Secondo me vinciamo. Ma toccatevi…

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Il maggior problema, per Marco Giampaolo, è quello di trovare una quadra definitiva al centrocampo, che contro il Verona è apparso imballato.

Le buone notizie sono due. La prima è che l’Inter non è (perlomeno ancora) uno schiacciasassi e la dimostrazione è arrivata nel modesto esordio in Champions League. La seconda è che, se esiste la legge dei grandi numeri e del contrappasso, il Milan ha ottime possibilità di vincere questo derby. Chiaro, i valori in campo sono e saranno diversi, su questo non ci piove. Allo stesso tempo le regole della stracittadina esulano quasi sempre la logica e la razionalità e molto spesso vince proprio chi non è favorito. Come lo scorso anno, a marzo, quando la squadra di Gattuso, lanciatissima, andò a sbattere contro un’Inter che pareva davvero alla frutta, ma che riuscì a far sua la partita approfittando proprio della sicurezza degli avversari, che avevano fatto i conti senza pensare all’oste. Quindi, pur restando realista e con i piedi saldissimamente ancorati a terra, oggi i dieci euro li punterei sul Milan, anche perché è da troppi derby che il numero rossonero non esce sulla ruota di San Siro. 

A proposito dello scorso anno. Penso a tutti coloro i quali non perdevano occasione per far notare la presunta inadeguatezza di Rino Gattuso. All’esterno, ma anche all’interno, tanto per capirci. Oggi capiamo che, forse, l’ex centrocampista dell’armata di Carlo Ancelotti, forse non aveva capito tutto, ma certamente aveva compreso parecchio del materiale umano e tecnico a disposizione. Tanto che Marco Giampaolo, che non sarà Guardiola, ma nemmeno è nato ieri, ha subito sconfessato il suo credo e le sue intenzioni riproponendo, di fatto, lo stesso modulo del suo predecessore, anche con gli stessi interpreti o quasi. Al di là dei nomi di chi è arrivato, che rappresenta comunque un upgrade rispetto a chi è partito (a proposito, sarebbe interessante capire come mai in pochi hanno poi trovato squadra) il punto è che pare di tutta evidenza che non non siano arrivati elementi funzionali al gioco del nuovo tecnico. Bene, ma non benissimo, come si dice oggi. A maggior ragione il tecnico (sul quale, come da copione, stanno già prematuramente girando vocicchi e dubbi attribuiti ai piani altissimi) dovrà dimostrare di essere bravo adattando quello che ha e facendo rendere tutti al meglio, a prescindere dal modulo. 

Già, perché è inutile rimarcare che l’unica cosa che è piaciuta del Milan di Verona è il risultato, che comunque non è un dettaglio e non va mai dato per scontato. Ho avuto modo di assistere a quella partita e ho potuto appuntarmi due idee che mi sono fatto, che vanno ovviamente tarate sulla mia faziosità e sul fatto che, sugli aspetti puramente tecnico-tattici, ammetto di capirne poco e di crederci poco. Ho visto una squadra che faceva fatica a portare avanti il pallone. E questo è l’aspetto se vogliamo più preoccupante. Ho visto un centrocampo fermo, con giocatori che correvano spesso a vuoto senza quella coralità di manovra che è fondamentale per poter imporre il proprio peso in campo. Ho visto un buon Piatek, che quando ha potuto ha inciso ma che senza rifornimenti adeguati non può fare più di tanto. Ho visto il solito schemino di dare la palla a Suso sperando nella giocata risolutiva. Il problema è che il movimento a rientrare seguito dal tiro o dalla palla in mezzo (peraltro ancora efficacissimo) ormai lo conoscono tutti, e diventa sempre più difficile sorprendere le difese. Ho visto un buon Rebic, che non sarà un campione, ma che potrà darci una buona mano in questa stagione. Ho visto una difesa solida, dal portiere ai centrali, fino ai terzini, che forse rappresenta il nostro punto di forza attuale. E ho sentenziato che questa squadra potrà essere efficace quando e se il tecnico troverà la giusta alchimia per far giocare e coesistere bene i vari Çalhanoğlu, Bennancer, Paqueta, Kessie, Biglia, il rientrante Bonaventura e pure Krunic, per ora oggetto misterioso. Dall’esito di questo passaggio si deciderà, a mio giudizio, il successo o l’insuccesso di questa squadra.

Bene, ora non resta che aspettare domani sera e sperare. Secondo me vinciamo. O, almeno, non perdiamo. Ma mi raccomando, toccate quello che potete…

Marco Traverso

Giornalista professionista, marketing & communication manager, social media manager, fotografo amatoriale, milanista, tonsore.