
La doppia vittoria con quattro gol all’attivo contro Monza e dinamo zagabria restituiscono ai miei occhi un Milan non perfetto ma in grado di trovare il gol con continuità mettendo le partite in cassaforte in poco più di un’ora di gioco.
Sono sincero è una sensazione strana per me perché tolta la sfida contro i gobbi, in cui non ho mai avuto la sensazione che il risultato fosse in qualche modo davvero in discussione, nell’ultimo periodo non ho visto grandi prestazioni piuttosto una squadra poco equilibrata che troppo spesso si è affidata alle individualità più che al gioco nostro vero marchio di fabbrica e vera forza. Fare 8 gol in due partite e vincerle con almeno tre gol di scarto entrambe non so da quanto tempo non ci capitasse e non può non essere un dato da analizzare. Certo gli avversari sono apparsi modesti (sempre col senno di poi) ma questa capacità di finalizzare potrebbe incominciare a voler dire qualcosa, a far intravedere un percorso tattico, una svolta che in qualche modo si ripercuote sulla fase difensiva come la più classica delle coperte corte.
Come detto il Milan in questo momento non mi entusiasma come gioco, ma come potrebbe mi viene da aggiungere. Maignan è indisponibile da più di un mese (sappiamo quanto conta sia come portiere che giocatore aggiunto oltre ad avere un carisma debordante), Giroud ha dovuto tirare sempre la carretta e la fascia destra è ormai un deserto visti i lunghi infortuni di Calabria, Florenzi e Pino. Non è per niente facile giocare così perché ti vengono a mancare una serie di automatismi ormai consolidati e a mio avviso lo stesso Theo è rientrato velocemente dall’infortunio perché ce n’era bisogno ma non è di certo nel suo massimo splendore.
Adesso arriva il rush finale con ben 4 partite in 10 giorni e la partita conclusiva del 2022 contro la fiorentina cinque giorni più tardi. Come è facile intuire quattro gare da disputarsi in 10 giorni sono un massacro (grazie sqatar), non ci sarà possibilità di recupero figuriamoci allenarsi. Proprio per questo con molta probabilità il mister dovrà attingere dalla panchina e eventuali vittorie stiracchiate o giocando male le accoglierò con gioia quadrupla.
Da questo punto di vista i recuperi dei vari Kjaer, Rebic e Origi sono manna dal cielo, così come il rientro di Brahim Diaz. Non sono un estimatore né dello spagnolo né dell’ex reds, ma il primo sembra in un importante stato di forma oltre ad essere in fiducia, mentre il secondo può portare delle soluzioni che ci mancavano da troppo tempo. Guardate il gol col Monza: sassata da fuori area quasi da fermo. Da quanto tempo non avevamo un calciatore in grado di fare un gol del genere? Troppo.
Avere un attaccante che ha nelle sue corde anche questo tipo di soluzione costringerà gli avversari a un’attenzione diversa che se ben sfruttata permetterà ai compagni di reparto di ritagliarsi occasioni importanti. E’ il belga colui che potrà rappresentare la nostra arma in più perché finora le altre, a partire dall’altro belga, non lo sono state o per prestazioni non entusiasmanti o perché non impiegati.
Per certi versi non c’è nemmeno da stupirsi perché Origi è l’unico giocatore fatto e finito (27 anni) mentre tutti gli altri hanno 21 anni (Asterix addirittura 19) e non è semplice riuscire a imporsi in un gruppo consolidato. Ciò nonostante da Charles era ed è lecito aspettarsi di più. E’ un giocatore che ho seguito nella jupiler pro league e su cui ripongo grandi speranze, ma ad oggi sembra tutto fuorchè inserito negli schemi e nel gruppo, una sorta di corpo estraneo incapace di prendere la squadra in mano da una parte e rifiutato dalla stessa dall’altra. In questa fase andrà dosato con cura perché i punti da qui alla fine sono pesanti, ma vista la moria sulla fascia destra io potendo lo proverei lì perché il trequartista per come lo intendiamo noi in Italia non gliel’ho mai visto fare. Fin da quando è arrivato in rossonero ho sempre pensato che avrebbe occupato la casella di Pino ma con compiti più offensivi e per lo stesso motivo non capivo il riscatto di Messias. Adesso direi che mi sono chiare certe mosse di mercato, ma nel mio piccolo da tifoso dico che quel ruolo non si addice alle sue caratteristiche essendo un giocatore a cui in primis piace partire largo per accentrarsi.
Adesso arriva la sfida col Torino di Juric, squadra per noi sempre rognosissima, e ci arriviamo con l’entusiasmo di chi ha rimesso il girone di champions nelle proprie mani, ma al tempo stesso dovrà essere bravo il mister a tenere alta la concentrazione dei nostri su questa singola sfida senza il pensiero della partita decisiva di mercoledì. A proposito di Pioli, l’ultimo pensiero va alle sue parole post dinamo zagabria-Milan in cui ricorda come non siamo costruiti mentalmente e tatticamente per gestire, dobbiamo giocare al meglio per ottenere la vittoria. Concordo con questa disamina del mister, ma al tempo stesso dico che in coppa tutto ciò è un grosso limite e in questi due anni di ritorno in champions qualche punto ci è costato. Da persona intelligente e sempre pronta ad imparare qual è credo che in futuro vedremo una crescita anche da questo punto di vista.
Forza Milan
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