Ciao, ragazzi.

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Ciao, ragazzi. Come state? Dunque, dove eravamo rimasti? Sconfitta casalinga con il Genoa. Emergenza Coronavirus e sospensione del campionato. Tutti chiusi in casa. E ora? Si parla di possibile ripresa del campionato, ma non ci sono certezze. Gli arresti domiciliari si sono appena appena attenuati. C’è qualcosa di positivo? Certo. Nessuna sconfitta da un paio di mesi a questa parte. E’ vero che l’animo umano, per alleviare le avversità, forgia lo scudo dell’abitudine. Ma perdere sempre induce a passare da momenti di rassegnazione ad altri in cui girano vorticosamente le scatole, eh! Il calcio è la più importante delle cose meno importanti, diceva qualcuno di cui non ricordo il nome, avendolo condannato alla damnatio memoriae. E il Covid 19 con il suo tremendo carico di morti ha fatalmente relegato il calcio in ultimo piano. Non ho più seguito nessuna notizia sportiva. Mi sono interessata a tutt’altro tipo di problematiche, azzuffandomi pure. Si tratta di argomenti su cui mi batto come un leone, ma che nulla hanno a che fare con un blog come il nostro.

L’uomo Rangnick

Cappero, mi sono detta, se domani devo scrivere un articolo, sarà meglio che vada su Milan News, per vedere un po’ quel che succede. Scommettiamo che non troverò nessuna novità? Che l’uomo Rangnick risulterà ancora tra color che son sospesi? Infatti… Intendiamoci, Ivan lo vuole. Ma lui verrà? Desidera carta bianca. Ok. Però, se vuoi decidere tu su acquisti e cessioni, devi avere a disposizione un budget adeguato. E qui sorge il problema. Sarà contento il povero Pioli. Di Rangnick, di per sè, mi interessa ben poco. Ma lui è stato la causa, forse non la principale e sicuramente non la sola, del licenziamento di Boban. Lo vedo come l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Con l’addio di Zvone il castello già traballante delle mie speranze colorate in rosso e in nero è crollato. Io penso che Zorro credesse davvero nella possibilità di un rilancio graduale del club. Poi ha capito che con Elliott non c’è trippa per i gatti. La trippa se la mangia Ivan.

Il generale Stadion

La splendida organizzazione della nostra Società, mirabile esempio di ottime capacità gestionali e comunicative, non è stata offuscata neppure dal Coronavirus. L’esimio presidente Scaroni, detto generale Stadion per comprensibili motivi, parla di giocatori contagiati. Una nota societaria lo smentisce. Il Generale austriaco Stadion, che combattè anche a Solferino, ci perdonerà per l’accostamento. Noi l’abbiamo chiamato così semplicemente per la pervicacia con cui parlava sempre di stadio in ogni intervista. Si passa di sconfitta in sconfitta, giochiamo male, veniamo pure derubati dagli arbitri? A lui preme solo la stadio. Per una volta che si interessa d’altro, mica della necessità di potenziare la squadra, per carità, viene prontamente smentito. Bah! Le notizie che giungono al nostro vivere quotidiano non sono particolarmente incoraggianti. Avremmo anche bisogno di cercare un’evasione, un ponte che ci porti verso la riva dell’immaginazione. Ecco, il Milan non è quel ponte. Tutt’altro! Continuare ad amarlo è da masochisti. Che bello se lui fosse sadico e, al nostro “ Facci male!”, rispondesse con un bel “ No!” La risposta, invece, è sempre: “ Sì!”

Spero che stiate tutti bene, ragazzi. E con voi le vostre famiglie e i vostri amici. Questa è la cosa davvero importante. Io ho avuto un problema con un maledetto molare. Il meschino se ne fregava del Covid, nonostante io gliene parlassi diffusamente. Ho tergiversato un po’, andando di antidolorifici, e così ho aggravato il problema. D’altra parte, è stata la situazione ad indurmi ad agire in questo modo. Morale? Estrazione dolorosissima, perché il granuloma che si era formato faceva scivolare via l’anestetico. Ma, una volta conclusa l’operazione, mi sono sentita divinamente. Guarire dal mal di Milan è ben più difficile che liberarsi dal mal di denti. Molto, molto più difficile.

Tu sei il mio guerriero

E non è certo facile parlare di Milan in un periodo come questo. Mi sono sentita strana nell’andare a cercare qualche notizia sportiva dopo tanto tempo. Oddio, notizia è una parola grossa. Per quel che concerne i nostri possibili acquisti, si tratta sempre di voci di dubbio fondamento. Jovic? Il giocatore è reduce da una bruttissima annata a Madrid e si è pure fatto male allenandosi a casa. Sono due condizioni che potrebbero favorire una nostra acquisizione. In prestito, però. Non credo alle offerte milionarie che ho letto. Noi siamo poveri e abbiamo tanti di quei paletti dal FPF, che dovremmo essere l’Alberto Tomba dei tempi migliori per districarci. A me il ragazzo piacerebbe anche. Problemi con Ibra? Non credo. Luka, per quel poco che lo conosco, mi sembra una una punta veloce, scattante, che ama stare in area di rigore. Caratteristiche complementari a quelle di Zlatan. Già, ma Ibra rimarrà? Dipendesse da me, sì. Però non credo proprio che questo sia il pensiero di Ivan. E neppure quello dell’uomo Rangnick, se accetterà di venire da noi.

Gigio, tienimi a bada Raiola, perchè altrimenti lo strozzo.

C’è, comunque, un solo giocatore che non vorrei cedere a nessun costo. Raiola o non Raiola. Di nome fa Luigi. Di cognome Donnarumma. Per me Gigio è l’unico campione che abbiamo. Prodotto del vivaio, quasi veterano, anche se giovanissimo, ha un enorme valore simbolico. Rappresenta il biglietto da visita di un club che vuole tornare ad essere competitivo. Che vuol provare a rientrare nei solchi tracciati dalla sua storia. Sarei disposta a strozzare il buon Mino, pur di avere il prolungamento del contratto a cifre ragionevoli. Ci proiettiamo nel futuro, ma neanche sappiamo se si riuscirà a finire questo campionato. Giusto oppure no concludere la stagione? Domanda molto ostica, viste le tante implicazioni del problema. Trascurare le conseguenze economiche di fronte a problemi di salute è bello e ineccepibile dal punto di vista etico. Ma nella vita sono importanti anche i soldi. Lo sa bene chi è disperato perché rischia la miseria. Questa è la realtà. E’ ovvio che l’ideale sarebbe riuscire a coniugare le due esigenze. Cosa non facile in tutti gli ambiti. Impossibile in uno sport di contatto come il calcio. E allora? Io darei per persa questa stagione e punterei sulla prossima. Ciao, ragazzi. Un abbraccio. Nel cuore ho il Milan e tante preoccupazioni che non riguardano solo il Milan. Ad maiora.

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.