Bandiera bianca

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Certo che sono strana, eh! Dunque, per una volta non passo una serata del cappero. Quatto gol rifilati a quel Sassuolo con il quale pensavo di soccombere. E io che faccio? Rimango incredula, stranita. Contenta, sì, ma non riesco a godermi appieno la vittoria. La rabbia, l’avvilimento del pre non sfociano in urla liberatorie. E’ come se facessero da tappo alla bottiglia della mia felicità. Tengo un comportamento fine ed educato durante la partita. Potrei tranquillamente vederla a Buckingham Palace. Il mio cane può stare tranquillo accanto a me. Non mi riconosco neppure. Il fatto è che arrivo alla gara stremata da un pomeriggio in cui urlo, urlo tanto, parlando con amici rossoneri. Ce l’ho con Gattuso, con il 4-3-3, con Suso, con Milan Lab, con il mondo intero. Inondo con fiumi di parole chi osa dirmi che forse Suso non è poi cosi male e Calha, invece… Già, però tu il tuo Suso te lo puoi godere sempre. Sempre impiegato sulla sua mattonella, a fare i comodi suoi. Io, al contrario, mai ho visto il mio Hakan schierato dietro le due punte, come vorrei da una vita. Mai, maledizione al secchio! Due allenatori uno più stupido dell’altro. Necessitavamo di un valore aggiunto in panchina, per tentare di salire la china del baratro in cui ci ha spinto il Giannino. Figuriamoci. Solo zavorre! Pensa te che io proverei a mettere Bonaventura da seconda punta… Le mie linee telefoniche sono bollenti. Insomma, arrivo alla partita furibonda, impregnata di nausea da calcio. I 4 punti persi banalmente con Atalanta ed Empoli mi pesano maledettamente sullo stomaco. Vedo un futuro nerissimo. Sono in modalità bandiera bianca. Ho addosso una malattia malefica. Si chiama rabbia endemica con malinconia strisciante indotta dal Milan. Fusinato mi perdonerà, ma io declamicchio “ Il morbo infuria, la gioia mi manca. Sul ponte sventola bandiera bianca.” Resto ancorata al tema delle poesie risorgimentali, delle quali devo per forza intendermi un po’, essendo di Solferino. Penso alla spigolatrice di Sapri. Eran trecento, eran giovani e forti. E sono morti.” Ma dai, Chiara, smettila!”, mi dico. “ Ci manca solo che scomodi ancora Mercantini con “ Si apron le tombe, si levano i morti” Piantala di fare la cretina! Un po’ di allegria, su!” Una parola. Ho un marito Orrendo e una figlia Gobba, io. Loro vincono facilmente con Napoli e Cagliari. Io attendo il Sassuolo e non ho Higuain. Neppure Cutrone. E dove li mettiamo gli sfottò che mi becco dal giornalaio, dal panettiere, dal farmacista, dal droghiere? Eh, dove li mettiamo? Meno male che queste sono cose reali e non supposte. Sorrido, pensando a Totò. Questione di un attimo. Quello che mi fa più male è che non credo nel nostro allenatore. Non condividendo le sue scelte, non ho il piacere di aspettare la partita. Nessuna voglia. Anzi, un’angoscia profonda. Invidio il mio amico Umberto, cuore perdutamente rossonero come il mio, che se ne va a cena sul Garda. Il nostro modo di giocare proprio non mi va giù. Mi irrita. Ritengo De Zerbi molto migliore di Gattuso e sento nell’aria l’acre odore della sconfitta. Sono una donna spenta, esacerbata, che non conosce il significato della parola “entusiasmo”. Ho addosso la stanchezza esistenziale di una che non ne può più di abbaiare alla luna. Nella mia testa frulla solo un pensiero. Devo decidermi a troncare con il calcio. Basta Milan. Basta Milan Night. Devo chiudere per legittima difesa. Non posso correre il rischio di spappolarmi il fegato. Mi arrendo. Alzo bandiera bianca. Però sono lì, davanti alla Tv. Jim Morrison diceva che rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire. In fondo ha ragione. Ci mancava pure Abate Meglio che sia indisponibile anche Borini. Non mi piace la mediocrità al potere. Penso che uno modesto tecnicamente debba arretrare e non avanzare la sua posizione in campo.

Per una volta che vinciamo, fatico pure a fare la cronaca della partita. Sfinita come sono da quel che ho dato nel pre, non ho la forza di coltivare gagliardi impulsi emotivi. Suso prende la traversa su quel cross di destro? Nemmeno me ne accorgo. Un palpito di terrore mi scuote quando Boa imbuca per il liberissimo Di Francesco, solo davanti al portiere, in zona Musacchio- Abate. Grandissimo Gigio! E pensare che molti invocano Reina, perché è bravo di piede. Ma non sarebbe invece meglio cambiare quella filosofia di gioco del cappero, che prevede continui retropassaggi? Quasi quasi chiederei una deroga alla Figc. Ci facciano battere il calcio di inizio dalla linea di porta. Così siamo subito pronti a partire dal bassissimo, come richiede il nostro sagace acume tattico. Calha la serve al bacio a Kessie, solo davanti a Consigli. Scavetto. Uno di loro salva sulla linea di porta. Jack la passa all’indietro per il Boa. Lui ringrazia e la mette sull’altro palo per l’accorrente Di Francesco. Eccola, la solita frittata. Invece… miracolo di Abate! Bravissimo, Ignazio! Questa volta te lo devo proprio dire. Kessie riparte centralmente in coast to coast. Siamo in tre contro due! Dai! Frank tira dal limite. Gol! Calha recupera palla in pressing alto nei pressi della loro area. La dà a Suso. Niente. Bonaventura se ne va e crossa dalla sinistra. Rogerio la mette in corner. D’accordo, niente di eccezionale. Il vero miracolo, però, è che lì in area c’era Suso. Finisce il primo tempo. Già, adesso bisogna vedere cosa combiniamo nella ripresa. Recenti, dolorose esperienze fanno sì che mi senta tutt’altro che tranquilla.

