Torna Kessie e torna il Milan

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Poco più di un mese fa scrissi del “Feb Madness”, ovvero il nostro mese di febbraio, decisivo per il futuro nelle varie competizioni e per il futuro di un progetto che sta prendendo vita. Diciamo che non fosse stato un anno di Covid, probabilmente l’avremmo vissuto diversamente, perchè gli impegni ravvicinati hanno poi minato, speriamo non irrevocabilmente, alcune ambizioni. Il trittico Spezia, Stella Rossa, cuginastri è stato devastante, sia dal punto di vista dei risultati, sia dal punto di vista dell’umore di tutti. Tifosi inclusi. Nonostante fossi uno dei più fiduciosi, anche dopo la sconfittaccia di La Spezia, le cose sono andate male, sono stati una decina di giorni infernali che ci hanno visti senza ossigeno, sia nelle gambe che nella testa.

Quando, però, le cose sembravano essere pronte ad andare in un verso solo, cioè quello dell’inevitabile declino, questi ragazzotti ci hanno regalato ancora il piacere di seguirli e di vedere le partite. Ora, diciamo piano, la buriana sembra passata e anche il Milan timido e spaventato del derby, sembra essere tornato più deciso e sicuro dei propri mezzi. La cosa particolare è che questa squadra comincia a dare il meglio di sè, quando le cose si mettono male. Fateci caso, più l’emergenza infortuni si accuisce e più saltano fuori belle prestazioni e risultati confortanti. Paradossalmente senza i titolari, il livello di tutti si alza di quel tanto che basta per ricominciare a macinare calcio e risultati. Anche Pioli, quando inizia a piovere, sembra essere più lucido nelle scelte e nell’impostazione delle partite. Questo è un fattore determinante, per tenere la tensione alle stelle questa squadra sembra essere obbligata a dover rinunciare alle sue certezze. Avere un Ibra in meno o un Calha in meno, obbliga a ricercare altre giocate e altre soluzioni, spesso, non preparate e non studiate dagli avversari. Parliamoci chiaro, Spezia e Inter, hanno messo in evidenza alcuni nostri limiti, oltre ai ritmi insostenibili, come contro i liguri, anche lo scarico a Ibra davanti o l’impostazione del turco, erano (e sono) ormai conosciute da tutti. Infatti è bastato mettere delle marcature ad uomo, molto asfissianti e ci siamo sciolti come ghiaccio nel deserto.

Presidente e condottiero

Adesso, dopo essere tornati ad avere l’infermeria piena, siamo meno prevedibili, oltre al fatto che le gambe hanno ricominciato a girare. Non è un caso che la fase di appannamento della squadra è coinciso con l’appannamento di Kessie. Ora l’ivoriano sembra essere tornato il tritacarne della mediana rossonera e con lui, tutta la squadra ha rimesso le marce alte. Il capitano silenzioso ma carismatico rimane lui, forse come immagine anche più importante di Ibra per come rende inefficaci le giocate avversarie. La sua crescita e maturazione sono sorprendenti e ci stanno dando una lezione importante. Attenzione a giudicare i giocatori in un’annata, perchè poi si possono prendere abbagli. Lui è l’emblema che in una squadra che gira può dare di più e può fare da volano alle prestazioni. Sono contento per lui perchè se lo merita. Bravo Frank.

Vincere a Verona può sembrare una cosa naturale, ma non lo è. Giocare e pareggiare come a Manchester può sembrare cosa da poco, ma non lo è. Ora, serve recuperare qualcuno, perchè va bene l’imprevedibilità, ma i pezzi da 90 ci servono come il pane, in modo da rimettere in corsa il treno. Ci sono due obbiettivi che vanno perseguiti e portati a termine. Il primo è quello di entrare in CL, ci serve come il pane, sia a livello economico che a livello di stima. Il secondo è quello di mettere esperienza internazionale a questi ragazzi, perchè l’Europa, qualsiasi essa sia, non può e non deve essere mai sottovalutata e mi piacerebbe capire come si possa pensare di non rispettare l’impegno del giovedì.

Adesso il Napoli ci aspetta, con un pò di riposo nelle gambe ma con un ambiente sempre abbastanza fumantino. Non so chi recuperermo, perchè il nostro è sempre più un bollettino di guerra ma so che la squadra ci proverà ancora a dare fastidio a tutti e a provare una qualificazione alla Champions il prima possibile. Lo scudetto è già assegnato, pertanto lottiamo per le posizioni comprimarie ma non eravamo noi i favoriti e non siamo noi quelli che devono arrivare in fondo a maggio. Intorno a noi ci sono molti lupi famelici che non vedono l’ora di azzannarci ma se lo spirito e la voglia rimane quella che si è vista nelle ultime partite, possiamo ancora divertirci un pò.

FORZA MILAN

Johnson

"...In questo momento l'arbitro dà il segnale di chiusura dell'incontro, vi lasciamo immaginare fra la gioia dei giocatori della formazione rossonera che si stanno abbracciando..." la voce di Enrico Ameri chiude la radiocronaca dal San Paolo di Napoli. Napoli-Milan 2-3, 1 maggio 1988. Per me, il lungo viaggio è cominciato da lì, sempre e solo con il Milan nel cuore.