L’algoritmo

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Flaiano mi perdonerà. Io non posso esimermi dal dire una cosa. La situazione è Gravina, ma non è seria. Cappero, se il campionato non riuscirà a concludersi, avremo un potente algoritmo capace di stabilire la classifica finale, pesando da par suo i punti conquistati dalle squadre. In base a quali criteri? Bah. Dico solo che, nel caso in cui un parametro sia il grado di difficoltà delle partite, siamo a cavallo. L’algoritmo, infatti, non può ignorare che per noi le partite sono tutte molto difficili. Vedremo, comunque, quel che accadrà. Non è bello mettere il carro davanti ai buoi. E noi tifosi del Milan ne sappiamo qualcosa. Trattati da poveri buoi, da anni e annorum ci è stato messo davanti un carro scalcinato. E su questo gli evoluti minacciavano di non volerci nel caso di futuri successi, probabilissimi, viste le splendide conduzioni societarie. Dite la verità, ragazzi, che ora, con Elliott, o chi dietro essa, con Ivan suo braccio armato, vi sentite tranquilli e sereni come un pisello nel suo baccello. O in una botte di ferro. Come Attilio Regolo. O, invece, si sta come d’autunno sugli alberi le foglie? Davvero splendida questa poesia di Ungaretti. Con pochissime parole descrive alla perfezione uno stato d’animo. Il nostro, purtroppo. A quando ” M’illumino d’immenso”?

Per gli acquisti si ventilano nomi che non riesco nemmeno a pronunciare. Poco male, per carità, non è il nome che fa il giocatore. E, anche se io non lo conosco, uno può essere bravo. A me preme che ci sia una precisa idea di gioco e che si prendano calciatori con le caratteristiche giuste per realizzarla. Chiedo troppo? L’esperienza mi dice di sì. E mi induce ad odiare il 4-3-3. Perlomeno quello che mi sono sorbita per tanto tempo. Una roba assurda, perché attuata senza ali. Il mio disgusto è tanto e tale che si allarga al 4-3-3 in generale. Potrei tollerarlo solo se mi acquistassero delle ali vere. E se sulle fasce giocassimo a piedi non invertiti. Ma preferirei di gran lunga, considerata anche la rosa a disposizione, cambiare modulo. Però non riesco ad interessarmi all’argomento, a farmi davvero coinvolgere, per mancanza di fiducia in chi sta nella stanza dei bottoni.

Ecco Bomba, la macchina di Turing.

Ma nel frattempo bisogna pensare a terminare questa ennesima, disgraziata stagione. Purtroppo si riprende e arriveranno le solite frustrazioni. Non sono riuscita a scovare un algoritmo capace di evitarle. Pure la tegola Ibra ci voleva, per mortificare la mia già scarsa voglia di calcio. Niente di strano. Piove sempre sul bagnato. A proposito di voglie, ne avevo una grande di andare al ristorante dopo tanta quarantena. “ Dai, che oggi è Domenica e usciamo a pranzo”, dico alla famiglia. Detto, fatto. Risultato? Più di due ore di attesa per avere un primo, un secondo e un caffè. D’accordo, la pazienza non è una mia peculiarità. Però anche uno calmo sarebbe diventato nervosetto. Specialmente se avesse avuto una fame come la mia. Mi sono comportata male? No. Tra uno sbuffo e l’altro ho gentilmente fatto notare ai ristoratori che loro avevano la lentezza di Montolivo e che io non ne potevo più. Poi abbiamo mangiato anche bene, eh! Tranne la mamma. La sventurata ha avuto la pessima idea di ordinare la tagliata di petto d’anatra, perché noi l’anatra non la mangiamo mai. E, insomma, quando si va fuori, bisogna cambiare un po’. Mica vero che poi voleva rifilare a me quella robaccia quasi cruda e irrorata di un dolciastro, irritante succo di melograno? Col cappero! Arrivato finalmente il caffè, me ne sono andata. Ho salutato con garbo e ho detto che ero molto più giovane al mio ingresso al ristorante. Be’, penso che sarò molto, ma molto più vecchia, quando riuscirò a vedere un Milan competitivo. Sempre che ci riesca, eh! C’è un algoritmo che possa restituirmi una squadra come si deve? Vorrei poter contattare Turing, colui che è riuscito a decifrare i messaggi in codice dei Nazisti prodotti con la macchina Enigma. Neppure lui, però, riuscirebbe a decrittare il doloroso enigma che ha ridotto il Milan in queste condizioni.

Bello il tuo gol ai Gobbi, Ante.

Niente algoritmi per la Coppa Italia. Ci aspetta lo Juventus Stadium. Non devo pensare alla partita di andata. Rigorello per i Gobbi nel tempo di recupero. Ibra, Theo e Casti squalificati per il ritorno. Una storia come tante già viste. Inferiori per scelte berlusconiane di fine impero e sempre mazziati per decisioni arbitrali. L’infortunio di Ibra almeno un aspetto positivo ce l’ha. Attenua l’amarezza per la squalifica. Io vorrei vigliaccamente non guardare la partita. Tanto la nostra sorte è segnata. Ma so che non avrò il coraggio di essere vigliacca. E finirò comunque per arrabbiarmi. Avanti, quindi, verso questo amaro finale di stagione, le cui stanze hanno le finestre chiuse sui prati dell’immaginazione e sui cieli azzurri che profumano di futuro. Parlando di un passato recente, ricordo ancora la gioia con cui accolsi la sentenza del Tas di Losanna, che ci riammetteva in Uefa League. Scrissi un articolo dal titolo “Losanna nell’alto dei cieli”. Fantasticavo di avvocati belva e di luci in fondo al tunnel. Invece…. soffrimmo con i Lussemburghesi, perché non è possibile pensare di dominare il Dudelange in casa, e finimmo precocemente la nostra avventura nella bolgia di Atene. Poi nuova esclusione tramite sentenza. Io credo che Elliott, o chi per essa, non voglia aggiudicarsi un posto in Uefa League, per evitare una nuova, umiliante paletta rossa. Al tempo non avevo capito perché Berlusconi avesse licenziato Miha, per assumere Brocchi. Poi la ragione mi è parsa chiara. Raggiungere l’obiettivo non qualificazione, per sottrarsi all’analisi dei disastrosi bilanci.

Sarò in grado di scrivere, seguendo il ritmo di due partite a settimana? Chissà. Ce la farei sicuramente, se fossi sorretta da un minimello di entusiasmo. Ma, purtroppo…. Oggi esce il calendario delle partite. Conoscerlo non mi attizza. Pensiamo ad altro, dai. Perfettamente riuscito il lancio della capsula Crew Dragon della Space X. I due astronauti hanno poi fatto il loro ingresso nella Stazione Spaziale. Io avrei avuto un’idea su chi mandare in orbita, nella speranza di liberarmene. E non si tratta solo di Ivan, eh! Però mi trattiene uno scrupolo. Metti che incrocino alieni alla ricerca di forme di vita intelligenti. Che figura ci faremmo? Sono delusa per non avere più notizie dello stadio e del generale Stadion. L’uomo Ragnick tarda a materializzarsi. Kessie, invece, l’ha fatto. Ibra è out e la cosa mi spiace un sacco. Comincia anche il Mercato. Quali amarezze ci riserverà? Chi vivrà, vedrà. Sono alla ricerca di un algoritmo che mi porti Arnault. Mi piacciono le imprese impossibili. Alla faccia di tutto e di tutti, Forza Milan!

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.