Milan non conti nulla, Gazidis pure troppo

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La verità è che sono ancora imbufalito non per quanto accaduto sabato sera, ma per le assurde giustificazioni sentite successivamente, una vera presa per i fondelli, qualcosa di intollerabile. Ne hanno già parlato tutti quindi riassumerei questa situazione con un salutare mi sono rotto i c******i a cui aggiungerei volentieri la speranza (vana) di avere una società molto più ferma quando si tratta di far rispettare (inteso come trattamento equo) i nostri colori. La chiudo qui o esplodo perché sono ancora nero di rabbia.

Già società, bella parola, ma vuota di significato nel nostro caso perché il Milan non conta nulla, citando la Iena del Tavoliere è una situazione pesante da digerire, come una tonnellata e mezza di merda. Ma chi comanda? Di certo non gli avvocati belva, un fondo però sì che ha messo come figura apicale un manager invidiatoci da tutto il mondo pallonaro: Aivan il terraibile.
Talmente terraibile da non concedersi mai ai microfoni, anzi ci ha detto la sua con due interviste esclusive ad un solo giornale, lo stesso che ci tratta meravigliosamente. Se nella prima circostanza era più che lecito dare delle attenuanti al suo silenzio prolungato e quella strana modalità di parlare solo a chi volesse e quando, in questo caso una sola espressione si è dipinta sul mio volto dopo le sue ultime parole e la potrei riassumere in stile Cortellesi: Aaaaah. E sti cazzi?”
Invece di starsene isolato nella sua torre d’oro e d’avorio farebbe bene a vedere come va non il Mondo Milan, ma l’universo rossonero, quello più terra terra e passionale, altro che decantarlo da un pulpito senza che nessuno possa sollevare delle perplessità con domande ficcanti. Troppo facile così, mai una volta in prima linea per davvero, un po’ come quando ci era stato detto che avremmo partecipato all’europa league, poi sappiamo tutti quando la società ha mandato la lettera per l’esclusione…
Così è semplice, dietro quelle quattro belle parole che sanno tanto di blablablabla badabim badabum badabam è facile trincerarsi, se poi non ci si confronta, la poca fiducia rimasta nella persona evapora più velocemente di un goccia d’acqua in un altoforno. Certo, dalla sua bella torre ad Aivan interessano poco le opinioni di un semplice tifoso, anche se ormai il mio non è un pensiero isolato, ma a questo punto vorrei capire quanto gli interessi realmente l’unica cosa che ancora regge in questo club: il supporto dei tifosi. Già perché a furia di far apparire tutto come difficile, ma perfettamente funzionante ed in linea, la gente si sta rompendo i famosi cabasisi citati da Camilleri. Ricordare sempre e costantemente come tutto sia difficile e ci voglia tempo alla fine è togliersi responsabilità (ad oggi con scadenza a giugno), dare sempre il motivo dell’insuccesso a dell’altro che sicuramente c’è, ma non può diventare la base di tutti i ragionamenti.

Abbiamo aumentato le sponsorizzazioni? Eeeh è difficile però sul medio lungo termine…
Entriamo nelle coppe? Eeeh è difficile però sul medio lungo termine…
Ma l’esclusione dalle coppe? Eeeh è difficile però sul medio lungo termine…
Va bene, ma almeno fatevi sentire con le istituzioni! Eeeh è difficile però sul medio lungo termine…
Ok, ma dei risultati sportivi minimi? Eeeh è difficile però sul medio lungo termine…
Ma almeno il problema del financial fair play è risolto o quasi, giusto? Eeeh è difficile però sul medio lungo termine…
Beh almeno sono stati fissati degli obiettivi di crescita anno per anno, no? Eeeh è difficile però sul medio lungo termine…

Ahò, ebbasta! Le uniche parole che si sentono sono queste oltre a quelle su eventuali cessioni importanti che non ci saranno, e se tanto mi dà tanto finirà come per la scorsa europa league, tutti sicuri di giocarla poi però “Eeeh è difficile però sul medio lungo termine…”.

Qualche giorno fa il Milan ha pubblicato il rapporto di sostenibilità 2018/19 ed in merito agli sponsor si può leggere come Nella stagione sportiva 2018/19, 32 aziende hanno mantenuto, prorogato o firmato un accordo commerciale con AC Milan, segnando un aumento del 19% rispetto alla stagione passata.
I fan di Gazidis, quelli per cui non è lui che deve portare gli sponsor, si sono affrettati nel rimarcare questo dato attribuendolo implicitamente alle sue capacità, mi chiedo a questo punto se tale aspetto lo riguardi solo su dati con segno positivo o sono tollerabili anche valori negativi. Me lo domando per un buon motivo, perché probabilmente questa frase sta a significare che il numero delle aziende partner è cresciuto del 19% rispetto alla stagione precedente ma non gli introiti visto che a pag.9 del bilancio d’esercizio al 30 giugno 2019 si legge testualmente: “i Proventi da sponsorizzazioni ed i Proventi commerciali e royalty ammontano complessivamente a 31,2 milioni di Euro e si riducono di 6,8 milioni di Euro rispetto all’esercizio precedente”.
Quindi se Gazidis è stato sdoganato come figura chiamata anche per far crescere le sponsorizzazioni, con questi due dati mi verrebbe da pensare ad un incremento delle imprese partner ed un salvadanaio meno pesante e non di poco. Traete voi le conclusioni.

Giusto per non farci mancare nulla Emenalo è stato avvistato a Casa Milan ed il nome nel suo caso sembra già una garanzia. Tutti i media lo ricordano come ex dirigente del Chelsea, in pochi menzionano la sua ultima esperienza ossia la prima ed unica volta da direttore sportivo nel Monaco peggiore che si ricordi, salvatosi per il rotto della cuffia dalla retrocessione. Strano che nell’agosto dello scorso anno sia arrivata la risoluzione consensuale col club monegasco, chissà perché, non riesco proprio ad immaginare il motivo di una tale decisione. Noi però abbiamo il massimo esperto di calcio interstellare e sicuramente sarà un’altra delle sue innumerevoli mosse vincenti, tanto se poi dovesse arrivare e fare male “Eeeh è difficile però sul medio lungo termine…”.
Maledetto medio lungo termine, si vede che i risultati arriveranno tutti di botto visto che al termine di questa stagione saranno 2 ANNI (non 2 mesi) di gestione Elliott con un numero di avvicendamenti nelle figure cardine e cambi di strategia non esattamente in linea con la managerialità che si richiederebbe a chi ha un progetto chiaro in testa ed un vero scopo da raggiungere.

Forza Milan, ovviamente nel medio lungo termine.

Seal

Ricordo Baresi entrare in scivolata e poi l'ovazione del pubblico, da quel momento ho capito che fare il difensore era la cosa più bella del mondo. Ancora mi esalto quando vedo il mio idolo Alessandro Nesta incenerire Ferrara sulla linea di porta mentre credeva di essere a un passo dalla gloria. Se la parola arte fosse compresa appieno le scivolate del n.13 sarebbero ammirate in loop al MoMA di New York.