Impresa da Titani e Babbo Natale

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Stiamo vivendo, dopo mesi di impegni forsennati, una settimana senza partite infrasettimanali, con la squadra che potrà preparare con (molto relativa) calma una coppia di partite a dir poco fondamentali: Napoli domenica sera ed Empoli mercoledì prossimo (22 dicembre).

Come viene sbandierato a destra e a manca dagli house organ della società l’obiettivo esplicito di Pioli & company è quello di fare più punti rispetto al girone di andata dello scorso anno, quando il Milan totalizzò 43 punti. Obiettivamente un ottimo risultato nonostante gli scricchiolii emersi a gennaio 2021 contro juventus e Atalanta. In sostanza per superare questo dato numerico bisognerà vincere entrambe le partite pre natalizie. Facile no?

Francamente vista la situazione di forma, fisica e mentale, e lo scenario degli infortuni come al solito tra il disastroso e l’apocalittico, pare una impresa da Titani portare a casa questi famosi 6 punti tanto agognati. Unica risorsa a cui ci potremmo appellare è Babbo Natale: tutti i bambini milanisti dovrebbero chiedere al magico barbuto decembrino di regalare delle festività più felici rispetto a queste ultime tribolate settimane.

Andando al trito e ritrito ma decisivo tema infortuni, che ormai ci è venuto a noia e di cui parlano tutti in lungo e in largo, è interessante un recentissimo intervento di Ibrahimovic, come spesso accade illuminante sia dentro sia fuori dal campo:

Abbiamo un nuovo campo centrale a Milanello, è bello ma il terreno mi è sembrato subito troppo duro. Ho pensato, devo solo abituarmi.”. Il sospetto di Ibra è che il campo possa aver avuto un ruolo in questo nuovo problema. Sospetto che viene confermato anche dai compagni: “Poi, durante Milan-Lazio, Bakayoko entra dalla panchina e, dopo pochi minuti, s’infortuna. Gli chiedo: “Baka, il tendine?”. Mi risponde di sì. “Sentivi già male prima della partita?”. Mi risponde ancora sì. Io, Baka e un terzo giocatore: tutti con i tendini doloranti. Allora è stato il campo nuovo” (fonte Milannews.it)

Tra le righe dedicate al discorso sul campo nuovo di Milanello, pare ormai più che probabile che ci siano dei problemi strutturali e che i giocatori abbiano per di più timore di farsi male o di aggravare i dolorini già presenti. Da qui, forse, anche uno dei motivi per cui i recuperi dei calciatori del Milan sono lentissimi rispetto a quelli delle altre squadre e solitamente molto più lunghi dei tempi preventivati in fase di diagnosi.

Da sottolineare anche come la parte comunicativa sugli infortuni sia a dir poco opaca, peggiorando la sensazione di incertezza (o addirittura di “terrore” o di paranoia) diffusa nell’ambiente e nella tifoseria. Prendiamo ad esempio il caso di Leao in cui abbiamo assistito ad una escalation da affaticamento a botta a piccola lesione muscolare a lesione seria. Si è passati da riposo programmato a panchina per precauzione a torna in pochi giorni a torna in due settimane per finire a torna nel 2022 se tutto dovesse andare bene. Onestamente questa tiritera si sta ripetendo troppo troppo spesso, minando anche l’atmosfera generale dentro e fuori la squadra.

In questi 180 minuti, più recuperi vari ed eventuali, che ci separano dalla sosta natalizia occorre serrare le fila e abbandonare certi atteggiamenti, anche tattici e mentali, che si sono visti nelle ultime settimane. Una squadra e un allenatore maturi per vincere sanno riconoscere i momenti di bassa marea e adattarsi con concretezza e realismo: per favore lasciamo perdere le uscite dal basso stile Udine e gli arrembaggi con 8 uomini al ventesimo del primo tempo (no comment…), cerchiamo di stare compatti e concentrati approfittando dei frangenti in cui gli avversari abbassano la guardia.

Una partita come quella in Friuli, visto il livello dei bianconeri, poteva e doveva essere gestita con maggiore pazienza e capacità. Vedremo se finalmente la lezione sarà stata acquisita e messa a frutto contro avversari molto più competitivi come i napoletani di Spalletti.

Considerando la fase offensiva a dir poco sterile di queste settimane mi pare surreale escludere Messias che, pur non essendo Neymar, garantisce quantomeno qualche guizzo e qualche iniziativa che nel piattume generale. La sua esclusione nell’ultima partita è risultata incomprensibile ai più, soprattutto stanti le prestazioni recenti di Diaz e soprattutto Saelemaekers.

Stiamo per il momento sul pezzo (testa al Napoli! -cit.-) visto che mancano due partite importantissime, poi durante la sosta avremo tempo di pensare al mercato che una volta si chiamava di riparazione. Il Milan sarà chiamato obbligatoriamente ad intervenire vista la “moria” di giocatori in atto da molti mesi a questa parte e le lacune mai colmate durante la campagna acquisti estiva. Quello che però eviterei come la peste è cedere Tommaso Pobega a titolo definitivo per portare a casa un difensore centrale, certo valido ma non un fenomeno, come Bremer! Vade retro!

Approfitto per fare gli auguri di buone feste (in anticipo) a tutti i lettori di Milan Night e alle loro famiglie

FORZA VECCHIO CUORE ROSSONERO

Raoul Duke

Milanista dalla nascita, primo ricordo Milan-Steaua del 1989 e prima volta nella fu Curva Sud in occasione di un derby di Coppa Italia vinto 5-0. Affezionatissimo al Milan di Ancelotti nonostante tutto e fiero delle proprie scorribande in Italia e in Europa al seguito della squadra fino al 2005, anno in cui tutto è cambiato. DAI NAVIGLI ALLA MARTESANA, DA LORETO A TICINESE, TRADIZIONE ROSSONERA, TRADIZIONE MILANESE!