San Martino

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La nebbia agli irti colli, piovviginando sale e sotto il maestrale urla e biancheggia il Var. Ma il Var non è bastato. Higuain ha stampato il rigore sul palo. E, per completare la sua e la nostra pessima serata, si è pure fatto espellere per proteste. Cosa vuoi che sia un fallo invertito, Gonzalo? Non hai realizzato che, non giocando più per i Gobbi, non puoi prendertela con l’arbitro? Là potevi permetterti certe cose. Qui ti costano l’espulsione. E’ il calcio italiano, bellezza. Purtroppo hai perso la testa, ragazzo. Sei un impulsivo in ostaggio del suo nervosismo. Capisco perfettamente che la tua voglia di rivalsa era tanta. E che può essere frustrante giocare in una squadra non fortissima. Hai avuto il coraggio di andare a tirare il rigore. Ma il coraggio è fatto di paura. E la paura ti ha accompagnato sul dischetto. Anch’io tremavo insieme a te, perché so che non sei un rigorista. Saresti stato disposto a sputare sangue per segnare. Per gustarti la tua vendetta. L’emozione ti ha fregato. Capita anche ai campioni. L’incombenza doveva prendersela uno più freddo. Uno che non avesse nel cuore la tempesta di passioni che bruciava nel tuo. Il rigorista era, mi pare, Kessie. Magari sbagliava anche lui, eh! Amen. Il danno più grosso l’hai procurato per le prossime partite. Il nostro obiettivo non passava attraverso la Juve. E’ importantissima, invece, la gara con la Lazio. Siamo falcidiati dagli infortuni e dovremo giocarla senza di te. Resetta tutto, Gonzalo. Vedi di rientrare in condizione e di darti una calmata. Dobbiamo riprendere il cammino, con la speranza di arrivare a una meta difficilissima da raggiungere. Non possiamo permetterci degli scatti di nervi. Quel rigore maledetto fa molto male e va dimenticato. Alcuni ingenui volevano l’espulsione di Benatia, appena reduce da un intervento da arancione su Baka. Figuriamoci! Mazzoleni ha fatto una fatica enorme ad assegnare il penalty. E’ stato costretto dal Var. Tirare fuori un secondo giallo per il suo cuore in bianco e nero era impossibile. Magari ad aree invertite….

Datti una calmata, Gonzalo.

Certo, ricondurre la partita a quell’episodio sarebbe miope, anche per chi è accecato dalla rabbia e dall’amore. Noi siamo una squadra con i denti da latte, purtroppo. Tanto più con l’ecatombe di infortuni che ci priva di parecchi uomini e ne fa giocare altri acciaccati. Nessuno nega che i Gobbi abbiano un organico tecnicamente, fisicamente e mentalmente superiore al nostro. Si poteva sperare che sbagliassero qualche gol e, magari, si innervosissero un po’. Invece hanno segnato alla prima azione. E l’impervia parete da scalare è diventata ancora più ripida e priva di appigli. Ci hanno controllato senza fatica e senza strafare fino all’episodio del rigore. Come si fa ad azzannare con i denti da latte? Eppure un bel morso stavamo per darlo. I denti si sono rotti sul palo. E le nostre tenui speranze si sono dissolte. La nostra prova? Non certo incisiva ma decente, direi. Il brutto errore in disimpegno di Laxalt ha certificato una condanna ineluttabile con la sentenza del secondo gol. E, anche se non lo sapevamo, ha innescato il meccanismo che è sfociato nell’espulsione del nervosissimo Higuain. E’ così brutto spazzare in fallo laterale o rinviare lungo, quando ci si trova in difficoltà nei disimpegni? Evidentemente sì. Nella nostra mediocrità abbiamo avuto qualche azione potenzialmente pericolosa. Ma non c’è niente da fare. Sbagliamo la giocata decisiva, capace di far male all’avversario. C’è sempre un tocco di troppo, un controllo errato, un rimpallo andato male, un dribbling sbagliato, un passaggio un po’ troppo lungo o troppo corto, una scelta di gioco improvvida. Ci sono, insomma, degli evidenti limiti tecnici, atletici e psicologici. Siamo impauriti e contratti. Diamo la sensazione che giocare al calcio sia un lavoro difficile e faticoso. Non un piacere, un divertimento che scorra leggero sulle righe di uno spartito, tra le quali ritagliarsi lo spazio per qualche guizzo creativo.