Si ricomincia. Suso servito lungo sulla destra. Controllo volante tra due avversari. Rientro, sinistro a giro e …. gol! Ma dai! Allora questa è proprio la sera dei Miracoli. Lo vedo andare ad abbracciare Gattuso. Io ce l’ho con tutti e due. La scena, però, mi strappa un sorriso e un moto di tenerezza. Vedi cosa può fare su di me la magia di un gol? Il mio Orrendo mi dice: “ Tu te la prendi sempre con Suso. Ma è il migliore dei vostri.” “ Taci.” gli rispondo. “ Sei interista. Cosa vuoi capire di calcio?” Insomma, mi torna un po’ di colore in viso. Ma non sono ancora serena. So che noi siamo capaci di tutto. Ancora Suso bene sulla destra dell’area. Consigli respinge il tiro di Jack. Nessuno è pronto per il tap in. Loro inseriscono due uomini. Speriamo bene. Romagnoli, invece di passarla, la spara in fallo laterale. Esulto. Calha corto per Castillejo. Samu fa esplodere il suo sinistro! Gol! Adesso sono ragionevolmente tranquilla. Per poco, però. Djuricic si gira indisturbato ai limiti della nostra area e infila Gigio. Eccola lì la paura che mi riassale. Stavolta sarebbe una beffa troppo atroce anche per dei polli come noi, dai. Mica ci metteremo nudi davanti allo spiedo. Però…. Brrrrr!!!!!!! Cutrone prende il posto di Castillejo. De Zerbi fa entrare anche Babacar. Noi sostituiamo Calha con Laxalt. Cercano di schiacciarci nella nostra trequarti e ci riescono. Entra Calabria per Abate. Stavolta ti devo dire bravo, Ignazio. Ormai siamo agli sgoccioli anche del recupero. Suso si conquista una punizione dal limite. La batte. La barriera respinge. Palla ancora a Suso che tira. Un difensore devia. Gol! L’arbitro annulla per un fuorigioco di posizione di Cutrone, che, a dire il vero, non sembra interferire con l’azione e dar fastidio al portiere. Pazienza. Chi se ne frega? Var. Rete convalidata. Finisce qui.

Io mi ritrovo con la vittoria che non mi aspettavo. Ma vieni, le dico. Però sono sorpresa, stranita. Stento a capacitarmi. Avevo già issato bandiera bianca…. Non bisogna mai arrendersi, sciocca. E che mi dici adesso di Suso e Gattuso, con i quali ce l’hai tanto? Be’,li guardo ancora di sottecchi. Non è che una partita possa cambiare le miei opinioni, nonostante sia una non disposta a morire per le proprie idee, perchè potrebbero anche essere sbagliate. Insomma, vedrò se posso perdonarli, per avermi costretto ad usare nei loro confronti parole poco gentili, derogando dalla mia naturale finezza. La faccia tosta non mi manca. Resta, comunque, il fatto che il nostro assetto tattico non mi piace. Non mi sento particolarmente orfana di Andrè Silva, Rino. Avrei tenuto sicuramente il ragazzo, intendiamoci, e mi fa piacere che segni. Ma quella che mi manca è una terza punta. Certo che Andrè se ne è voluto andare. Ti pare possibile restare come terzo attaccante in una squadra il cui allenatore gioca cocciutamente sempre con una punta sola? E’ questo il punto, Rino. E do la colpa pure a Leo e Paolo, che si guardano bene dal darti opportuni suggerimenti. E‘ inutile che tu, Leo, mi parli di una rosa che presenta la possibilità di diverse soluzioni. A che serve, se poi hai un allenatore che ne usa sistematicamente solo una? Ed è grottesco, Rino, che tu mi dica che ora non c’è tempo per provare cambiamenti. Hai avuto tutta l’estate a disposizione per farlo. Mi hai sfinito con le tue scelte sempre uguali. D’accordo, vincere una partita è bello e rasserenante. Giova molto all’umore. Ma non spazza via tutti i problemi. Magari li nasconde sotto il tappeto. Vedremo cosa ci riserva il futuro prossimo, che si chiama Olimpyakos e Chievo. Io sono una possibilista non particolarmente ottimista. Ritiro, comunque, la bandiera bianca. Quanto mi manchi, Gonzalo! Riuscirai ad uscire presto dai meandri di Milan Lab? E tu, Mattia? Aspetto anche te, sperando che tu possa diventare titolare, come io desidero. Va bene, dai. Superato lo scoglio Sassuolo, che a me sembrava una montagna invalicabile, sul ponte sventola bandiera rossonera. Me ne frego in toto del Monza e di Marotta. Forza Milan!

Chiara

Se risalgo il lungo fiume della mia vita fino alle sorgenti, ci trovo sempre il Milan. Il primo? Quello di Rocco e del giovane Rivera. Molti sono meteoropatici. Io sono Milanpatica.Vivo le gioie e i dolori con la stessa dirompente intensità. Perdutamente innamorata di questi colori, non credo che l’amore sia quieta e serena accettazione. Se mi sento tradita, esplodo! E sono parole di fuoco! Ma poi, nonostante i miei fieri propositi, mi ritrovo sempre lì, immersa in un luogo dell’anima chiamato Milan.