non capisco chi se la prende con l’impiego di Daniel. Brahim e Messias sono indisponibili. Krunic ha fatto solo un paio di allenamenti in gruppo. Che deve fare il povero Pioli? La scelta di tenere in panchina Tonali è figlia della prossima gara con il Porto. Mentre rimugino le mie cose, guardicchio gli Orrendi. Figurati, in una settimana così nera per noi non può esserci che la loro vittoria. In effetti dopo pochi minuti segna Perisic su rigore. Non mi arrabbio neanche. Solite telefonate con Umberto che prevede catastrofi all’Olimpico e a S. Siro. Cappero, rispetto a lui io sono un’ottimista seriale. E’ proprio vero che tutto è relativo. Una speranziella timida timida sul pareggio della Lazio e sulla nostra vittoria la ripongo, anche se non oso confessarla neppure a me stessa. Poi arriva la ripresa e lì mi travolge una botta di sano entusiasmo. Mi diverto al parapiglia sul secondo gol della Lazio. Vuoi vedere che rompono il gemellaggio? Io e Umberto siamo euforici e ci gustiamo anche il gol di Milinkovic Savic.

Esultiamo, ma ci mettiamo subito calmi. Bisogna stare schisci. Se non vinciamo, vanifichiamo la nostra gioia. E sarà difficile battere il Verona. Ma se vinciamo….. Loro si fanno subito pericolosi. Bella la parata di Tata. Poi il gol di Caprari. Una doccia gelata. Daniel spara alto al volo un bel cross di Rebic. Fosse entrata quella palla, S. Siro sarebbe esploso. Il Verona gioca meglio. Raddoppia, triplica, arriva sempre primo sulla palla. Il rigore di Romagnoli su Kalinic a me sembra netto. Invece, rivedendo le immagini, capisco che non c’è. Adesso il Var richiama l’arbitro, penso. Niente di tutto questo. Ma a che cappero serve il Var? Mi arrabbio. Mi viene da piangere quando Rebic si accascia a terra e deve uscire. Ante era stato il migliore. Il mondo mi crolla addosso. Mi sento persa. Dai, che entra Leao. Forza Rafa! Mi assale il terrore che possa infortunarsi anche lui. Finisce un brutto primo tempo. Siamo sotto di due gol e si è infortunato Rebic. Murphy, sei tifoso milanista? Durante l’intervallo sono preda dello scoramento.

Bel gol, Olivier!

Rientriamo con Casti e Krunic al posto di Saele e Daniel. Oddio, Samu. Vederlo giocare mi mette tristezza. Il morale mi scende ancor più sotto i tacchi. Un Veronese la prende sul braccio ben distante dal corpo. Rigore! Niente. Mi imbufalisco, pensando a quel che era successo a Bergamo. Leao splendido sulla sinistra. Cross al bacio. Giroud di testa. Goooollllll!!!!!!! Dai, dai! Nel mio corpo tornano copiose tracce di vita. Adesso spero. E credo! Ehi, ma Samu è vivo, pimpante. Contrasta, costruisce. Si danna l’anima. Bravo! Rafa sembra incontenibile. Anche Krunic entra bene in partita. Geniale tacco di Leao per Casti, che cade sul contrasto di un paio di avversari. Rigore! E’ generoso? Sì. Ma chi se ne importa? Kessie sul dischetto. Oddio. Ho paura a guardare. Gooooollllll!!!!!! Sìììììììì!!!!!!!!! Dai, che adesso andiamo a vincere! Manca un quarto d’ora. Ibra entra al posto di un buon Benna. Casti si muove sulla destra. Cross. Mi sembra innocuo. Ma Gunter la svirgola! Goooollllll!!!!!! Non capisco più niente. Sono ai sette cieli. Tonali sostituisce Giroud. Mi si gela il sangue quando vedo Tomori dolorante a terra. No, eh!  Tremo fino alla fine, che finalmente arriva. Mi sento in Paradiso, anche se in fondo al cuore c’è la preoccupazione per Rebic.

Scusa, Samu.

Mamma mia! Mamma mia! Mamma mia! Questa è una vittoria di valore incalcolabile, perché ottenuta nelle condizioni più difficili. Sono orgogliosa della mia indomabile squadra. Quanto la amo. Vedo Casti abbracciato dai compagni. Piange. Mi commuovo. Scusami, Samu. Non dirò più che sei un mediocre. Che quando giochi mi metti tristezza. Mai più. In un calcio di giocatori che sono piccoli uomini tu sei un uomo davvero speciale. L’affetto che ti circonda, le tue lacrime attengono alla sfera dei valori e dei sentimenti. Resterai nel mio cuore a differenza di campioni o presunti tali che valgono ben poco come persone. Chapeau, Samu. Mi hai dato una lezione di calcio e di vita che non dimenticherò. E adesso andiamo ad Oporto. Per fortuna sembra che Ante non abbia niente di grave. Quasi impossibile, però, averlo a disposizione dopo un paio di giorni. In Portogallo avremo lo splendido Leao e, probabilmente, a Dio piacendo, una staffetta tra Giroud e Zlatan. In mezzo Benna e Tonali. Krunic e non Daniel. Ballo? In difficoltà, sì, ma non disastroso come dicono in molti. Tata, la cui presenza mi inquietava, ha fatto bene. Andiamo a giocarcela e, vada come vada, stiamo vicini a una squadra che dimostra di avere un cuore che pulsa all’unisono con il nostro. Forza Milan!

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.