S. Martino scese da cavallo e tagliò il suo mantello, per darne la metà a un mendicante seminudo sotto la pioggia. Allora il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite. Ecco l’origine dell’estate di San Martino. Noi non abbiamo goduto di nessun raggio di sole. Anzi, a dire il vero, sì. La batosta degli Orrendi in quel di Bergamo mi ha portato una sensazione di caldo tepore. Mamma mia, almeno una decina potevano prenderne. Buono pure il pareggio della Lazio. Guarda un po’ che mi tocca tifare per lo Scansuolo…Ma non sono una schizzinosa. Quel che mi tocca , mi tocca. E faccio di necessità virtù. So perfettamente che con i Gobbi sarà praticamente impossibile. Oltretutto in queste condizioni. Una speranziella pallida pallida, però, non si nega neppure a un condannato a morte. Certo, per sfangarla, ci vorrebbe l’aiuto della buona sorte. Ma la fortuna bisogna andarsela a cercare. Con i nostri chiari di luna non possiamo nemmeno stare a discutere sulla formazione. Le scelte sono pressochè obbligate. Io non fischierei Bonucci. Francamente, al contrario di molti, non ce l’ho con lui. Da noi ha dato quel che ha potuto. Merito anche suo, secondo me, la crescita di Romagnoli. E’ stato un capitano ben più significativo di Montolivo. Se ne è voluto andare? Ok. Sono arrivati Caldara e Higuain. E io ero contenta. Poi, purtroppo, a Mattia è successo quel che è successo. Ma questa è un’altra storia. Non credo proprio che Bonucci abbia chiesto ad Allegri di rimanere in panca. Uno che va allo Stadium ed esulta in faccia agli invasati tifosi gobbi non ha certo paura di giocare a S. Siro. Davvero incredibile la faccenda di Musacchio. Dunque, prende un tranvata nella parte alta del corpo. Esce in barella con il collarino e me lo ritrovo out per due mesi per una lesione ai crociati? Bah! Ci sono cose surreali che capitano solo a noi .

Non mi scandalizzo per il comportamento del Mou. Insomma, uno sente costantemente insultare se stesso e la sua famiglia per almeno quattro generazioni sia a Manchester che a Torino. D’accordo, è un professionista sontuosamente retribuito e…. bla bla bla. Ma il gesto dell’orecchio, che non è quello dell’ombrello, può essere, se non approvato, almeno capito. Come la reazione di Maldini dopo la partita della Primavera. Neanche il più emerito degli imbecilli può pensare che Paolo se la sia presa per un rigore. Figuriamoci. Un arbitro irride, offende, manca di rispetto in modo disgustoso e poi a pagare è solo chi reagisce. Anche questo piccolo fatto è molto significativo. Agli Ovini episodi del genere non capitano. Solo inchini e riverenze per loro. Dobbiamo ricostruire ciò che il Giannino ha distrutto. Sarà difficilissimo, ma bisogna rimboccarsi le maniche. E pedalare! Non abbiamo santi in Paradiso, noi. Nemmeno S. Martino, purtroppo. C’ho le prove!

Stai cominciando a piacermi, Baka.

FPF o non FPF, a Gennaio si impongono interventi intelligenti sul Mercato. E, fino ad allora, non resta che stringere i denti, cercando di non allontanarci troppo dalla zona Champions. Questo povero diavolo, in formato Enrico Toti, va amato e sostenuto. Intendiamoci, rabbia, rancore e frustrazione sono sentimenti normali in una situazione come la nostra. Non è normale, invece, continuare a proporre l’impiego dell’insignificante Montolivo. Finirà per giocare anche lui, visto come siamo messi. Ma che angoscia vederlo scaldarsi a bordo campo con Baka dolorante a terra. A proposito di Baka, ieri mi è piaciuto parecchio. Ha messo la sua fisicità e anche qualche guizzo al servizio del nostro asfittico centrocampo. A me non è dispiaciuto, pur con i suoi difetti, neppure lo stakanovista Kessie. Lì in mezzo, oltre a Paquetà, occorre un altro acquisto. Poche storie! La sosta per le Nazionali giunge a proposito, anche se, purtroppo, molti dei nostri infortuni sono a lunga degenza. Basta che non ci regalino altri problemi fisici. Gente acciaccata come Calha e Kessie deve rimanere a Milanello. Fatti valere, Società!

Tutti sapevamo di perdere con I Gobbi. La sconfitta non è certo una tragedia. Sono le modalità a farci male. Il rigore sbagliato e, soprattutto, l’espulsione di Higuain. Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele, diceva Seneca. Tu non l’hai fatto, Gonzalo. E questo ci procura un altro grosso problema con la Lazio. Come non bastassero quelli che abbiamo già. Qua la mano, Gonzalo. Hai capito e non ne parliamo più. Cerca di lavorare e di rimetterti in forma. Non sei stato brillante nelle ultime partite. Non credo che avremo dubbi di modulo e formazione, a meno che non si rompa qualcun altro. 4-2-3-1 con Baka, Kessie, Suso, Calha, Casti e Cutrone. Non è una ciofeca. Laxalt mi ha deluso. Dopo la brutta prestazione con il Betis, è entrato malissimo ieri. Forza Diego, dai! Io non mi arrendo, ragazzi. S. Martino, a noi serve il tuo mantello intero, perchè la nostra coperta è sempre troppo corta. Giosuè, scusami, ma dal mar al Var il passo è davvero breve. Forza Milan!

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.