Si può

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Un Milan forte, bello e vincente. Finora una goduria, tanto che c’è anche poco da scrivere.
Anche nelle serate ni, vuoi a Torino vuoi a Liverpool, vuoi contro l’Atletico la squadra ha detto la sua non solo con grinta e cuore ma proprio con i mezzi tecnici finalmente pari (e spesso superiori) alle rivali.
A sporcare la statistica più golosa, quella dei gol subiti, i due presi nel finale a Bergamo, figli di discutibili (non) confronti fra arbitro e VAR. Infatti il Milan sta crescendo sempre più e meglio nella tenuta difensiva, i numeri lo conferma(va)no apertamente.
Il lavoro svolto da Pioli è eccellente, e si era visto fin dal precampionato. Il tecnico ha un blocco titolari e riserve ottimo, e ha lavorato alla grande sui singoli.
Su Tomori non c’è molto da dilungarsi: è il miglior difensore del campionato, se non proprio il miglior giocatore. Sta confermando quanto visto l’anno scorso, e migliorando addirittura, diventando anche un’arma offensiva con verticalizzazioni spesso di prima a ribaltare il fronte. La capacità di anticipo è imparagonabile, attualmente. La tranquillità con cui gioca è fin spiazzante. E’ degno di essere paragonato ai Grandi del passato, non aggiungo altro. Al suo fianco (dove un quarto d’ora ho la sensazione potrebbe giocarlo serenamente anche uno di noi), Calabria e Kjaer sono garanzie di rendimento e concentrazione, anche se entrambi presentano meno affidabilità degli altri dal punto di vista fisico. Davidino nelle sortite offensive spiazza anche le difese avversarie; il suo gol a Bergamo è uno dei momenti di massima goduria degli ultimi anni.
Romagnoli è una riserva di lusso. Non gli getterei la croce addosso per qualche episodio (vedi gol subito dall’Atletico), il livello è molto alto e si gioca sui dettagli, che gli son sempre mancati. Ma limitato al ruolo di turnoverista penso sia una delle opzioni migliori del campionato.
Ma la vera novità è che il Milan ha smesso di soffrire Theo. Il turboman francese infatti dava e toglieva in egual misura, inutile negarlo. Quest’anno, vuoi per un miglior dosaggio delle discese, vuoi per consapevolezza, e vuoi (penso soprattutto) per una migliore interpretazione tattica delle partite, grazie ai supporti dei compagni, Theo può diventare veramente l’Uomo dei Sogni, tale e tanto è lo strapotere fisico e tecnico e la capacità di frantumare ogni sistema di gioco o di tramutare il calcio d’angolo avversario in un pericolo per la difesa; degli avversari, ovviamente.
Capitolo a parte per Mike Maignan, Uomo vero e portiere vero, completo. Un leader difensivo carismatico, che fa presa immediatamente, capace di non far rimpiangere un solo minuto il 99. Che, a proposito, ha ricevuto in settimana l’antipastino dei prossimi vent’anni o giù di lì, visto che mai si prenderà le sue responsabilità ammettendo di essersi comportato come mai nessuno nei 122 anni di storia rossonera. Evito ogni commento sulla levata di scudi dei moralizzatori di twitter & soci. Tengano calde le tastiere perché, ripeto, sarà molto molto lunga la diatriba fra noi e il 99.
Quasi quanto quella fra ciò che ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Per me: numero uno

Saper soffrire e prendere pochi gol è la base del successo. Riuscire a farlo esprimendo per 40-50 minuti a partita un calcio iperfisico e ipertecnico fatto di transizioni, verticalizzazioni e pressing furioso è un sogno.
Io sognavo un Milan così persino quando si vincevano le ultime Champions. Figuriamoci alla fine del decennio maledetto. Va dato atto a Maldini e anche alla proprietà di aver avuto una forza straordinaria nel concretizzare una visione del genere, e coraggio nel farla con metodi diversi da quelli “classici” del patron (Berlusca, sceicchi, Zhang), con budget e indici gestionali da rispettare. Partendo in primis dallo sviluppare una mentalità, operazione che sembrava impossibile a un certo punto.
Sono convinto, come l’anno scorso, che il bello debba ancora venire. Al rientro dalla sosta ci attenderanno sette gare in 21 giorni, prima di una nuova pausa. Speriamo che la ‘riatletizzazione’ dei degenti, qualunque cosa sia, avvenga rapidamente. Perché queste assenze che accorciano la rosa e limitano il contributo di due pezzi da Novanta come Ibra e Olivier, come già scritto dall’amico Raoul Duke, paiono l’ostacolo più evidente alle ambizioni della squadra.
Ambizioni “spoilerate” da un Sandro Tonali ancora in tranche agonistica dopo Bergamo, subito ripreso da Pioli; ma tranquillo Sandro che chi ama il Milan lo aveva già capito da tante piccole cose successe e dette nel corso di quest’estate. L’anno scorso è servito a capire che si può. E si può.
Siamo con voi, ci crediamo davvero.

Larry

22/11/1997, primo blu. Un ragazzino guarda per la prima volta l’erba verde di San Siro da vicino.Il padre gli passa un grosso rettangolo di plastica rosso. “Tienilo in alto, e copri bene la testa. Che fra un po’ piove”. Lapilli dal piano di sopra, quello dei Leoni. Fumo denso, striscioni grandi come case e l’urlo rabbioso: MILAN MILAN…Quel ragazzino scelse: rossonero per sempre. Vorrei che non fosse cambiato nulla, invece è cambiato quasi tutto. Non posso pretendere che non mi faccia male. O che non ci siano colpevoli. Ma la mia passione, e quella di tanti altri, deve provare a restare sempre viva.